Risonanza

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
M. di Caraba
00giovedì 3 febbraio 2011 18:59

Cari Amici,
l'altro giorno mi è stato segnalato un interessantissimo video che voglio
condividere con voi.
Si tratta di un intervento del Prof Del Giudice sulla fisica quantistica...
questo scienziato è stato coinvolto nell'affare "fusione fredda", si tratta di
uno dei ricercatori italiani tra i più bravi e preparati in circolazione dall'acceso
spirito pioneristico.

Nel video, oltre alla spiccata simpatia del Prof, si sente un retrogusto
notevolmente esoterico, secondo me.

Beh, che dire... non resta che preparare una buona tisana, mettersi comodi e
gustare il tutto. [SM=g8954]

Buona visione

MdC

ulissa
00lunedì 7 febbraio 2011 05:40
Carissimo Amico Gatto,
è incredibile come la fisica delle particelle spieghi degli eventi esoterici e confermi le teorie filosofiche Tradizionali.

Quello che più mi ha intrigato è il concetto di vuoto dove non esiste spazio tempo oppure entrambi sono dati una volta "per sempre", senza successione né lontananza cioè misura.

Il concetto di risonanza è stato provato: due fotoni separati nello spazio reagiscono allo stesso modo se anche uno solo di essi viene stimolato. C'è un legame fra loro ed è il vuoto... ehmmm interessante!

Quello che mi chiedo è che differenza di livello esistenziale c'è tra noi (intesi come macrocosmo) e le particelle elementari di cui tutto è composto?

grazie per questa chicca

salute
PS: sicuramente c'è un seguito tu l'hai trovato?
M. di Caraba
00venerdì 11 febbraio 2011 12:28
Tao & Fisica

Cara Amica,
sinceramente non saprei se vi è una qualche differenza tra le particelle e noi... sicuramente c'è
differena ma forse non è "essenziale" con tutti gli annessi e connessi del termine.

In effetti l'intervento dello scienziato mi a ricordato molti nostri discorsi intavolati su questo
forum. Possibile che la scienza sia giunta a delle conclusioni simili a talune dottrine religiose
(vedi "Il Tao della fisica") e scienze esoterihe?

Boh, sicuramente la fisica quantistica fa andare proprio fuori di melone. [SM=g10132] E' una roba che resta
inconcpibile per una molitudine di scienziati ancora aggrappati al meccanicismo.

You wrote:
"PS: sicuramente c'è un seguito tu l'hai trovato? "

Non ne ho avuto il tempo, questo negozio da tirare su mi ruba ogni minuto della giornata... [SM=g10631]
tu hai trovato un seguito invece?

Un saluto risonante

MdC
ulissa
00sabato 12 febbraio 2011 06:20
La conferenza del Professor Emilio Del Giudice si chiama: "Esseri umani: prospettive per il futuro" ed ha 5 parti.
M. di Caraba
00sabato 19 febbraio 2011 15:44
Re:
ulissa, 12/02/2011 6.20:

La conferenza del Professor Emilio Del Giudice si chiama: "Esseri umani: prospettive per il futuro" ed ha 5 parti.


Fichissimo!!!
Mo me le "sparo"... sono molto curioso su questi nuovi risvolti al limite
dell'"eresia scientifica".

Grazie infinite Amica mia. [SM=g8492]

MdC

Luce_dell_Ovest
00lunedì 21 febbraio 2011 01:27
Ascoltato e trovato interessantissimo! Penso proprio che andrò ad approfondire [SM=g8954]
Tra l'altro il professore ha tirato in ballo numerosi punti sui quali anche le scienze psicologiche oggi si stanno fortemente interrogando per comprendere l'uomo.
E uscire da un'ottica elementistica è il primo passo per farlo, a mio avviso.
In una visione olistica non è così rilevante che differenza ci sia tra micro e macroparticelle, proprio perchè esula da quella tendenza a differenziare, come fanno invece molti paradigmi scientifici occidentali, primo fra tutti quello medico.
Quanto si potrebbe ottenere e scoprire aprendosi a nuove letture, a nuove interpretazioni, ma quanti interessi politici ed econimici ci sarebbero da scardinare!
Mi piace comunque pensare che ci stiamo avvicinando ad un'era in cui molti inizieranno a entrare in risonanza fra loro, aiutati da una posizione instabile (come le lattine di aranciata) che possa suo malgrado fungere da strumento per sincronizzare i pensieri e le emozioni.
Mah, chi sa, chi sa [SM=g1488773]

ulissa
00martedì 22 febbraio 2011 05:55
Buongiorno a tutti... o buonanotte [SM=g10303]


In una visione olistica non è così rilevante che differenza ci sia tra micro e macroparticelle, proprio perchè esula da quella tendenza a differenziare, come fanno invece molti paradigmi scientifici occidentali, primo fra tutti quello medico.



La differenza di cui mi piacerebbe sapere è la particolarità del tempo e dello spazio che si mostra nello studio delle particelle. Nel macrocosmo non vediamo oggetti che se ne vanno nel passato... né oggetti che scelgono una via sapendo in anticipo dove c'è l'ostacolo... certo tutto ciò dipende anche dall'osservatore, ma non siamo osservatori anche nel macrocosmo?

Forse la materia diventando più pesante: atomi, molecole, cellule... si allontana sempre di più da quell'eterno presente che noi iniziati cerchiamo di conquistare... chissà!

un abbraccio
Luce_dell_Ovest
00mercoledì 23 febbraio 2011 01:22
ulissa, 22/02/2011 5.55:

Buongiorno a tutti... o buonanotte [SM=g10303]

La differenza di cui mi piacerebbe sapere è la particolarità del tempo e dello spazio che si mostra nello studio delle particelle. Nel macrocosmo non vediamo oggetti che se ne vanno nel passato... né oggetti che scelgono una via sapendo in anticipo dove c'è l'ostacolo... certo tutto ciò dipende anche dall'osservatore, ma non siamo osservatori anche nel macrocosmo?

Forse la materia diventando più pesante: atomi, molecole, cellule... si allontana sempre di più da quell'eterno presente che noi iniziati cerchiamo di conquistare... chissà!

un abbraccio




Ciao Rita,
non ho ben capito a cosa ti stai riferendo, ma provo comunque a risponderti in base a quello che ho intuito.
Io penso che la ''dimensione'' di cui parla il professore non sia un luogo percepibile con i sensi. Quello che possiamo vedere o genericamente sentire è la fenomenologia che emerge da questo luogo. Il sintomo, lo spostamento di qualcosa.
Macrocosmo e microcosmo, che non so fino a che punto siano concetti che hanno a che vedere con la fisica, sono calati là dentro in una continua oscillazione.
E' vero che questo discorso offre una comprensione nuova e una risposta più ricca, se vuoi, a numerose questioni di natura esoterica, ma sto cercando di capire se esista un confine oltre il quale non dobbiamo spingere le nostre letture per evitare di confondere le acque, che sono già abbastanza mosse.

