Violaoscura, 29/12/2012 17:33:
C'è un non-fare che è vedere e padroneggiare la realtà, dunque, secondo Castaneda. E un non-fare che è un ozioso agire ed affannarsi inefficace.
Cara
Viola,
cioè a tuo parere (seguendo il pensiero di Castaneda) ci sono due tipologie di "non-fare"?
Forse ho inteso male.
Comunque, a quanto sembra, Castaneda attinge molto dal Taoismo
nei discorsi sul non-fare.
X
Bimba:
Cara
Amica mia,
il guaio è che il nostro io si riorganizza, nel senso che una volta che ci si spoglia di determinate abitudini
e/o condizioni, l'io ne acquisisce di nuove. Indossa (come si diceva altrove, con Rita) nuove "maschere".
Ma probabilmente ciò è inevitabile fino a quando si è vivi.
Solo i morti non recitano più
Forse anche chi "muore" a livello iniziatico?
Booh, rifletterò sulla faccenda.
Però (nella nostra condizione) almeno sarebbe auspicabile essere
costantemente consapevoli dell'esistenza della maschera, cosa che "
sembra semplice ma è difficilissimo" come dice Castaneda.
Forse è questo il senso (o uno dei sensi) delle parole di Gesù
quando nei Vangeli raccomanda di
Vegliare costantemente.
"
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà." (Mt 24,42)
Della serie come guardare i vangeli da altri "viewpoints"
Salute a Tutti
MdC
[Modificato da M. di Caraba 30/12/2012 10:49]