domande sull'alchimia

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bimbasperduta
00lunedì 10 novembre 2008 19:54
Re: tra arbitrio e necessità
semplice-mente, 10/11/2008 13.27:

cara Viola,
tu scrivi:

"secondo me il Filosofo cerca di afferrare quale sia la Morale in base alla quale la Natura è stata creata"


ma la creazione può essere avvenuta in base ad una morale (costruzione tipicamente umana) ?



Mio caro,
Budda aveva proprio ragione: Le parole creano confusione!
Ovvio che Dio non ha creato secondo un costrutto umano qualsiasi per cui nè morale nè altro, ma noi siamo granelli di sabbia che cercano di raggiungerlo diamine!
Noi abbiamo bisogno della morale, per questo l'abbiamo inventata anzi ne abbiamo inventate a bizzeffe.
Noi non sappiamo cosa davvero sia il bene e il male e brancolando nel buio abbiamo cercato di tracciare i confini tra le due cose ed ecco la morale!
Comunque hai come sempre ragione!
La morale nn c'entra.
Come dice Viola, ad un certo punto del cammino la morale muta e finalmente viene valicata! L'alchimista segue le leggi di Natura, anzi ogni asceta deve farlo. L'unco principio valido sono le leggi che regolano l'universo, osservate, studiate e comprese quelle la morale non serve più.
Dio sa che davanti a lui siamo come bambini davanti agli adulti, ignoranti ed inesperti.
Così ci ha messo a disposizione tanti giochi istruttivi come l'alchimia, la meditazione le mille religioni nel mondo, l'arte ecc. perchè possiamo comprendere le leggi che ci governano, abbandonarci ad esse invece di subirle.
In sintesi, il lavoro di laboratorio è giusto e sacro quando viene svolto come il gioco dei bambini con la semplice ed innocente intenzione di scoprire e imparare.
Spero di essere stata chiara e di non aver detto cavolate, sono molto di fretta e in più non so molto di alchimia, ma appena leggo quel che scrivi mi prudono le mani.

semplice-mente, 10/11/2008 13.27:

io penso che cifra della creazione - se creazione vi è stata - sia la gratuità.



Be, credo proprio che tutto sto casino ordinato di cui facciamo parte in un qualche luogo e tempo e in un qualche modo sia cominciato per cui penso che si possa parlare di creazione senza orma di dubbio.
Gratuita.
Non so, che cosa difficile... non ho chiesto di esistere, ma esisto ed è meraviglioso, se dovrò pagare un prezzo che importa? Per il momento posso solo ringraziare.

semplice-mente, 10/11/2008 13.27:

Le leggi di natura esaltano, in ultima analisi, la sostanziale signoria di chi le ha forgiate e la sostanziale dipendenza di chi le patisce.
Esprimendo l'arbitrio dell'Uno e la necessità degli altri, che tipo di visione morale potrebbero suggerire, queste leggi ? siamo autorizzati a ridurre bene e male in sottoprodotti della conoscenza ?
ciao
semplice-mente



Certo che no.
Bene e male sono indipendenti dalla nostra conoscenza.
Anzi, nel modo o modi in cui noi li conosciamo o intendiamo neanche esistono.
Noi non sappiamo un bel niente di tutto ciò.
Non sappiamo distinguere il bene dal male, per questo dobbiamo affidarci alla guida divina che si manifesta a noi attraverso la Natura e le Leggi che la regolano, se seguiamo quelle non sbagliamo.
Ora scappo, spero di essere stata chiara, un bacio a tutti.