Ripensando alla tematica, mi è tornato alla mente Schopenhauer quando in ''Saggio sulla visione degli spiriti'' cercava di dare una spiegazione idealistica di fenomeni paranormali come le apparizioni, la chiaroveggenza, la premonizione, la telepatia etc. Il filosofo sosteneva che questi non sono prodigi ma semplicemente frutto del manifestarsi di quella che chiama Volontà Universale, nella vita degli uomini.
Noi tutti viviamo dentro questa Volontà che ci unisce in un solo destino, non immediatamente comprensibile, ed essendo legati è possibile che in alcune condizioni, come il dormiveglia, il sonno, la trance o l'esercizio ad alterare gli stati di coscienza, riusciamo a comunicare fra di noi in distans, senza parlarci, ma vedendo oltre il velo delle apparenze. In questo senso, spiegava S., si possono spiegare anche i casi di visione dei defunti o di precognizione di ciò che accadrà. Non a caso S. ha anticipato molto di quello che avrebbe detto poco dopo, quasi nello stesso periodo, Freud inventando la psicanalisi e scoprendo l'inconscio (la mente inconscia che è individuale e collettiva al tempo stesso...)Questi concetti mi ricordano molto il ''vuoto'' di cui è stato accennato nella conferenza.

Ecco, detto questo, che forse non è proprio una risposta a ciò che chiedevi tu, torno a riflettere perchè mi sono balenati altri spunti che mi piacerebbe condividere con voi.

L'argomento è interessante, potremmo approfondirlo andando a capire in che senso alcuni fenomeni ''paranormali'' potrebbero trovare conferma nelle teorie esposte nel video. Che ne dite?

Un abbraccio e a presto! [SM=g6889]
M. di Caraba
00mercoledì 23 febbraio 2011 16:17
Il tempo vola

Cari Amici,
purtroppo, nonostante l'argomento mi interessi notevolmente, non ho ancora visionato il seguito
del video proposto dalla nostra Ulissa. Una giornata di 24 ore vola in modo incredibilmente veloce... in pratica
non sto avendo "tempo" così restiamo in tema. [SM=g9371]

Il che la dice lunga sulla mia condizione poco iniziatica in cui il presente fugge letteralmete, scappa via come
fa l'acqua quando scivola tra le dita delle mani unite a coppa.

Come dice la cara Ulissa potrebbe dipendere realmente dalla condizione dell'osservatore, se l'osservatore impara
a vivere il presente con un intensità meno "ansiogena" forse il tempo potrebbe scorrere ad una velocità diversa
in barba alle lancette dell'orologio.
In effetti ricordo ancora le lunghe estati interminabili della mia infanzia... mentre adesso tutto (estate compresa)
sembra partecipare alla "mille miglia".

Lo so, lo so, è una roba da matti ma forse l'osservatore determina la realtà molto più di quanto la fisica classica
(e meccanica) vorrebbe farci credere. [SM=g10132]

Ne approfitto per segnalare un testo sull'argomento che (secondo me) deve esser davvero interessante... non
l'ho ancora acquistato ma ho letto la prefazione che condivido volentieri. Il testo è:

Fred Alan Wolf - Lo Yoga della Mente e il Viaggio nel Tempo
Come diventare padroni dello spazio e del tempo

Intro:

"L'Autore, ricorrendo alla fisica quantistica e alle antiche conoscenze dei testi sacri degli antichi maestri yogi, indica come padroneggiare la mente per riuscire a collassare lo spazio e il tempo, in modo da poter viaggiare sia nel passato che nel futuro.

Nell'antichità gli Yogi erano già maestri di queste tecniche e le pratiche yoga possono ancora oggi aiutarci ad uscire dall'illusione del tempo.

Fred Alan Wolf è una delle menti più brillanti e creative dei nostri tempi: gli argomenti che tratta sono molto vasti e prendono in esame anche culture diverse da quelle occidentali.

La possibilità di compiere viaggi nel tempo rivoluziona le fondamenta della nostra cultura e anche la morte e la reincarnazione vengono inquadrate in una prospettiva che ne modifica radicalmente le caratteristiche e l'inevitabilità.
Wolf esamina, alla luce di queste considerazioni, anche le teorie relative agli universi paralleli e i buchi neri, in termini semplici e di facile comprensione.

Scioccante ed unico, questo testo è una fonte di grande saggezza e svela segreti che possono trasformare la qualità delle nostre vite, chiarirci il senso e lo scopo di ciò che siamo e invertire l'invecchiamento.

Al lettore vengono spiegati nei dettagli la tecnologia e i processi mentali indispensabili:

1) come cambiare la struttura del proprio ego
2) cosa lasciarsi dietro per poter viaggiare nel tempo
3) come si fa a far trascorrere il tempo velocemente o lentamente, stando fermi oppure muovendosi verso un luogo in cui il tempo è fermo.

Dopo la lettura di questo testo sarà chiaro per noi cosa oscura l'accesso al passato e al futuro.

Fred Alan Wolf, soprannominato Dottor Quanto, è la star del film "What the Bleep do we know". Oltre ad essere un fisico e uno scrittore, ha insegnato in numerose università in diversi Stati del mondo. La sua passione e il suo impegno nell'ambito della fisica quantistica e gli studi sulla coscienza emergono dalle sue numerose pubblicazioni scientifiche, molto popolari negli USA. Ha avuto la fortuna di incontrare, durante la sua vita, grandi scienziati come Bohm, Feynman e Heisenberg."

Che figata che deve essere questo libro, Amici miei. [SM=g10439]

X Luce_dell_Ovest:
Si, hai ragione, in effetti anche i fenomeni paranormali potrebbero essere visti da un punto di vista differente, quantistico.
Purtroppo ne so poco però sarebbe simpatico approfondire. [SM=g9215]

Un abbraccio a tutti

MdC
ulissa
00venerdì 25 febbraio 2011 06:41
Carissimo Luce,
io mi riferivo al famoso esperimento nel quale un fotone viene sparato in un percorso che ad un certo punto si sdoppia in due vie. Il fotone sceglie una via o l'altra casualmente, se però viene messo un congegno in una delle strade che fa deviare il percorso ricongiungendolo all'altra via (insomma si crea una sola via di uscita) il fotone sembra sapere dell'esistenza del congegno e sceglie sempre la via che lo porterà direttamente all'uscita.
Questo esperimento è inquietante. Non solo mostra una sorta di coscienza e di capacità di scelta, ma anche una visione totalitaria e contemporanea di tutto il percorso. La risonanza con l'osservatore potrebbe esserne la causa, e sicuramente lo spazio e il tempo viene "vissuto" dalla particella in modo molto diverso da come lo viviamo noi.
Mi fa riflettere sul fatto che forse anche noi scegliamo allo stesso modo senza rendercene conto, oppure che quando si raggiunge una delle mete che è quella dell'Uomo Vero, al centro del nostro essere, il tempo e lo spazio si annullano come dice la tradizione. Infatti nel principio di indeterminazione di Heisemberg c'è il concetto che non si può stabilire contemporaneamente la posizione e la quantità di moto di una particella. Se l'osservatore fissa lo spazio il tempo gli sfugge.

