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Gli indiani d'america

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2010 10:50
28/12/2009 14:58
 
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Leggende
Carissimi amici,
qualche mese fa, in un mercatino dellusato ho trovato un libro molto interessante:"Miti e leggende degli Indiani d'America"
ed. Paoline, traduzione di Mario Marchiori.
Le storie narrate sono molto belle e conservano un antica saggezza che mi piacerebbe condividere con voi, inoltre,
possono aiutarci a comprendere e scoprire meglio la cultura Indiana e la sua religiosità.

Tratto da Miti e leggende degli Indiani d'America
prefazione alla storia
Quello che il Bufalo rappresentava per le tribù nomadi delle pianure, il grano era per le popolazioni agricole dell'Est
e del Sudovest il sacro cibo che nutre, il soggetto di innumerevoli leggende ed il tema centrale di molti rituali.
Derivato da un' erba selvatica chiamata
teosintl, il grano fu piantato nella valle Tehuacan del Messico almeno 8.000
anni fa. Il grano più antico trovato a nord del confine fu scoperto a Bat Cave, nel Nuovo Messico. Risale a circa 5.500
anni fa. Gli Hopi dicono "Moing'iima fa il grano. Ogni cosa cresce sul suo corpo. Egli è basso, circa l'altezza di un ragazzo,
ha un partener femmina, ed ogni estate divene pesante, perchè il suo corpo è pieno di vegetali: angurie, grano, melopoponi.
Essi crescono sul suo corpo. Quando gli Hopi seminano, invariabilmente gli chiedono che il raccolto sia abbondante; allora
ogni cosa vegetale che frutta, spunta. Quando rade il suo corpo, i semi escono, e dopo il suo corpo è snello. Egli usa vivere
su questa terra e si accomagna con gli Hopi. Quando ogni cosa è matura, egli diviene magro e infelice. Egli risiede in Occidente".
Come possiamo vedere nella leggenda che segue, che è tratta da una tribù del New England (Penodsocot), anche le tribù dell'Est
attribuiscono al grano la stessa importanza.