semplice-mente
00lunedì 10 novembre 2008 19:54
replay
stando al pensiero comune, che queste considerazioni cercano di interpretare, la caduta dei gravi, il moto dei pianeti o delle acque, la fotosintesi clorofilliana, la rigenerazione dei tessuti, la metamorfosi dei metalli, il movimento ascensionale del fuoco sono oggetti estranei al dominio dell'etica, perchè (almeno dal punto di vista umano) sono tutti fenomeni più o meno necessitati; è vero che quelle che per noi sono leggi di necessità, specificano alcuni degli infiniti gradi di libertà del Creatore; ma cosa ha a che vedere la Sua libertà con la nostra ? [SM=g10303]

ciao
semplice-mente
semplice-mente
00lunedì 10 novembre 2008 20:01
ops
cara Bimba; ho scritto il mio replay mentre tu postavi il tuo messaggio; devo leggerlo con attenzione e pensarci su [SM=g6889]

ciao
semplice-mente
Violaoscura
00lunedì 10 novembre 2008 21:12
Re: replay

semplice-mente, 10/11/2008 19.54:


è vero che quelle che per noi sono leggi di necessità, specificano alcuni degli infiniti gradi di libertà del Creatore; ma cosa ha a che vedere la Sua libertà con la nostra ? [SM=g10303]



Caro Bimbo Innocente, qui ti volevo, e qui ti attendevo. La Sua Libertà con la nostra, avranno pure un legame, una
"similitudine" (in matematica, come sapete, è l'identità tra due fugure che differiscono solo per dimensioni). Io credo
che quel sottile nesso, quello spazio che ci divide da quella Libertà assoluta, sia la Verità. Percorso, seppure a piccoli
faticosi passi, il cammino della scoperta della Verità rende liberi.

semplice-mente, 10/11/2008 19.54:


stando al pensiero comune, che queste considerazioni cercano di interpretare, la caduta dei gravi (...) sono oggetti estranei al dominio dell'etica, perchè (almeno dal punto di vista umano) sono tutti fenomeni più o meno necessitati.



Appunto. Stando al pensiero comune. L'Alchimista cammina, non "sta". Percorrendo il portale costruito dal Marchese di Palombara,
come ben saprai si poteva leggere su una parete interna l'iscrizione "Si sedes, non is" (se siedi, non vai da nessuna parte),
leggibile anche dall'ultima alla prima lettera: "Si non sedes, is".


Ciao
Viola
semplice-mente
00lunedì 10 novembre 2008 23:12
cara Viola,
similitudini ? perchè mai ?

qualche volta il pensiero comune nasce dall'esperienza comune, tutt'altro che disprezzabile; per giunta raccontano che alcuni, varcata quella soglia, siano finiti chissà dove.

ciao
semplice-mente
Violaoscura
00martedì 11 novembre 2008 16:18
Comuni & soglie...
semplice-mente, 10/11/2008 23.12:


qualche volta il pensiero comune nasce dall'esperienza comune, tutt'altro che disprezzabile;



Caro Semplice-mente, ma "comune" a chi, è il punto.
Disprezzabile no davvero, ma nella vita di noi persone comuni c'è il momento in cui sono proprio spessi i prosciutti sugli
occhi, il momento in cui con gran forza si riesce a sollevarne qualche fetta, quello in cui un incidente fa passare qualche
spiraglio di luce da fuori... e molte tradizioni "comuni" nascono proprio da questi momenti, in cui qualcuno ha avuto un
attimo di barlume. Tradizioni e consuetudini che sono sempre davanti ai nostri occhi, ma che non sappiamo più interpretare.
Il pensiero comune di cui tu parli, riguardo alla convinzione che un Dio capriccioso ci tiene al guinzaglio ma non possiamo
(nè dovremmo mai!) farci niente, io credo che non faccia parte delle tradizioni comuni nate da piccoli momenti di "lume".
Questa, credo sia una convinzione a priori dettata solo dalla nostra originaria paura dell'ignoto, e dalla nostra ignoranza
di esso.