Ma, rifletto, tutto ciò, fa parte della manifestazione e non del "principio" di tutte le cose. Cosa che spiega perché eventi che a noi sembrano sovrannaturali in effetti sono naturali eccome.
Per esempio a me le cose svaniscono e poi riappaiono e non è una distrazione ma una realtà in quanto successa molte volte: ho un libro sul tavolo e improvvisamente non c'è più, ispeziono il tavolo (a volte usando anche il tatto), lo cerco in altre parti della casa, poi torno ed il libro è lì in bella vista sul tavolo. Dove è andato il libro? Si è forse spostato nel futuro o nel passato da dove è entrato in risonanza con qualcosa d'altro?

Ho usato micro e macro cosmo prendendo come riferimento l'uomo stesso, forse non c'entra niente con la fisica come hai detto tu.

al signor Marchese,
che esiste una realtà diversa per ogni cosa della natura è per me scontato: qual'è la realtà di una pietra? Quale è la realtà di un essere vivente? Esisterebbe il concetto di realtà se non ci fosse nessuno a chiedersi: cos'è la realtà?

Grazie per la segnalazione del libro, penso che lo comprerò [SM=g10439]

un abbraccio a entrambi
M. di Caraba
00domenica 27 febbraio 2011 09:29
Re:
ulissa, 25/02/2011 6.41:


al signor Marchese,
che esiste una realtà diversa per ogni cosa della natura è per me scontato: qual'è la realtà di una pietra? Quale è la realtà di un essere vivente? Esisterebbe il concetto di realtà se non ci fosse nessuno a chiedersi: cos'è la realtà?


Cara Amica Ulissa, infatti...
in effetti secondo la teoria della quantistica una cosa esiste solo se c'è qualcuno che la vede e/o la sente
e/o la tocca, ecc.

Insomma se c'è un osservatore... il che ribalta totalmente le nostre concezioni a tal punto che
(come al solito) non ci ho capito un tuberus. [SM=g10094]
Indi un oggetto non esiste in quanto tale ma solo se c'è l'osservatore... un sasso in un sistema
isolato in cui è il solo elemento non esiste.

A questo punto mi viene una sola parola in mente: Booh!!! [SM=g10132]

You wrote:
ulissa, 25/02/2011 6.41:


Per esempio a me le cose svaniscono e poi riappaiono e non è una distrazione ma una realtà in quanto successa molte volte: ho un libro sul tavolo e improvvisamente non c'è più, ispeziono il tavolo (a volte usando anche il tatto), lo cerco in altre parti della casa, poi torno ed il libro è lì in bella vista sul tavolo. Dove è andato il libro? Si è forse spostato nel futuro o nel passato da dove è entrato in risonanza con qualcosa d'altro?


Non è che tuo marito di tanto in tanto ti fa qualche "scherzune"? [SM=g9371]

Un caro saluto... dal passato [SM=g8954]

MdC
ulissa
00lunedì 28 febbraio 2011 05:43
Carissimo Marchese,
escludo che mio marito si metta a fare scherzi sebbene sia, da buon napoletano, un burlone [SM=g9369]
Le sparizioni, abbastanza frequenti a dir la verità, avvengono anche quando sto a casa da sola.
Di fatti "strani" a casa mia ne succedono parecchi: sotto Natale il mio Mac che era in stop con tutti i programmi spenti, si è acceso da solo facendo partire il video che ho della "Cantata dei Pastori". Ora per poter apparire sullo schermo ci vuole, come sai un programma che però non era aperto, per cui per arrivare a far vedere il video senza programma adatto bisognava fare una serie di operazioni che io stessa ho faticato a ricostruire. Mio marito non usa il Mac, non sa usarlo e non vuole imparare: non lo tocca mai perché non lo conosce, e di questo sono certa, figuriamoci se può aver fatto questa serie di operazioni necessarie per poter vedere il video senza un programma.

Ne succedono diverse a casa mia e in genere ce le teniamo per noi in quanto, oltre al fratello di mio marito, nessuno crede che siano vere oppure ci danno delle spiegazioni che per noi che abbiamo vissuto i fatti sono assurde.

Un caro saluto a te ma dal futuro [SM=g9369]

PS: chissà... potrei sparire anch'io da un giorno all'altro, ma poi ti racconterei dove e quando sono andata.
M. di Caraba
00lunedì 28 febbraio 2011 10:00
Oggetti scomparsi e stranezze varie

Cara Amica Ulissa,
per cortesia non mi scomparire almeno tu che il web ai miei occhi appare spesso come una "tristezza infinita"
colmo di un mucchio di persone vuote e permalose sino all'inverosimile. E immagini a cosa mi riferisco. [SM=x1979444]

In effetti la storia del Mac è davvero strana... può essere che il computer ha salvato l'ultima
operazione svolta nella sessione precedente prima di essere stato spento. E poi si è avviato per motivi ignoti
ripartendo da quella. Comunque sia è un bel mistero. [SM=g10303]

Anche a me succede che scompaionio delle cose che poi ritrovo dopo giorni o mesi... affermo scherzosamente
che "la casa le ha fagocitate". [SM=g10465] Ma non ci avevo mai fatto caso particolarmente.

A proposito di aggeggi che partono da soli nella dimora in Sicilia ho un orologio a pendolo molto bello, di quelli
antichi a corda.
Da due anni non veniva fornita la carica per i rintocchi (che, per inciso, sono una vera e propria "scampanellata" [SM=g10248]).
Indi l'orologio "andava" ma non "rintoccava".

Ebbene succede che una sera, alla mezanotte in punto, l'orologio comincia a strombazzare dodici
interminabili rintocchi. Ho pensato subito: "chi ha dato la carica?"
L'indomani, da una rapida indagine, ho scoperto che nessuno ne sapeva nulla, ma l'orologio continuava
a rintoccare inesorabilmente.
Il tutto sino alla mezzanotte successiva per altri dodici rintocchi... poi niente più. [SM=g1488773]

Tu che spiegazioni dai a fenomeni di questo genere?

