Secondo me si sta perdendo di vista la definizione di magia esasperando l'uno e l'altro aspetto nel tentativo di attribuirgli una maggior importanza. La soluzione secondo me è che la magia si compone di entrambe le parti, quelle soggettive, delle proprie emozioni, del proprio microcosmo, con quelle metodiche/oggettive come le congiunzioni astrali, i tempi, le influenze degli astri, le analogie che poi riversano l'aspetto soggettivo sul macrocosmo. Alla fine il mago è colui che comprende e interpreta il Mondo e sa agire insieme ad esso.
Nella pratica: non posso discordare da water mage e da elyna, in quanto le nostre capacità emotive possono essere molto forti e spesso possono bastare ad attivare un processo magico o un incantesimo e allo stesso modo non posso discordare dal Marchese e da quanti sostenevano che le applicazioni pratiche di ciò che apprendiamo teoricamente siano importantissime soprattutto per la realizzazione di grandi rituali. Poi c'è da chiarire anche la figura del mago e del suo operato. Ho letto di pioggie, di fiori in inverno, aranceti in agosto e affini...bisogna anche rendersi conto che esiste un ordine superiore delle cose che procede da millenni e che è governato da quelle forze a cui ci rivolgiamo e che hanno come scopo principale quello di garantire il funzionamento della macchina macrocosmica. Un mago si, può fare molto..ma non riuscirà mai a fare tutto quello che vuole!!
Lo Stregone Bianco