Se invece per "pensare comune" ti vuoi riferire a consuetudini come (usando la prima che mi viene in mente) quella di
credere che un "grazie" sia la maggior ricompensa possiblie di un atto di favore... allora il credere comune non è
da sottovalutare: la parola "Grazie", infatti, si riferisce all'augurio che la persona "gentile" e "nobile" che
abbiamo di fronte possa venire a trovarsi nelle condizioni che merita, con il favore, le "Grazie" che dall'Alto
lo aiuteranno nella non facile impresa del vivere. Quella parola stessa, suggellando quanto stiamo pensando di qualcuno,
sarà un piccolo aiuto perchè ciò possa avvenire. Questo, almeno, secondo il comune pensiero. Oppure no? Perchè finchè si
segue il comune pensiero a priori, se ne dimenticano i veri significati.

semplice-mente, 10/11/2008 23.12:


per giunta raccontano che alcuni, varcata quella soglia, siano finiti chissà dove.



Sono fiduciosa nel fatto che non ti offenderai, se non ho capito... A quale soglia ti riferisci, in questo caso?
Perchè, tra l'altro, mi sembra che qui la cosa si faccia interessante... [SM=g10465]


Ciao
Viola
semplice-mente
00martedì 11 novembre 2008 17:43
cara Viola,
ma io non sposo affatto l'idea che ci competa il ruolo di cani al guinzaglio; penso piuttosto che gli spazi di libertà umana (al di fuori dei quali, ne converrai, non è possibile ragionare di merito, di demerito, di soggetti che osservano, di soggetti che sono osservati, insomma di etica) hanno a che fare con le scelte, con le intenzioni, con i comportamenti, con le disposizioni verso gli altri; perciò mi chiedo: quali "meriti" dovremmo e potremmo conseguire, accompagnando i metalli, nella loro trasformazione fisica ? oppure sottoponendo la materia all'azione del fuoco, in un certo periodo del mese o dell'anno ?

mi rendo conto che queste domande - e le parole che uso per formularle - sono molto "caratterizzate"; penso tuttavia che l'angolatura sia giustificata dall'afflato autenticamente religioso che mi sembra di scorgere nell'alchimia; "religio", come tutti sanno, è parola che rimanda all'azione di legare; coloro che suppongono che ad un capo di questa corda stiano gli esseri umani dubito possano omettere di chiedersi come giudichi, chi regge l'altro capo.

a scanso di equivoci, vorrei fosse chiaro che mi guardo bene dal proporre interpretazioni mie personali; mi piacerebbe unicamente sapere cosa ne pensano coloro che se ne intendono.

riguardo alla soglia, o ai tentativi di comunicazione meno riusciti, non v'è ragione perchè mi offenda; mi riferivo alla porta della quale parlavi tu, di villa Palombara (http://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Alchemica); mi sembra di ricordare che, secondo la leggenda, alcuni siano scomparsi, dopo averla varcata.

concordo con te; la conversazione è interessante.
ciao

semplice-mente
Violaoscura
00mercoledì 12 novembre 2008 06:55

semplice-mente, 11/11/2008 17.43:


a scanso di equivoci, vorrei fosse chiaro che mi guardo bene dal proporre interpretazioni mie personali; mi piacerebbe unicamente sapere cosa ne pensano coloro che se ne intendono.



Su questo, personalmente non posso esserti utile. Le tue interpretazioni personali, invece, perchè no, credo
che potrebbero risultare utili, accanto a quelle degli altri...

semplice-mente, 11/11/2008 17.43:


mi riferivo alla porta della quale parlavi tu, di villa Palombara (http://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Alchemica); mi sembra di ricordare che, secondo la leggenda, alcuni siano scomparsi, dopo averla varcata.



Questa leggenda non la conoscevo... Simpatica! Da un certo punto di vista, mi sembra che possa far pensare a dei significati
davvero interessanti. Fuor di metafora, invece, ossia se la si vuole prendere alla lettera, la troverei davvero fantasiosa. [SM=g8954]

Quanto al fatto che, come dici, per procacciarsi dei meriti non è detto che possa servire il compiere delle operazioni con
i metalli durante determinati mesi... tu che ne pensi? A me, ora mentre scrivo, viene in mente che la penso proprio come
ho appena detto riguardo alla Porta Magica.