Un caro saluto con 12 rintocchi

MdC
Luce_dell_Ovest
00lunedì 28 febbraio 2011 13:37
Carissima Ulissa,
non ero a conoscenza dell'esperimento di cui scrivi, ma è qualcosa di molto interessante! La risonanza con l'osservatore, uscendo anche fuori dal contesto più strettamente fisico o fisico quantistico, è fondamentale. Se vogliamo dar conto a ciò che ha detto il professore nella conferenza, contro una visione della realtà elementistica,ce n'è una olistica che tiene conto dell'insieme delle cose che partecipano di un fenomeno. Un osservatore esterno, lo sperimentatore, lo scienziato che crede di condurre l'esperimento in modo asettico e distaccato, è egli stesso parte di quello che sta succedendo nel laboratorio o fuori di esso e condiziona l'avvenimento in qualche modo.
Tra l'altro anche a me capita che qualche oggetto sparisca per qualche istante o minuto e poi ricompaia dal ''nulla'', dopo averlo cercato invano. Io, onestamente, non so se questo sia da ricercare anche in un fenomeno percettivo, di natura psicologica quindi, per cui la nostra mente in quel momento rifiuta di vedere qualcosa che abbiamo sotto gli occhi (o cose del genere). Succede, sono casi riportati ampiamente. La questione apre comunque un interrogativo importante, come ci suggerisce il caro Amico Marchese, ossia se la realtà sia come la vediamo e non come è. O, per essere più precisi, se, qualora esistesse una realtà interna all'oggetto (la cosiddetta oggettività che nel linguaggio parlato viene usata al posto di inconfutabile verità) noi soggetti conoscenti possiamo davvero esperirla e conoscerla. Se possiamo addirittura percepirla o appercepirla, direbbe qualcun altro. Se non siamo proprio Noi (noi come mente collettiva e risonante) a riempire di senso questo mondo e a contribuire alla sua esistenza intesa anche come aggregazione e disgregazione.

Un abbraccio a entrambi e a presto miei cari=)

ulissa
00mercoledì 2 marzo 2011 06:15
Caro Marchese,
non credo che sparirò anche perché questo forum è il meglio di esoterico che possa trovarsi in internet. Spero che le persone che sono "sparite" tornino a farsi vedere [SM=g8429]


In effetti la storia del Mac è davvero strana... può essere che il computer ha salvato l'ultima
operazione svolta nella sessione precedente prima di essere stato spento. E poi si è avviato per motivi ignoti
ripartendo da quella. Comunque sia è un bel mistero. [SM=g10303]



Il Mac ha il finder che serve a ricercare i documenti nel computer, nella nuova versione ti dà anche le anteprime. Per vederle devi cercare nelle cartelle, selezionare il file e poi premere la barra spaziatrice. E' così che si è aperto il video. Questo io l'ho messo sul desktop e lo apro cliccandoci sopra, allora lo legge direttamente con QuickTime. Capisci che quella serie di operazioni per aprire l'anteprima non si registrano a meno che non lo fai dando un nome alla sequenza... io non l'uso e mio marito men che mai, non sa nemmeno che esiste.

Questa storia somiglia molto a quella del tuo orologio. Come me li spiego questi fatti?
Le vecchie nonne del sud (ma anche del nord) dicevano che nella casa dimoravano spiritelli che facevano i dispetti... potrebbe essere ma io li vedo in maniera diversa: ogni evento ha un suo perché, non sono tutti delle stessa specie. Questa del video l'ho interpretata come un messaggio relativo alle nostre domande sul natale: "rivedetevi la Cantata dei Pastori".
Altri avvenimenti, come le cose che si rompono senza che nessuno le tocca, sono energie negative dirette verso di noi che con l'armonizzazione si deviano e colpiscono gli oggetti.
Le sparizioni sono più difficili da interpretare... forse che il nostro mondo è collegato ad altre dimensioni che ogni tanto vengono a contatto? O forse, quando sparisce un libro, è perché in quel momento devi porre la tua attenzione su altro per rispondere a domande che ti fai e che pensi siano su quel determinato libro. Sinceramente non lo so perché spariscono anche oggetti diversi. Comunque penso che ci sia un collegamento con gli stati sottili dell'essere e a volte anche con quelli sovrannaturali.

Caro Luce,

Tra l'altro anche a me capita che qualche oggetto sparisca per qualche istante o minuto e poi ricompaia dal ''nulla'', dopo averlo cercato invano. Io, onestamente, non so se questo sia da ricercare anche in un fenomeno percettivo, di natura psicologica quindi, per cui la nostra mente in quel momento rifiuta di vedere qualcosa che abbiamo sotto gli occhi (o cose del genere).



Anche noi nel cercare a volte abbiamo pensato questo ed è per questa ragione che abbiamo cominciato ad usare anche il tatto oltre che la vista. Una volta sparì una matita che era solitaria sul tavolo della cucina dove avevo studiato precedentemente. La cercammo dovunque e tastammo centimetro per centimetro tutto il tavolo più d'una volta: non c'era. Guardammo nelle borse, su altri mobili, ma poi tornati in cucina la vedemmo lì in bella mostra. [SM=g10303]


Se non siamo proprio Noi (noi come mente collettiva e risonante) a riempire di senso questo mondo e a contribuire alla sua esistenza intesa anche come aggregazione e disgregazione.



Sicuramente la mia realtà è diversa dalla tua e anche quando ci scambiamo impressioni ognuno le comprende col proprio filtro. Ma la riflessione che tu fai sulla realtà come qualcosa costruita dalla società degli uomini è molto interessante e l'ho sentita già da qualche parte. In fondo la società crea i nostri punti di vista (le convinzioni più profonde) e noi che percorriamo il cammino esoterico possiamo fare l'esperienza che quando cambiamo punto di vista (a volte capovolgendolo) ci si apre un mondo nuovo.

Un abbraccio agli amici ancora visibili [SM=g9369]
Luce_dell_Ovest
00giovedì 3 marzo 2011 15:31
Re:
ulissa, 02/03/2011 6.15:


Altri avvenimenti, come le cose che si rompono senza che nessuno le tocca, sono energie negative dirette verso di noi che con l'armonizzazione si deviano e colpiscono gli oggetti.



Cavolo, allora io devo avere un bel po' di energie negative dirette nei miei confronti, perchè a casa mia si scassa (detto proprio alla napoletana) tutto e soprattutto se è tecnologico, tanto che io sono arrivato a pensare di emettere radiazioni o non so cosa che possa interferire con i campi magnetici degli oggetti in questione. Alla fine ho optato per l'utilizzo del minor numero possibile di cose tecnologiche, che nemmeno mi piacciono. [SM=g10296]


ulissa, 02/03/2011 6.15:


O forse, quando sparisce un libro, è perché in quel momento devi porre la tua attenzione su altro per rispondere a domande che ti fai e che pensi siano su quel determinato libro. Sinceramente non lo so perché spariscono anche oggetti diversi. Comunque penso che ci sia un collegamento con gli stati sottili dell'essere e a volte anche con quelli sovrannaturali.



Se ci pensi, la risposta psicologica che abbiamo provato a darci, potrebbe anche corrispondere a questa esigenza. Se c'è una spinta inconscia in te a vedere qualcosa che per via di difese o resistenze altrettanto inconsapevoli, tu non riesci a vedere, la mente interviene con queste sintomatologie che però si rivelano utili allo scopo finale. Io sono sempre più convinto che la risposta sia nella mente, ma non intesa come intrapsichico (ossia come ciò che si verifica nella testa di ciascuno di noi) ma come mente culturale, collettiva, che è qualcosa di maggiore rispetto alle singole parti che la compongono.
Purtroppo finchè in Occidente la scienza medica, che è la scienza elementistica e differenziale per antonomasia, avrà lo strapotere che ha oggi, scienze come la psicologia nel senso più puro del termine non riusciranno mai ad affrancarsi e a ricercare quegli ambiti dello scibile che ancora sembrano risibili e da ciarlatani. Ma ora sto divagando...

ulissa
00venerdì 11 marzo 2011 05:43
Caro Luce,
lo "scassarsi" di strumenti tecnologici è facile anche a casa mia ma si scassano in genere tutti insieme e poi ci danno del tempo abbastanza lungo per poterne usufruire [SM=g9369]

Sono d'accordo con te sulla scienza moderna che non riconosce eventi se non può sperimentarli in condizioni di neutralità e in luoghi separati dal tutto. Finché la scienza è legata alla tecnologia, secondo me, non effettuerà un cambiamento di rotta.

