Questa sera, tutti giocano a carte, io, invece, le carte so solo leggrle, sono una schiappa persino a rubamazzo e poi mi annoio
, così metto a frutto l'attesa rispondendo a questi bellissimi post, anche se il sonno mi sta uccidendo e non so quanto le mie risposte saranno coernti
Comincio al Marchese
M. di Caraba, 18/12/2012 09:49:
"E’ meglio cancellare tutta la storia personale, perché ciò ci libera dall’ostacolo dei pensieri altrui.
Solo perdendo l’importanza personale si diventa liberi e si perde un'altra cosa che deve essere abbandonata: la presunzione."
"Ogni volta che ti conoscono tu sei una cosa data per scontata e da quel momento in avanti non sarai più capace di rompere i legami dei loro pensieri. Io personalmente amo la libertà di essere sconosciuto.
Ho vuto la grande fortuna di sperimentare personalmente questa magnifica libertà!
Cinque o sei anni fa (scusate ma per me la misurazione del tempo è un evento misterioso) ho cambiato città. Dalla Puglia mi sono trasferita Milano, a parte le persone che mi ospitavano il resto delle persone con cui venivo in contatto non sapevano nulla, assolutamente nulla di me, pwerciò potevo essere chiunque volessi. Questa condizione è stata fondamentale per ricostruir la mia vita secondo i miei più intimi desideri e le mie più naturali inclinazioni.
Questa verità mi appare più palese in due occasioni:
quando torno al mio paese, dove tutti credono di sapere chi sono ed io mi sento improvvisamente imbrigliata da lacci invisibili. Ovviamente la sensazione dura poco poiché io non sono la persona che credono e dunque posso vivere la situazione con distacco.
La seconda situazione è quando parlo con una persona a me molto cara l cui storia personale è densa di quei "fantasmi" cui Ibsen dedicò una magnifica opera teatrale.
Questa persona vorrebbe disperatamente chiudere con il passato, voltare pagina e ricominciare ma quando si è immersi in una realtà in cui tutti credono di sapere chi sei solo perché cnoscono una piccola parte della tua storia personale è davvero difficilissimo.
Spesso dimentichiamo quanto i cmbiamenti fisici sia necessari per operare cambiamenti più profondo e viceversa.
ConoNero, 26/12/2012 15:08:
La sottrazione è via per la conoscenza. Non fare spoglia la realtà rivelatrice.
Non so se questa mia considerazione sia esattamente pertinente all'asserzione di ConoNero ma mi ha ricordato quando ho smesso di fumare, specie i primi tempi.
Smettere di fumar è stato il mio "
non-fare". Un fumatore fuma in dterminate situazioni, ha abitudini, appuntamenti fissi con la sigaretta ma non solo. La sigaretta offre scappatoie, pause, nascondigli. E' stato interessante scoprire come sono senza la sigaretta, questo viaggio di scoperta non è ancora concluso perché dopo du anni e più la sigaretta manca ancora, non tanto la nicotina quanto le abitudini, le pause e le "
scuse" offerte dal fumo, ancora oggi veli cadono e altri sono strappati in una scperta interessante e avventurosa.
Ora devo interromperrompermi, si torna a casa e finlmente si dorme
buona notta mici cari e,
giusto per restare in tema vi do la buona nott come d mia abitudine con il mio
Bimbasperduta
[Modificato da bimbasperduta 29/12/2012 23:10]