Comunque, in generale, personalmente non ho mai pensato che l'Alchimista abbia qualche merito in più. Semmai, è uno
che ha ricevuto qualche cosa di più in sorte, proprio per il fatto di avere qualche capacità in meno, ossia di non aver potuto
o voluto "farcela" in modo normale. Dopotutto, la sua Fede è data dall'aver visto, e non potrà diventare mai più quella
meritevole, di colui che crede senza aver veduto.


Ciao
Viola
M. di Caraba
00mercoledì 12 novembre 2008 15:12
Concordantia Fidei

Cari e Belli Amici,
questa discussione è sempre più interessante e stimolante.
Inoltre ritengo che le considerazioni qui riportate non riguardano solo l'alchimia ma che (per uno
strano gioco di specchi) si riflettono sul buon senso universale.

X bimbasperduta:
bimbasperduta, 10/11/2008 19.54:

Noi abbiamo bisogno della morale, per questo l'abbiamo inventata anzi ne abbiamo inventate a bizzeffe.



Direi che hai perfettamente ragione considerando che con "morale" si intendono l'insieme di norme e
precetti che regolano il comportamento umano. Ogni religione, società, concezione filosofica e/o
politica ha le sue norme.

Se però stringiamo l'ampiezza del termine al solo ambito religioso ci si accorge che, nonostante il
fatto che ogni religione ha le sue norme comportamentali, è possibile tracciare un "minimo comun
denominatore"; ovverossia una serie di norme comuni a tutte le religioni.

Ed è a questa esperienza comune che fa riferimento il nostro Amico Semplice e giocoso, esperienza comune
ai sapienti di ogni nazione ed epoca.

Anche queste regolette le abbiamo inventate noi?
Forse... o forse, oltre all'inventiva umana, c'è lo "zampino" di Qualcun Altro?

X Violetta:
Violaoscura, 12/11/2008 6.55:


Semmai, è uno che ha ricevuto qualche cosa di più in sorte, proprio per il fatto di avere qualche capacità in meno, ossia di non aver potuto
o voluto "farcela" in modo normale.



Cara Amica,
questo passaggio non l'ho proprio capito... mi spieghi meglio?

Il mio comprendonio ogni tanto mi abbandona. [SM=g10132]

Salute a tutti

MdC
Violaoscura
00mercoledì 12 novembre 2008 19:36
Re: Concordantia Fidei

M. di Caraba, 12/11/2008 15.12:


Cari e Belli Amici,
...ritengo che le considerazioni qui riportate non riguardano solo l'alchimia ma che (per uno
strano gioco di specchi) si riflettono sul buon senso universale.



Se è vero che la sacra Alchimia si riflette in ogni cosa universale, e la rispecchia... [SM=g8954]


M. di Caraba, 12/11/2008 15.12:


questo passaggio non l'ho proprio capito... mi spieghi meglio?

Il mio comprendonio ogni tanto mi abbandona. [SM=g10132]



Lo fa anche il mio... bisogna aggiustare 'sti cosi. Infatti non riesco a capire quale sia il lato oscuro in quello che
ho scritto... Volevo soltanto dire che secondo me l'Alchimista, anche quello più riuscito, non ha per questo meriti particolari
o superiori dinanzi alla Natura, al Divino, o agli uomini, che lo distinguano dagli altri. Anzi, forse è vero il contrario,
ma è bene che ognuno segua la sua natura. Io credo (e qui azzardo, comunicandovi quello che è sempre stato il mio sospetto)
che possa diventare Alchimista soltanto uno su cui gravi un difetto rispetto alla normalità: per handicap o per colpa, per
propria mancanza o per quant'altro. Gli Alchimisti, insomma, mi paiono derivare dal "ripescaggio" che accomuna quanti
non sono riusciti, per vie normali, a far qualcosa di sensato. (E guai a non ricordare questa bassa origine del proprio
"mestiere"... [SM=g8400] ). Queste, ovviamente, sono considerazioni personali, forse unilaterali... ognuno, in genere,
colora dei propri colori il suo modo di vedere, e sono disposta a credere che la mia possa essere la tendenza a vedere
in tutto il lato più "macabro"... Se è un punto di vista ampliabile, sarò tutt'orecchi nel considerare qualche vostro diverso
modo di guardare al problema del "merito" dell'Alchimista.