Mi piacerebbe sapere cosa intendi per "mente collettiva, culturale".

Un abbraccio
M. di Caraba
00venerdì 11 marzo 2011 15:47
La Natura



Cari Amici,
confesso che mi è molto molto piaciuto l'intervento precedente a quello del prof del Giudice...
credo che il relatore parli di qualcosa di molto profondo, ovvero della finalità delle così dette "scienze esoteriche".
Lo fa indirettamente usando il punto di partenza più caro per gli antichi: "La Natura".

Lo scopo sarebbe la "grande anima" o "mente collettiva superculturale" [SM=g9215]

Hey Ulissa, grazie per la controsegnalazione. [SM=g9050]

X Luce:
Caro Lux, un mio caro amico psicoterapeuta freudiano dice sempre che la psicologia è una scienza
"profana" in contrapposizione all'alchimia (ad esempio) che invece è una scienza "sacra".
Tu cosa ne pensi? E alla "luce" dell'intervento in oggetto?

Salute a tutti

MdC
Luce_dell_Ovest
00martedì 29 marzo 2011 02:55
Carissimi,
perdonate l'assenza, ma sono abbastanza incasinato in questo periodo.
Qualche settimana fa trovai il tempo di scrivere una risposta chilometrica suggeritami dai vostri spunti, ma alla fine andò persa, che frustrazione! [SM=g9709]

Ulissa: per mente collettiva intendo quella che si basa sul presupposto che gli attori sociali di un contesto, tacitamente aderiscono ad una serie di pratiche e valori condivisi.
Cultura è un termine mutuato dall'Antropologia e in termini psicologici indica un fenomeno ''collusivo'', perlopiù inconsapevole, delle dinamiche emozionali che si sono stratificate nei gruppi ai quali si appartiene e che continuamente vengono ricreate e rinarrate da chi al gruppo partecipa, attivamente o passivamente.
In quest'ottica non c'è una mente individuale, un intrapsichico ricondicibile a un singolo, ma sempre un grande bacino invisibile nel quale si spostano i sentimenti, i pensieri, le azioni, frutto delle nostre simbolizzazioni affettive (tenendo conto del fatto che la mente umana è bilogica e che in primo luogo è emozionale, inconscia e solo in secondo luogo è razionale e dividente).
Ciò che possiamo fare per renderci conto di questa dimensione è sospendere il giudizio e analizzare il simbolo, ma ciò può accadere solo in circostanze precise, adatte a produrre un metapensiero; per il resto siamo soggetti che agiscono i loro legami dentro delle relazioni...

Che papiello, non credo di essere stato abbastanza chiaro, ma è proprio questo che ho cercato di esprimere, il punto in comune col discorso sulla risonanza di cui si parla nel video! [SM=g10262]

Luce_dell_Ovest
00martedì 29 marzo 2011 03:08
Marchese: scienza sacra, scienza profana, queste son solo definizioni. Cambia ovviamente la visione del mondo che c'è dietro un percorso alchemico e uno psicologico, benchè possano esserci dei punti d'incontro. Cambiano gli obiettivi con i quali questi due tipi di scienze nascono: quello della psicologia non è fare il sacro, almeno in senso convenzionale, ma dare una risposta scientifica nel senso occidentale del termine, a dei bisogni dell'umanità. Apportare sviluppo nella società.
Personalmente penso che la comprensione dell'uomo sia qualcosa di così profondamente magico che alla fine potrebbe portare, anche in ambito psicologico, a risvolti più che accademici o terapeutici, ma ad oggi siamo distanti da tutto ciò.
Mi chiedi un commento alla luce del video...beh, premettendo che oramai non ricordo più tanto di quanto è stato detto dal professore che ha parlato perchè l'ho ascoltato un mesetto fa, mi ha colpito molto l'osservazione sull'assenza di ''naturale'' nella vita dell'uomo di oggi. La questione su un' idea di natura o di natura in sè.
Io concordo sul primo punto e convengo con chi sostiene che l'essere umano sia una creatura così prettamente sociale, da aver perso quasi tutto del suo stato brado primordiale.
Natura, in fin dei conti, cos'è? La flora, la fauna, il ciclo delle stagioni? Mah! forse come viene suggerito nel video, è Mistero, un qualcosa di più profondo e impenetrabile. Una quintessenza che accomuna tutti, che la si voglia chiamare Cultura locale o universale, che la si voglia chiamare Anima Mundi, Risonanza o altro ancora...
In questo senso, sì, posso concordare sul parlare di scienza sacra intesa come accessibile all'iniziato che guarda oltre il velo e comtrapposta a quella profana, per tutti, svolta dinanzi ai gradini del tempio, sulla piazza o nei palazzi pubblici. Entrambe potrebbero mirare alla stessa cosa, ma in modi, tempi e soprattutto per persone diverse...Eppure queste sono congetture, sono convinto che tu abbia qualche risposta molto più stimolante di questa al quesito. Nevvero? [SM=g10303]

M. di Caraba
00martedì 29 marzo 2011 11:24
Re:
Luce_dell_Ovest, 29/03/2011 03.08:

Marchese: scienza sacra, scienza profana, queste son solo definizioni. Cambia ovviamente la visione del mondo che c'è dietro un percorso alchemico e uno psicologico, benchè possano esserci dei punti d'incontro. Cambiano gli obiettivi con i quali questi due tipi di scienze nascono: quello della psicologia non è fare il sacro, almeno in senso convenzionale, ma dare una risposta scientifica nel senso occidentale del termine, a dei bisogni dell'umanità. Apportare sviluppo nella società.


Caro Amico Lux, eh non saprei se ho una qualche risposta. [SM=g1488773]

Confesso che non ho ben compreso cosa sia "sacro" e cosa sia "profano"...
nonostante i buoni interventi chiarificatori della nostra Ulissa. [SM=g8429]

Nel video precedente a quello del prof del Giudice (file 4° di 5°) il relatore (di cui non so il nome)
parla del concetto di "grande anima" e dice che alcuni uomini riescono (o sono riusciti)
a trascendere l'individualità del se per approdare al noi.

Quindi sono passati dall'atteggiamento mentale che suona "io sono una parte del mondo
con i miei bisogni, esigenze, ecc." con quello più interessante che invece suona
"il mondo ed io siamo una cosa sola, i bisogni del mondo ed i miei bisogni coincidono, ecc."

