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Arti divinatorie

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2013 11:54
25/05/2008 20:17
 
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Cartomanzia, I-Ching, Oniromanzia & Co.
Titolo: La Suprema arte della cartomanzia
Autore: DR. Moorne
Edizione: Brancato


"Il Creatore ha dato agli uomini l'intuizione delle Scienze occulte per indovinare le disgrazie ed evitarle, o per
rassegnarsi ad esse in anticipo. E fa ancora di più: invia a quelli che sente e riconosce deboli, e qualche volta anche
alle anime elette, presentimenti sui fatti più salienti della loro esistenza. Se l'uomo porta nella sua fronte, nel suo
viso, nelle sue mani, nei suoi piedi, in tutto il suo corpo, i segni che caratterizzano idee, sentimenti ed inclinazioni,
cosa vi sarebbe di strano che una combinazione di geroglifici ci apra il libro dell'avvenire dell'uomo?
Non lo fa forse perché si compia quel precetto divino che dice: "nosce te ipsum" (conosci te stesso) per imporre alle
passioni la correzione che la ragione consiglia?

* * *


Tutto è analogia fra i diversi mondi della creazione. Quando una disgrazia imprevista minaccia certe persone di carattere eminentemente nervoso,
le radiazioni che esse proiettano intorno a se stesse sono meno potenti, meno attive. Tutto è oscuro nelle loro anime, ed una voce intima grugnisce
e minaccia nel seno delle nuvole per annunciare la tempesta…."

Cari amici,
apro la sezione Divinazione, con il libro che mi ha in un qualche modo "iniziata". Purtroppo oggi è molto difficile trovarlo
in libreria ma su internet è ancora venduto a prezzi abbordabili. Il libro non è un semplice manuale ma anche una guida,
infatti oltre ad una breve storia della cartomanzia ed a molti metodi divinatori esso contiene una sorta di vademecum sulle
abilità, caratteristiche morali e la via spirituale a cui un cartomante deve attenersi se vuole essere degno di tale nome.
Troppo spesso, troppe persone, sprecano grandi potenziali, doni dei quali dovrebbero essere grati per non aver compreso cosa
sia la divinazione e, meno che mai perché non hanno compreso quale sia la loro missione d'amore e devozione, il libro che
propongo dà l'opportunità di non cadere in simili errori, buona lettura, in tutti i sensi.

Questo libro è una sorta di manuale sulla cartomanzia secondo la tradizione trasmessa da Etteila, consiglio dunque,
a chi voglia usarlo di procurarsi i tarocchi di Etteila o "Libro di Thot" facilmente reperibili in qualsiasi
libreria esoterica se non addirittura allegati al libro.

Che le Ali di Thot vi proteggano,

Bimba.

Se volete il libro ma non lo trovate scrivete a infoshop@cronacheesoteriche.com per ordinarlo [SM=g1488782]

Per inserire commenti relativi a questo e gli altri libri consigliati in questa sezione usare questo link
[Modificato da bimbasperduta 01/03/2012 00:58]
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17/06/2008 14:05
 
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Vorrei aggiungere che il libro è appena stato ristampato, quindi lo trovate il qualsiasi libreria esoterica col titolo " La suprema arte egizia della divinazione con le carte" e dovrebbero essere incluso il mazzo dei tarocchi. Se non lo trovate ordinatelo, è un ottimo manuale io mi trovo benissimo.
e se posso aggiungere un altro manuale molto semplice, ma completo è quello di LAURA TUAN "Il linguaggio segrto dei tarocchi".


Ciao a tutti.

Per eventuali commenti scrivere in questo link
[Modificato da bimbasperduta 26/09/2009 12:02]
30/03/2009 11:06
 
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rieccomi
Finalmente dopo tanto tempo, oggi ho un minuto da dedicare al forum.
Volevo completare il mio post precedente, poiché non l'ho mai completato.
Allora parlavo del libro di Laura TUAN "Il linguaggio segreto dei tarocchi".
Non è uno dei soliti libri sui tarocchi, è si un manuale, ma un manuale di grande chiarezza e facilità, perché ha una esposizione fresca, nuova e profondamente sensibile.
Il libro è diviso in più parti: la cartomanzia, gli arcani maggiori ed i minori, i giochi.
Io l'ho utilizzo ancora oggi dopo tre anni e mi trovo benissimo, poiché non spiega solo il significato della carta a livello interpretativo, ma anche a livello simbolico e cioè spiega tutta la raffigurazione della carta.
Non dico più altro, preferisco che il libro lo scopriate da soli,(a chi lo comprerà).
Un bacio
Yres [SM=g8429]