La leggenda: Madre Grano
Quando Kloskurbeh, l'Onnipotente, viveva sulla terra, quaggiù non v'era ancora la gente. Ma un giorno, quando il sole era alto
sull'orizzonte, un giovane apparve e lo chiamò:"Zio, fratello di mia madre". Questo giovane era nato dalla schiuma delle onde,
una schiuma agitata dal vento e riscaldata dal sole. Erano stati il moto del vento e il calore del sole a dargli la vita,
il calore soprattutto perchè il calore è vita. Ed il giovane visse con Kloskurbeh e divenne il suo principale aiutante.
orbene, dopo che questi due esseri potenti ebbero creato ogni cosa, un giorno, mentre il sole splendeva nel pieno meriggio, arrivò
una bella ragazza. Era nata da una meravigliosa pianta del suolo, dalla rugiada e dal calore. Una goccia di rugiada era caduta sopra una foglia
che il calore del sole aveva poi riscladato; e poichè il calore del sole è vita, così nacque quella ragazza: dalle verdi piante viventi,
dall'umidità e dal calore.
"Io sono amore", disse la fanciulla. "Io sono colei che dà energia, che nutre, che provvede per gli uomini e gli animali. Tutti mi amano".
Allora Kloskurbeh ringraziò il Grande Mistero che è nel Cielo per aver mandato loro quella fanciulla. Il giovane, il Grande Nipote, la sposò, e la ragazza partorì e divenne così la Prima Madre. E Kloskurbeh, il Grande Zio, che insegna agli uomini quello che occorre sapere, insegnò ai loro figli come dovevano vivere. Quindi partì per andare a risiedere nel Nord, da dove talvolta ritornava quando avevano bisogno di lui.
La gente intanto cresceva ed aumentava di numero. E poichè viveva di caccia, tanto più cresceva di numero e tanto meno selvaggina poteva
trovare. Cercava di scovarla, ma poichè questa diveniva sempre più scarsa, la fame si diffuse tra la gente. E la Prima Madre
ebbe pietà di loro.
I bambini andarono dalla Prima Madre e le dissero:"Abbiamo fame. Nutrici". Ma lei non aveva niente da dar loro e pianse.
Disse loro:"Abbiate pazienza. Vi procurerò del cibo e le vostre pancine saranno riempite". Ma continuò a piangere.
Il marito le domandò:"Come posso farti sorridere? Come posso farti felice?"
"C'è una sola cosa che può fermare le mie lacrime".
"Che cos'è?" chiese il marito.
"Devi uccidermi".
"Non potrei mai farlo".
"Devi, se no piangerò e sarò triste per sempre".
Allora il marito andò lontano, ai confini del mondo, sino al Nord per chiedere al Grande Maestro, suo zio Kloskurbeh, quello che
doveva fare.
"Devi fare quello che lei vuole. Devi ucciderla", disse Kloskurbeh. Allora il giovane tornò a casa e questa volta fu il suo turno di piangere. Ma la Prima Madre disse: "Domani nel pieno meriggio dovrai farlo. E dopo avermi ucciso, lascia che due dei nostri figli mi
afferrino per i capelli e trascinino il mio corpo fino a quel pezzo di terra deserto. Lascia che mi trascinino avanti e indietro, avanti e
indietro su ciascuna parte dell'appezzamento, sino a che ogni lembo della mia carne non si sia staccato dal corpo. Dopo di ciò prendi le mie ossa, raccoglile e sotterrale nel bel mezzo di quel terreno dissodato. quindi allontanati da quel posto". Essa sorrise e disse:
"Attendi sette lune e poi ritorna, e là troverai le mie carni, carni donate per amore, le quali ti nutriranno e ti daranno forza per l'eternità".
Così fu fatto. Il marito uccise la moglie, ed i suoi figli, pregando, ne trascinarono il corpo avanti e indietro come aveva ordinato di fare, sino a che le sue carni non ebbero coperto il suolo. Quindi raccolsero le sue ossa e le seppellirono nel centro. Poi, piangendo forte, se ne andarono via.
Quando il marito ed i figli ed i figli dei figli, dopo che furono trascorse sette lune, ritornarono in quel luogo, trovarono il terreno coperto di alte e verdi piante fiorite. Il frutto delle piante - il grano - era la carne della Prima Madre e la trovarono dolce oltre o gni dire. Seguendo le sue istruzioni non la mangiarono tutta, ma misero molti di quei chicchi nella terra. In questo modo la sua carne ed il suo spirito ogni sette mesi si rinnovarono, di generazione in generazione. E nel luogo dove avevano seppellito le ossa della Prima Madre, era cresciuta un'altra pianta, fragrante e dalle foglie larghe. Era il respiro della prima Madre ed essi udirono il suo spirito parlare: "Bruciala tutta e fumala. E' sacra. Schiarirà le vostre menti, aiuterà le vostre preghiere e rallegrerà i vostri cuori".
Ed il marito della Prima Madre chiamò la prima pianta
Skarmunal, grano, e la seconda Utarmur-wayeh, tabacco.
"Non dimenticate", disse alla gente, "ed abbiate cura della carne della Prima Madre, perchè è la sua bontà che divenne sostanza. Abbiate cura del suo respiro, perchè è il suo amore convertito in fumo. Ricordatela e pensatela ogni volta che fumate questa sacra pianta, perchè essa ha donato la sua vita affinchè voi possiate vivere. Tuttavia essa non è morta, ma vive: essa si rinnova ancora ed ancora in un immortale amore."

Ritrascritta da tre fonti del diciannovesimo secolo, incluso Joseph Nicolar


Bene, spero sia piaciuta a voi come a me, qui sotto ho aggiunto un paio di link che parlano di indiani, purtroppo non ho trovato
molto nè sulle popolazioni agricole, nè sui Penobscot in particolare, qualcuno di voi ne sa di più? Sarebbe bello conoscere meglio
la loro cultura.
In attesa buone vacanze a tutti.
Bimba.


[URL=http://www.tatankaweb.it/home%20italiano_file/Il%20Cerchio%20di%20Tatanka/Scudo%20della%20Trib%C3%B9/tribu'/wichasa%20hita%20pi%20yo/le%20tribu'%20del%20norda-america.html]primo link

secondo link
[Modificato da bimbasperduta 28/12/2009 15:03]
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Nec spe, nec metu

www.cronacheesoteriche.com I Tarocchi di Bimbasperduta
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