Forse la psicologia è profana perchè si occupa delle piccole esigenze dei singoli individui?
Della serie: sono depresso perchè ho avuto un infanzia difficile?
In pratica si guarda al solo individuo, alla singola persona e stop. Piccolo sguardo = Piccola anima

Forse era questo che il mio amico psicoterapeuta voleva comunicarmi dicendo che la
psicologia è una scienza profana. [SM=g10303]

Salute a tutti

MdC
M. di Caraba
00martedì 29 marzo 2011 18:22
megalopsichia

Cari Amici,
siccome il pezzo mi piace troppo l'ho sbobbinato e riassunto. [SM=g6906]
Ecco qui di seguito l'estratto:

"Nell'antichità abbiamo un estrema varietà di idee sulla Natura:
gli Epicurei pensano una cosa della natura, gli aristotelici un'altra, gli stoici un'altra ancora, ecc.

Tuttavia ciò che accomuna tutte le idee di natura presso gli antichi è un atteggiamento fondamentale
in base al quale la Natura è considerata come un grande "esercizio spirituale".
In patica ciò che si ha di mira nello studio della natura è la profonda trasformazione dello studioso
e dell'osservatore.

Per Aristotele, ad esempio, bisognava studiare la Natura perchè ciò ci fa diventare più vicini
alla "vita divina" cioè alla vita della contemplazione. E questa vicinanza trasforma noi stessi nel
rapporto con il mondo, nel rapporto con gli altri, nel rapporto con la ricerca della verità.

Quindi "la traformazione degli umani", questa è la filosofia della natura come modo di vivere e non
solamente come modo di pensare. Infatti il pensiero è solo una parte del modo di vivere.

Invero vi sono certe verità che si possono comprendere solo se l'osservatore si trasforma adeguatamente,
altrimenti non appariranno mai.

Questa è la base di qualsiasi Sapienza in qualsiasi cultura.

Non posso pensare di capire l'interdipedenza tra noi e il mondo, di vederla, di percepirla, se non ho
trasformato profondamente il mio modo di essere, il mio modo di fare.
Non posso guardare il cielo in modo tale che io sia meravigliato da questo spettacolo e quindi senta di
appartenere a qualcosa che va più in la di me se non mi sono posto nella condizione idonea.

La conoscenza della natura è un qualcosa che va al di la dell'utile immediato... ciò però non vuol dire
che deve essere contro l'utile. Tuttavia si tratta di un "utile" che non ha nulla a che vedere con l'utile
"mio" "tuo" ma è un utile è ad un livello superiore.

Quindi occorre superare l'utile immediato, l'utile "io" "mio" come direbbero i buddisti, affinchè nella
dimensione dell'ordine della natura si produca quella che i greci chiamavano "megalopsichia", la grande
anima, la magnanimità.
Per gli antichi questo era fondamentale, l'esercizio della natura serve a produrre la "grande anima".
Se un individuo si appassionasse, si innamorasse dello spettacolo del cielo ciò senza volere l'aiuterebbe
a diventare "megalopsichico", ciò l'aiuterebbe a mettersi in questa dimensione straordinaria che va molto al
di la del suo "io" "mio".

La megalopsichia va al di la dell'utile ma è anche coscienza del limite... l'io nel suo rapporto con il cosmo
si espande ma nello stesso tempo si relativizza.
Noi non siamo dio ma siamo parte del tutto... ciò significa riconoscere la propria giusta misura.
Questo è il senso del limite degli antichi. Misura nello spazio e nel tempo.

La megalopsichia va costruita attraverso l'"obiettività" che è tutt'altra cosa rispetto all'oggettivismo
positivista. L'obiettività è lo sforzo di non coincidere coi propri interessi immediati, di riconoscere
che c'è qualcosa di vero al di la del proprio interesse utilitaristico.
L'obiettività è l'aiutarsi ad uscire dalla condizione egoistica, al di la dei propri singoli interessi.
Detto in un altro modo l'utilità etica dell'uomo è la purificazione e l'allontanamento dalle passioni solamente soggettive.

Attraverso la contemplazione si potrebbe deporre il fardello dei nostri interessi mondani i quali sono
ridicolizzati dinnanzi al grande spettacolo della natura.

Deporre il fardello vuol dire rinunciare ad affermare noi stessi a qualunque prezzo contro l'ordine del
mondo e a spese degli altri."

Salute a tutti

MdC
Luce_dell_Ovest
00martedì 29 marzo 2011 18:29
M. di Caraba, 29/03/2011 11.24:


Forse la psicologia è profana perchè si occupa delle piccole esigenze dei singoli individui?
Della serie: sono depresso perchè ho avuto un infanzia difficile?
In pratica si guarda al solo individuo, alla singola persona e stop. Piccolo sguardo = Piccola anima
MdC



Nell'intervento che ho scritto poco prima a Ulissa, ho proprio sostenuto il contrario, ossia che esiste una tendenza in psicologia a non lavorare più così ed è quella a cui appartengo io. Dire che si è depressi perchè si è passata una infanzia difficile, ad es., è riduzionismo. C'è chi la pensa così, trattando la mente al pari di un'operazione matematica elementare, ma come sostenevo sempre prima, la mente è bilogica, per capirla veramente bisogna entrare in un'ottica di logica non convenzionale, di nonsense oserei dire. La mente è il Noi, non l'Io.

Ora passo a leggere il tuo riassunto =))

Salute a voi!

Luce_dell_Ovest
00martedì 29 marzo 2011 18:36
Ottimo riassunto, Marchese!
I punti relativi alla megalopsichia e alla trasformazione dell'osservatore avevano colpito anche me ma li avevo dimenticati. Sono dei concetti, al giorno d'oggi, così ''progressisti'' che sarebbe difficile sostenerli in alcuni ambienti c.d. scientifici...
Pensavo, fra me e me, che quando ero bambino avevo un animo più grande di quello che mi ritrovo adesso, perchè sapevo appassionarmi autenticamente al cielo. Poi subentrano altri interessi, quel fardello con tutto il carico di ciniscmo e demotivazione, che possono tormentare il cammino. Mah... [SM=g8954]
ulissa
00mercoledì 30 marzo 2011 08:10
Carissimi Amici,
ho tanto da dire sui vostri interventi ms per ora mi viene in mente questo: la psicologia è una scienza profana di fondo in quanto nasce e si evolve con il fine di reintegrare le persone nella società e nella cultura corrente, accettandone fino in fondo le regole. Regole che nella persona c.d. disturbata sono per qualche motivo saltate. Non credo che la psicologia accetti il concetto di "schizofrenia controllata" per cui il lavoro dello psicoterapeuta è quello di eliminare questo disturbo sia che pensi derivi dall'esperienza personale che da quella sociale. L'intento è quello di "regolare le maschere" in modo di far sentire la persona uguale e coerente a tutte gli altri io sociali, fatti comunque di bisogni, di desideri, di "egoismo", insomma adeguata all'"apparenza", che è senza dubbio profana.
Infatti nella definizione di schizofrenia, il cui significato è mente divisa troviamo: "La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, con una gravità tale da limitare le normali attività della persona." (wiki)
Una via Sacra, porta alla trasformazione profonda della persona tanto da "alterare" il pensiero, il comportamento e l'affettività, limitando se non controllata le normali attività. Controllo che si ottiene avendo una chiara consapevolezza della differenza tra essere ed apparire, tra l'io e il sé. Consapevolezza che, come una sorta di schizofrenia, porta ad "usare" le maschere e non ad "esserne usati". La psicoterapia non tiene conto della metafisica o della trascendenza dell'essere e quindi non accetta come "normalità" tutto quello che ne è la prova.
In tempi "non sospetti" il folle era in grande considerazione nella società in quanto si pensava fosse in grado di comunicare con le forze superiori e sovra-individuali.
Guardare alla natura significa, secondo il concetto espresso dal Professore, fare alchimia che trasformandoci sia nel corpo che nella "mente" ci permette di vedere ciò che è "nascosto"; come ben sappiamo è un certo studio della natura anche la base di qualsiasi magia.
Insomma il sacro trasforma, il profano rende schiavi dell'apparenza, intesa come individualità o società degli individui.