Per eventuali commenti scrivere a questo link
[Modificato da bimbasperduta 26/09/2009 12:03]
31/03/2009 17:14
 
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Nuovo oracolo
Titolo: Le carte dei cristalli d'acqua
Autore: Masaru Emoto
Edizione:Il punto d'incontro


* * *


Questo mezzo oracolare è stato creato dal dottor Masaru Emoto, si tratta di 48 carte che ci presenta così:

"In base alle mie ricerche, credo che l'acqua degli oceani conservi la memoria di tutte le creature che vi hanno vissuto, e che forse i ghiacciai della terra contengono milioni di anni di storia del nostro pianeta. L'acqua avvolge il globo, scorrendo nei nostri corpi e sgorgando verso l'esterno. Se fossimo in grado di decifrare le informazioni contenute nella memoria dell'acqua, potremmo comprendere il cosmo, le meraviglie della natura e la vita stessa.
Sottolineo sempre che l'energia è vibrazione e che la vibrazione è vita. Le parole sono vibrazioni. Le parole, quindi, sono vita. Credo che i popoli antichi sapessero che ogni cosa inizia con una vibrazione ed erano consapevoli che la vita è vibrazione, luce e suono.
Penso che gli esseri umani abbiano creato le parole con lo scopo di distinguere i suoni della natura e confrontarli gli uni con gli altri. Le parole, quindi, non sono altro che un dono divino della natura. I cristalli d'acqua con la loro struttura illustrano proprio questo dono divino.
L'acqua è un mezzo che riceve e assimila anche le visbrazioni più sottili. Anche quando questwe vibrazioni son0o sotto forma di caratteri o lettere che rappresentano il linguaggio, l'acqua ci mostra l'energia che contengono attraverso la forma dei cristalli: cerca di comunicarci qualcosa. Le emozioni negative le impediscono di formare strutture regolari, quelle positive invece consentono lo sviluppo di stupende forme esagonali.
L'acqua costituisce il 70% dei nostri corpi e secondo me le informazioni contenute in essa indubbiamente hanno un ruolo importante nel determinare il nostro stato di salute, il nostro atteggiamento nei confronti del mondo e di quello che il mondo ci riserva.
Ho ricevuto molte richieste dai miei lettori di fare poster e fotografie dei cristalli che ho scoperto.
Ho scelto di creare un oracolo di carte basato sul mio archivio fotografico perchè i lettori possano utilizzarle per scopi pratici. Il mazzo è formato da 48 carte divise in quattro gruppi da dodici: carte della guarigione, carte della saggezza, carte del potere, carte della terra."


Che le Ali di Thot vi proteggano,

Bimba


Per Eventuali commenti scrivere in questo link
[Modificato da bimbasperduta 26/09/2009 12:04]
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08/04/2009 14:45
 
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Post spostato
Ciao Elyna,
per questioni di ordine ho spostato il tuo post in una nuova discussione, ovvero qui.
A presto.
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29/09/2009 19:16
 
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LA VIA DEL SACRO
I Simboli dei Tarocchi fra Oriente ed Occidente
Autore:Gerardo Lonardoni;
Editore:Edizioni Martina 2008;
Prezzo:€ 35,00


* * *


Cari amici,
questa volta vi propongo davvero un libro magnifico che affronta un tema da noi sfiorato nella discussione sulla "Azione-non azione", ovvero la molteplicità dell'Uno, il suo corporificarsi e reincarnarsi, davvero molto interessante.

Purtroppo tutto il contenuto del libro è coperto, anzi blindato da copyright e dunque non mi sento di riportarne stralci, giacchè all'inizio del libro è chiaramente scritto che la cosa è vietata, così per non rischiare, piporto solo alcune note biografiche, spero di non incorrere in nulla, bene cominciamo:

Gerardo Lonardoni dal 2001 fa parte dell'Associazione Culturale "Le Tarot", organismo di studi storico-simbolici che raccoglia autorevoli accademici e personalità del mondo culturale italiano. In tale veste è stato componente di diversi comitati scientifici per la realizzazione di prestigiose esposizioni internzionali sui tarocchi curate dalla stessa associazione. (Note biografiche di copertina)