Grazie a entrambi per aver stimolato le mie riflessioni, ho ancora tanto da dire: sarà per la prossima volta [SM=g10465]

saluti
Luce_dell_Ovest
00giovedì 31 marzo 2011 19:56
Re:
ulissa, 30/03/2011 08.10:

Infatti nella definizione di schizofrenia, il cui significato è mente divisa troviamo: "La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, con una gravità tale da limitare le normali attività della persona." (wiki)
Una via Sacra, porta alla trasformazione profonda della persona tanto da "alterare" il pensiero, il comportamento e l'affettività, limitando se non controllata le normali attività. Controllo che si ottiene avendo una chiara consapevolezza della differenza tra essere ed apparire, tra l'io e il sé. Consapevolezza che, come una sorta di schizofrenia, porta ad "usare" le maschere e non ad "esserne usati". La psicoterapia non tiene conto della metafisica o della trascendenza dell'essere e quindi non accetta come "normalità" tutto quello che ne è la prova.
[SM=g10465]

saluti



Ciao Ulissa,
molto interessanti davvero queste riflessioni. Aprirebbero la via a discussioni lunghissime, ma cercherò di rispondere brevemente e senza uscire troppo fuori tema.
Hai portato infatti, l'esempio della schizofrenia che, per come è stata studiata e classificata finora, è una patologia psichiatrica, che sta dentro l'alveo della scienza medica dunque. E le psicoterapie che operano nella direzione di curare un disagio o eliminare un sintomi, ahinoi, non sono altro che un surrogato dei trattamenti medico-chirurgici applicati alla mente.
Ma pensiamo, per esempio, alla psicoanalisi, in senso abbastanza lato. Pensiamo a quel processo che in un percorso analitico è obiettivo centrale del trattamento, perchè il fine si costruisce nel mentre, nell'interazione tra analista e cliente (e non dico volutamente paziente)...
La ricerca interiore che si muove nella dimensione sospesa e atemporale dell'inconscio per trovare un sè autentico, è qualcosa di non solamente arduo e costosissimo a livello personale, ma anche di profondamente coinvolgente. Trasforma visceralmente chi ci si sottopone e chi guida in questo percorso, in virtù della collaborazione e dello scambio che nasce nel rapporto duale di analisi. E' proprio un arrivare oltre la maschera, oltre le sovrastrutture e non c'è un limite di ''normalità'' consentito o accettabile nel farlo, nel senso che essendo la comprensione di sè e della realtà a cambiare chi affronta un'analisi, il risultato è un approccio diverso alla vita a 360 gradi. All'inizio del percorso la persona che si accinge ad affrontarlo può avere come obiettivo quello di uscirne epurata dal proprio malessere o sintomo negativo in una fantasia di guarigione medica, ma se il processo disconferma questo atteggiamento e apre nuove possibilità di consapevolezza esistenziale, la persona riesce a entrare in contatto col proprio desiderio, arrivando dunque a un livello di profondità mai esplorato fino a quel momento o dimenticato per una serie di ragioni contingenti. Questo è qualcosa, a mio avviso, di molto vicino al Sacro. D'altronde la psicanalisi insieme alla matematica, sono forse le uniche scienze tra quelle ''ortodosse'' a lavorare direttamente sui simboli (e non a caso sono quelle da cui la gente rifugge maggiormente, per il contenuto bollente che portano).

Qui ritorno a un discorso che feci già molto tempo fa su questo forum, parlando di Cammini esoterici che trasformano l'uomo. Tutte queste riflessioni mi fanno sempre più sospettare che esistano numerose strade che conducono a mete di cambiamento profondo e di risveglio, passatemi il termine, interiore. Strade che offrono quanto meno la scossa necessaria ad aprire gli occhi e interrogarsi sul senso di questa esistenza, magari guardando oltre, chi sa. L'esperienza umana moderna, che pare aver dimenticato il senso del sacro, è costellata di occasioni spesso nascoste nel quotidiano di evoluzione. E' èiù arduo probabilmente sfruttarle, perchè meno riconosciute e più mascherate, ma ci sono. E non è un caso se molti uomini di scienza (come testimoniano i video che abbiamo guardato) stiano considerando nuovi metodi di lettura per una ricerca scientifica, si tratti di Fisica quantistica o di Psicoanalisi o di Medicina etc.

Un caro saluto e a presto!

M. di Caraba
00venerdì 1 aprile 2011 09:03
immaginare

Cari Amici miei,
in verità il riassunto postato dell'intevento del nostro "prufissuri" riguarda solamente
la seconda parte del video... la prima parte è altrettanto interessante, secondo me.

Nella prima parte il nostro afferma che l'uomo è un animale singolare, l'unico in grado
di "immaginare altrimenti" (sentite come risuona bene questa espressione?)

Con il termine "immaginazione" non si intende qui solamente (come si fa di solito) la capacità
di produrre immagini nella nostra mente. "Immaginazione" vuol dire "immagini in azione"...
si fa riferimento alla capacità di passare dall'immagine mentale all'azione che si esplica in
un "lavoro".
In effetti tutto ciò che ci circonda, la nostra casa, i vestiti, le strade, le automobili, ecc.
sono tutte cose frutto dell'immaginazione umana mediata dal lavoro e dalla tecnica.
Non esiste in natura dell'acqua in bottiglia, tuttavia l'uomo è in grado, attraverso il lavoro
sulle materie prime, di produrre cose che non esistono in origine.

Gli altri animali questo non lo fannno o lo fanno in maniera molto meno "spinta".

Ora l'atteggiamento dello scienziato classico (non megalopsichico) nei confronti della Natura
è sempre stato quello di porsi fuori da essa, come spettatore, per analizzare il problema
dall'esterno. Perciò se esiste un problema da risolvere (in questo caso la comprensione della
natura) io cerco di pormi come "esterno".

Tuttavia questo atteggiamento è errato poichè sappiamo che l'uomo non solo è figlio della natura ma anche
parte integrante della Natura stessa. E dunque, tornando al lavoro e alla tecnica, la natura ha generato
l'uomo il quale modifica la natura stessa.
In altre parole è come se la natura modificasse se stessa attraverso l'azione immaginativa di un
essere che è parte di se stessa.

E' a questo punto che mi vengono in mente le misteriose parole degli alchimisti che affermano
che "la Natura si allieta nella Natura, la Natura si rigenera nella Natura, la Natura gode nella Natura".

A questo punto chiudiamo il cerchio con la seconda parte dell'intervento:
L'"immaginare altrimenti" di un individuo megalopsichico lo porterà ad agire nel tentare di comprendere
in modo sempre più profondo e contemplativo i processi della Natura.
In poche parole nell'immaginazione umana è la Natura che si sforza di comprendere se stessa.
Questa conclusione, scientifica e ascetica allo stesso tempo, suona molto simile ad una espressione di
cui abbiamo parlato tempo addietro con la cara Ulissa (nevvero?).

E cioè che Dio cerca di comprendere se stesso attraverso la manifestazione.

Probabilmente l'uomo, in quanto essere naturale, fornisce un contributo di un certo peso in tal senso.

Cosa ne pensate?

La natura è davvero un sommo mistero, Amici miei.

Salute a voi

MdC
M. di Caraba
00venerdì 1 aprile 2011 09:05
Re: Re:
Luce_dell_Ovest, 31/03/2011 19.56:

All'inizio del percorso la persona che si accinge ad affrontarlo può avere come obiettivo quello di uscirne epurata dal proprio malessere o sintomo negativo in una fantasia di guarigione medica, ma se il processo disconferma questo atteggiamento e apre nuove possibilità di consapevolezza esistenziale, la persona riesce a entrare in contatto col proprio desiderio, arrivando dunque a un livello di profondità mai esplorato fino a quel momento o dimenticato per una serie di ragioni contingenti. Questo è qualcosa, a mio avviso, di molto vicino al Sacro.


Caro Lux,
in verità non saprei se le cose funzionano propriamente in questo modo. Magari mi sbaglio, può essere.
Ho come l'impressione che questo scavare nell'interiorità di se stessi (o meglio, com dice Ulissa,
delle proprie maschere) porti, alla lunga, all'esasperazione più totale.

Benedetta esasperazione disperata. [SM=g10132]

In pratica ho un problema, risolto il quale se ne palesa un altro, risolto il quale se ne palesa un altro, e poi un altro
e via dicendo fino a quando non incontrerò quello che amo definire "point break" il punto di rottura.

Si tratta della così detta "morte iniziatica" di cui abbiamo parlato insieme, ricordi?
Credo che seguendo la via di una qualsiasi scienza profana (matematica, fisica, chimica, psicologia, ecc.) possono
succedere tre cose:

1) non si incontra mai il point break poichè non si raggiunge mai un elevato grado di esasperazione cosciente
2) raggiunto il point break si diventa folli nel senso clinico del termine
3) si raggiunge il point break e si diventa folli savi

Per abbracciare il mondo bisogna essere come il cielo... difficoltà immane.

Salut

MdC
Luce_dell_Ovest
00venerdì 1 aprile 2011 19:45
Mi chiedo, in seguito alle riflessioni del caro Marchese, cosa sia questa Natura che ci ha generato. E lo chiedo anche a voi ovviamente.
L'etimo ci suggerisce che ''natura'' è ''la forza che genera'', dal latino naturus-a-um. (http://www.etimo.it/?term=natura).
L'uomo genera o meglio crea, dentro la creazione. E' una sorta di ciclo dunque, in cui noi stessi siamo naturati e naturanti. [SM=g10296]. Essendo parte integrante o meglio soggetti agenti che contribuiscono alla creazione di ciò che vedono e toccano, dovremmo avere questa coscienza partecipativa o questa visione olitistica della realtà, ma per una serie di influenze culturali specifiche tendiamo a distinguere, settorializzare, dividere in modo esasperatamente particellistico ed elementistico l'esistenza.

Marchese,
concordo con la tua visione del point-break [SM=g6889]
E se ti dicessi che chi arriva volontariamente da uno psicologo (senza esserci stato mandato per forza dunque) è già a un punto di rottura, o meglio, quella che alcuni chiamano rottura o crisi ''collusiva'' con la propria realtà? Tutto dipende dai casi e concordo ovviamente anche sulla questione dello scavare a vuoto. Questa concezione dello scavare come gli archeologi nelle rovine di Troia è molto freudiana, ma le cose si sono evolute. Ricercare dunque più che scavare e non una causa - chè le cause sono infinite e spesso non rintracciabili - ma un problema, perchè nel problema, sempre come suggerisce l'etimologia, è insita la soluzione. Solo che non tutti sono in grado di vederla.
Ma tu che hai questi amici psicoanalisti, di cosa ti occupi, sempre che si possa dire? [SM=g9371]
So che siete impegnati con Cronache esoteriche ultimamente...

Un saluto!
ulissa
00sabato 2 aprile 2011 07:47
Mio caro Amico Luce,
sono d'accordo con te quando affermi che nella vita si presentano tante occasioni per liberarsi dai veli dell'apparenza tra le quali ci sono eventi ed incontri, quindi anche l'incontro con uno psicoanalista può essere un motivo per cambiare punto di vista.
Il fatto è che per la psicoanalisi una trasformazione (di chi?) si ha dopo aver scoperto le motivazioni che portano ad un nostro disagio, mentre per la via iniziatica e contemplativa della natura, il mondo ti appare diverso solo se la trasformazione avviene.


ma se il processo disconferma questo atteggiamento e apre nuove possibilità di consapevolezza esistenziale, la persona riesce a entrare in contatto col proprio desiderio, arrivando dunque a un livello di profondità mai esplorato fino a quel momento o dimenticato per una serie di ragioni contingenti. Questo è qualcosa, a mio avviso, di molto vicino al Sacro. D'altronde la psicanalisi insieme alla matematica, sono forse le uniche scienze tra quelle ''ortodosse'' a lavorare direttamente sui simboli (e non a caso sono quelle da cui la gente rifugge maggiormente, per il contenuto bollente che portano).



Ora una profonda trasformazione avviene attraverso i simboli, i ritmi, i riti, l'armonizzazione dei nostri conflitti (la magia in generale) cose che lo psicoanalista usa ma senza saperne l'effettiva portata, egli è come un mago impazzito incosciente del fatto che esiste uno stato sovra-individuale o comunque non ne tiene conto e spesso (come ben sappiamo) il suo operato ha effetti devastanti. Inoltre egli "lavora" per un superamento, un annullamento del conflitto mentre l'armonia contiene i sé tutti i conflitti, i dualismi possibili.
Il conflitto che è alla base del disagio (senso di colpa per esempio) appartiene soltanto alle maschere. Il sé liberato anche contenendo tutti i conflitti non prova disagio.

buona giornata Amico mio
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:42.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com