Il Libro, contenuto:Il testo tratta del percorso esoterico indicato dai tarocchi, confrontato con le dottrine induiste e buddiste e, in particolare con le 22 Tare, che derivano da Shiva e la sua sposa ovvero la Tara principale e che sono il ponte per il Risveglio (anche qui c'è una Papessa di mezzo), ma i simboli dei tarocchi vengono analizzati anche nel confronto con l'I-ching e altre simbologia affini, conducendoci in un viaggio verso la spoliazione e il risveglio profondo, attraverso le immagino del mondo terreno/esoterico (mia confusa esposizione )

Bene, buona lettura a tutti, vi assicuro che ne vale la pena
Bimba

Per Eventuali commenti scrivere in questo link

Su gentile concessione dell'autore aggiungo la presentazione del libro con relative immagini

“La Via del Sacro – i simboli dei Tarocchi fra Oriente e Occidente” costituisce nel mondo il primo saggio di studio e comparazione del Tarocco con apparati simbolici orientali le cui radici si trovano nel culto di Shiva e in quello di Tara.
Il Tarocco, sorto nell’Italia del Nord tra la fine del Trecento e i primi decenni del secolo successivo, costituisce un insieme simbolico unico nel suo genere in tutta la storia dell’Occidente, ed è stato intensamente studiato negli ambienti esoterici a partire dalla fine del Settecento. Ma gli aspetti tuttora ignoti del Tarocco sono molti, a cominciare dalla sua origine.
Inizialmente, il gioco era chiamato col nome italiano di “Trionfi”. Ma agli inizi del Cinquecento, quando gli Arcani erano già conosciuti da almeno un secolo, apparve una nuova denominazione che soppiantò in brevissimo tempo quella precedente: “Tarocco” o “Tarot”, divenuta oggi di uso internazionale. La nuova denominazione presentava fin dal suo sorgere un’etimologia e un significato del tutto sconosciuti; diverse opere cinquecentesche, citate nel testo, s’interrogano vanamente al riguardo, giungendo a risultati del tutto contrastanti.
Per almeno tre secoli i Tarocchi furono usati esclusivamente a scopo ludico. Fu solo a partire dall’età dell’Illuminismo che membri importanti della Massoneria europea, a partire da Court de Gèbelin, ne rivelarono la natura sapienziale e ne approfondirono successivamente lo studio. Da quest’epoca inizia anche la sua sistematica utilizzazione a scopo divinatorio. Tuttavia allo stato attuale delle conoscenze storiche ancora non si conosce con certezza chi e perché ha creato questo enigmatico insieme di raffigurazioni allegoriche, in cui si alternano l’Angelo e il Diavolo, il Mago e l’Eremita, il Papa e la Papessa, l’Innamorato e la Morte. Si ignora altresì il motivo per cui questo insieme ha mutato il proprio nome da “Trionfi” a “Tarocchi”, un secolo dopo la sua apparizione in Occidente; perché sono stati importanti membri della Massoneria a conferire al Tarocco una dignità sapienziale, sottraendolo al gioco cui per secoli era rimasto confinato; e infine perché questo importante apparato simbolico è rimasto tanto a lungo misconosciuto.
Agli interrogativi di carattere storico se ne sovrappone un altro che li compendia tutti in sé: se il Tarocco costituisce una dottrina di carattere filosofico (nel senso più elevato della parola) celata sotto forma di antichi simboli, in che modo si può riscoprirne il significato più profondo, superando le interpretazioni di carattere morale o esoterico, a volte contraddittorie, fiorite a seguito delle speculazioni ottocentesche di Eliphas Lèvi, Jean-Baptiste Pitois, Oswald Wirth e dei loro successori?
La risposta a questi interrogativi potrebbe trovarsi in alcune dottrine sapienziali sorte nel seno dello shivaismo e del buddhismo, sviluppatesi prima del Mille nella zona himalayana, da cui sono sorti nel Kashmir il corpus di 78 aforismi che va sotto la denominazione di Shivasutra, e in Tibet l’insieme simbolico e pittorico conosciuto come Tara Verde e le sue 21 emanazioni . Penetrate nelle terre islamiche, ove avrebbero trovato un ambiente adatto nelle confraternite sufiche (“Tariqà”), avrebbero conosciuto un’ulteriore rielaborazione e sarebbero infine giunte, seguendo il consueto percorso della “migrazione dei simboli”, in Italia. Qui si sarebbero fuse nell’antica tradizione sapienziale occidentale, che si era già espressa nel meraviglioso simbolismo delle cattedrali, ereditato successivamente dalle logge massoniche; e nelle corti italiane del primo Rinascimento avrebbero trovato l’ambiente ideale per venire presentate all’Occidente, celate sotto il velo dell’iconografia.
Lo studio comparato di quegli apparati simbolici orientali e dell’iconografia del Tarocco apre nuovi campi d’indagine finora inesplorati, e consente la comprensione degli Arcani al loro più alto livello, quale rappresentazione simbolica dell’universo interiore.
A scopo di esempio e presentazione, alleghiamo le pagine dedicate all’Arcano ventiduesimo o Zero (il Matto), all’omologo aforisma di Shiva, e alla Tara corrispondente.

Il Matto




0 LA POSSIBILITÀ INFINITA.
La somma delle infinite possibilità
È eternamente pari a zero;
il Tutto si equilibra nel Nulla.

L’ultima lama degli arcani maggiori dei tarocchi è anche la più misteriosa.
Uno strano personaggio, vestito con gli abiti di un giullare del Medioevo, cammina appoggiandosi a un bastone. Il suo sguardo è perso nel vuoto, sulla spalla destra porta un’asta cui è appesa una sacca. L’asta è suddivisa in tre segmenti. Il suo cappello, come quello del Mago, è visibile solo parzialmente poiché la sua estremità superiore si perde oltre il margine della carta. Un animale non ben identificabile, forse un piccolo cane, sembra lacerargli i pantaloni da dietro, scoprendogli gamba e natica. Ma l’atteggiamento dell’animale non è aggressivo, pare stia solo giocando con uno strappo nei pantaloni che forse preesisteva. Come il cappello del Matto anche l’estremità posteriore del cane non è visibile, a dimostrazione che l’Infimo e il Sublime restano entrambi inconoscibili. Le più basse pulsioni animali e la mente suprema escono dall’ambito delle nostre capacità di comprensione: possiamo solo esserne testimoni consapevoli.
Il Matto è l’unica carta che non ha numero, ma solo il nome; al contrario della Morte, che ha il numero ma non il nome. Le si attribuisce tradizionalmente il valore di Zero e può essere posta all’inizio della serie oppure alla fine. Anche il significato che le si attribuisce varia a seconda degli autori.
La maggior parte degli scrittori ottocenteschi vedevano nel Matto il simbolo della follia umana, della disperazione, degli impulsi ciechi che portano l’uomo alla rovina. Oggi invece si tende ad una sua rivalutazione, attribuendogli un significato addirittura opposto: il Folle Divino, cioè l’uomo che, avendo trasceso se stesso ed essendosi ricongiunto alla propria Natura Superiore, non si assoggetta ad alcuna regola o legge, poiché ormai è al di sopra di esse. In Oriente il Folle Divino è ben conosciuto: alcune immagini popolari del “Buddha che ride” lo raffigurano vestito di stracci, con un enorme ventre scoperto e una sacca sulle spalle, proprio come il Matto. L’immagine è visibile nell’opera fondamentale dello Zen “I dieci tori di Kakuan”, costituita da dieci immagini raffiguranti il cammino verso l’autorealizzazione, accompagnati da altrettanti aforismi. Il Buddha che ride compare nell’ultima immagine: la sua analogia col Matto dei tarocchi appare evidente, a riprova che Oriente e Occidente si toccano nelle loro simbologie più elevate.



Il mazzo Rider-Waite, più volte citato, si ispira all’Oriente quando raffigura il Matto come un giovane in abito rinascimentale, con la ruota del Dharma raffigurata sul costume, una rosa in mano come quella che il Buddha donò al suo discepolo Mahakashap, mentre corre vicino ai precipizi con espressione gioiosa seguito da un cagnolino bianco festoso: perfetta raffigurazione dell’uomo in armonia con l’Universo.
Il Matto è l’Inconoscibile, l’En Soph dei Cabalisti, il Nagual di Castaneda, la Vacuità del buddismo: ciò che ci circonda e che non potremo mai conoscere, ma soltanto esserne testimoni attoniti. Quando la nostra Coscienza per un attimo si affaccia su questo baratro, sperimenta la suprema libertà, purché sappia non perdere se stessa in questa vastità. In essa l’unico punto di riferimento è la Coscienza stessa, poiché tutte le forze vi si equilibrano e nessuna prevale per dare origine alla Manifestazione. Quando il Matto deciderà di agire, dovrà “uscire da se stesso” per “e-sistere”, diventare cioè un nuovo Inizio, assumendo la forma del Mago. Allora aprirà il sacco che porta sulle spalle e che contiene i quattro elementi, per dare inizio ad una nuova Manifestazione.
Sarà bene ricordare che lo Zero non è il Nulla. Quest’ultimo, inteso nel senso di “Vuoto cosmico” è una contraddizione in termini: il vuoto è sempre temporaneo, in attesa di essere riempito. In realtà, zero è il punto in cui le forze si annullano: quando ad una forza pari a dieci opponiamo una forza pari anch’essa a dieci e direzionata in senso opposto, il risultato dà zero. Quello è il punto in cui le forze si compensano, come nell’occhio del ciclone. Il Matto rappresenta il punto centrale del rosone della cattedrale, in cui i raggi della ruota si annullano a vicenda; egli è Tutto e Nulla al tempo stesso. Riceve e dà tutto contemporaneamente, perché non appartiene a nessuno. Questo è il suo potere.
Quando il Matto compare in un gioco, ogni punto di riferimento è perduto. Ciò può costituire una grande opportunità per chi ne sia all’altezza, perché potrà dare inizio ad un nuovo corso nella vita. A volte brancolare nel buio precede una rapida evoluzione.


Il Tarocco e gli Shivasutra


Il ventiduesimo sutra recita “meditando sul grande lago entra in contatto con la forza dei mantra”.
“Il Grande Lago” è la suprema Coscienza, da cui promana come sua emanazione il mondo sensibile. Meditando sulla coscienza, si entra in contatto con la forza dei mantra, cioè i sacri suoni che agiscono sulla Sostanza dandole forma. Questi sono formati dalle cinquanta lettere dell’alfabeto sanscrito che costituiscono nell’insieme la matrice e in generale la Ruota delle Potenze. La Coscienza che ha riassorbito in sé il proprio riflesso incarnato, entra ora in contatto con la forza dei suoni creatori ed è pronta a emettere una nuova Manifestazione, a riassumere cioè le sembianze del Mago ad un più alto livello. Il ciclo emanazione - riassorbimento è incessante, come la sistole e la diastole, l’inspirazione e l’espirazione.
Rapportato al corrispondente arcano l’aforisma afferma che, dopo essersi riposata in se stessa come Mondo, la Coscienza ora entra in contatto con la forza del suono creatore del mantra: nuovamente potrà diventare coscienza creatrice, prendendo forma ed incarnandosi se tale sarà la sua libera Volontà. Come sappiamo, la tradizione vuole che la Coscienza possa incarnarsi ed esperimentare il mondo sensibile senza necessariamente perdersi in esso, senza cioè fare la scelta che abbiamo visto compiere all’Innamorato. La Coscienza può dunque assumere forma terrena, senza perdere il ricordo di sé, né uscire dal “Paradiso Terrestre”, dallo stato primordiale in cui l’esperienza del mondo sensibile non precludeva quella dei mondi soprasensibili, ma l’una conviveva a fianco dell’altra. Giunta al termine del suo viaggio nella Materia, la Coscienza potrà, se lo vorrà, assumere nuovamente forma tangibile come essere umano, senza con ciò estraniarsi da se stessa, ma conservando il proprio retaggio d’immortalità.

L’Assemblea delle 21 Tare




Al centro del mandala delle 21 tare si trova Tara Verde, fonte di tutti gli altri suoi aspetti. Ella è considerata “la madre di tutti i Buddha” passati, presenti e futuri, perché li ha nutriti e ne ha avuto cura come fa una madre per i figli. Allo stesso tempo ella ha incarnato tutte le loro perfette qualità. Il suo colore verde la ricollega all’elemento aria e indica la sua capacità di agire velocemente in soccorso di chi la invoca. Il suo mantra è “Om tare tuttare ture soha”.
Ella ha la gamba sinistra piegata e la destra piegata a metà. La gamba sinistra piegata significa la rinuncia alle emozioni conflittuali della psiche, la gamba destra piegata solo a metà significa che Ella è pronta ad alzarsi per apportare aiuto agli esseri senzienti. Il significato complessivo della posizione delle gambe indica che tara, benché sia totalmente libera dalle imperfezioni del Samsara, rimane nei mondi della sofferenza per aiutare gli esseri senzienti. L’immagine costituisce una rappresentazione dello stato in cui la Coscienza, benché incarnata, rimane pienamente consapevole di sé e capace di agire per il bene degli esseri ancora imprigionati nella materia.
La tara verde è la fonte di tutti gli altri suoi aspetti, e la madre di tutti i Buddha, così come il Matto è, nel suo significato più elevato, l’origine di ogni altro arcano. In esso, in quanto Supremo Inconoscibile, è ricompresa l’intera manifestazione dei mondi sensibili. Poiché trascende ogni possibilità di comprensione della mente umana, è inutile parlarne: le parole velano, anziché spiegare, la sua essenza.

Argomenti trattati nell’Opera


PRESENTAZIONE
Di Franco Cardini

Il prof. Cardini si sofferma sull’importante vicenda storica della migrazione dei simboli da Oriente ad Occidente.

INTRODUZIONE
Di Andrea Vitali

L’autore dell’introduzione, storico del Tarocco di fama internazionale, delinea in modo sintetico ma completo le nostre attuali conoscenze sull’origine delle famose carte da gioco e da divinazione.

PREMESSA

Partendo dai dati storici sintetizzati nell’introduzione da Andrea Vitali, l’Autore introduce nuove ipotesi sulle origini del Tarocco, evidenziandone da un lato la continuità iconografica rispetto al simbolismo delle cattedrali, dall’altro le analogie esistenti fra il loro significato tradizionale e due importanti apparati simbolici orientali: gli Shivasutra e le 21 Emanazioni di Tara.

Cap. I – la vitalizzazione dei simboli

Il capitolo si sofferma sul significato e sull’impiego dei simboli come strumento d’indagine e contemplazione interiore.

Cap. II – il Tarocco e le tradizioni orientali

Prima analisi in forma generale dell’ipotesi di derivazione del Tarocco dalle dottrine presenti nell’area himalayana prima del Mille d.C.: gli “Aforismi di Shiva” di Vasugupta, e il culto delle 21 emanazioni di Tara.

Cap. III – gli aspetti numerologici del Tarocco

Il capitolo esamina alcuni evidenti rapporti tra la struttura numerica del Tarocco e ciò che si conosce dell’antica “scienza dei numeri”.

Cap. IV – il Tarocco e l’ Yi King

Un breve ma fondamentale esame del metodo da applicare per uno studio comparato dei due più grandi sistemi divinatori d’Oriente e d’Occidente.

Cap. V – gli Arcani della Trasformazione

Studio analitico dei ventidue arcani maggiori, dei corrispondenti “aforismi di Shiva” e delle corrispondenti Emanazioni di Tara. Il capitolo cerca di mettere in luce le profonde relazioni esistenti fra i rispettivi apparati simbolici.

Cap. VI – gli Arcani minori: il sentiero dell’Evoluzione

Il capitolo illustra anzitutto le differenze di livello esistenti fra il simbolismo negli arcani maggiori e in quelli minori; quindi esamina il significato dei numeri e dei semi raffigurati nelle carte. Si sofferma infine sull’iconografia e il simbolismo dei singoli arcani minori, raggruppati nei tradizionali elementi di Fuoco, Terra, Aria, Acqua.

Cap.VII – Visione di Shamballa

A completamento dell’opera, si esamina brevemente il significato storico della divinazione, e si descrive un metodo di consultazione del Tarocco a tale scopo.

Cap. VIII – note sulla divinazione

Cap. IX – epilogo

Cap. X – bibliografia essenziale.





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Rune, l'afabeto degli Dei
Titolo: Rune, l'alfabeto degli Dei
Edizione: Cronache Esoteriche


Rune, Significati e metodi divinatori - Un testo semplice e chiaro che introduce nel magico mondo delle Rune - pp. 25

Costo: € 5,90

«Io so che pendetti dall’albero spazzato dal vento
Per nove notti intere,
dalla lancia ferito e sacrificato a Odino,
io stesso a me stesso,
su quell’albero che nessuno sa
da quali radici cresca.

Pane nessuno mi diede né corno per bere,
in basso guardavo;
raccolsi le rune, urlando le presi,
poi caddi di lassù.
»

Carme di Odino

* * *


Le rune sono uno degli alfabeti sacri più antichi al mondo.
Presso i popoli nordici esse erano utilizzate per lanciare qualsiasi tipo di incantesimo e racchiudevano in se i segreti della magia e dei poteri di guarigione, sapienza e controllo della Natura. Oggi le rune sono utilizzate principlamente a scopo divinatorio, questo piccolo "quaderno" è una guida semplice e pratica ad un primo utilizzo delle 22 lettere sacre dell'alfabeto nordico. Infatti, nel quaderno torverete, due metodi divinatori, due meditazioni con le rune e i significati divinatori di ciascuna runa con il relativo consiglio.

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