Ciao
Viola
semplice-mente
00mercoledì 12 novembre 2008 20:40
cara Viola,
devo confessare che di principio non bado alle etichette; preferisco giudicare le persone per come si comportano e magari anche per quel che dicono.

ciao
semplice-mente
Violaoscura
00mercoledì 12 novembre 2008 23:29
semplice-mente, 12/11/2008 20.40:


devo confessare che di principio non bado alle etichette; preferisco giudicare le persone per come si comportano e magari anche per quel che dicono.



Caro Semplice, non so se ho afferrato.
Nel senso che non gradisci che si generalizzi, così come ho fatto io nel caso degli Alchimisti?


Ciao[SM=g10465]
Viola
M. di Caraba
00giovedì 13 novembre 2008 10:50
Re: Re: Concordantia Fidei

Amica Violetta, tu scrivi:
Violaoscura, 12/11/2008 19.36:


Lo fa anche il mio... bisogna aggiustare 'sti cosi. Infatti non riesco a capire quale sia il lato
oscuro in quello che ho scritto...


In effetti speravo d'aver inteso male ed invece...
Violaoscura, 12/11/2008 19.36:


Io credo (e qui azzardo, comunicandovi quello che è sempre stato il mio sospetto) che possa diventare
Alchimista soltanto uno su cui gravi un difetto rispetto alla normalità: per handicap o per colpa, per
propria mancanza o per quant'altro. Gli Alchimisti, insomma, mi paiono derivare dal "ripescaggio" che
accomuna quanti non sono riusciti, per vie normali, a far qualcosa di sensato.

L'abito non fa il Monaco ne lo Scienziato.
La vocazione poi è come il vento, soffia dove vuole a dispetto delle categorie professionali, dei ceti
sociali, dell'aspetto fisico ed eventuali "colpe".
Violaoscura, 12/11/2008 19.36:


Queste, ovviamente, sono considerazioni personali, forse unilaterali... ognuno, in genere, colora dei propri
colori il suo modo di vedere...


Mi dispiace molto Cara. [SM=g10248]

Salut

MdC
Violaoscura
00giovedì 13 novembre 2008 14:19
Re: Re: Re: Concordantia Fidei
M. di Caraba, 13/11/2008 10.50:


L'abito non fa il Monaco ne lo Scienziato.
La vocazione poi è come il vento, soffia dove vuole a dispetto delle categorie professionali, dei ceti
sociali, dell'aspetto fisico ed eventuali "colpe".



Caro Amico Marchese, ovviamente non mi riferivo a delle apparenze sensibili, come quelle date dalla professione o dal
ceto.

In questa più filosofica sede, quando parlo di "combinare qualcosa di buono", intendo più che altro il saper trovare un
senso alla propria esistenza. Secondo me, per ogni Alchimista di qualunque tempo, l'Arte pian piano rinvenuta non è
stata un optional, ma una necessità irrinunciabile, a differenza di tutto il resto delle cose che passano, che si vengono
a trovare, così, in secondo piano, divenendo anzi strumentali all'apprendimento della Scienza, ed avendo solo in ciò
il proprio valore.

Se proprio si voglia farci caso, il Filosofo è sempre qualcuno che non riesce ad adattarsi come gli altri, a "contentarsi"
serenamente di una fede cieca, o di un beato non pensarci. Io credo che un po' di "distorsione", di presunzione e di
sfrontatezza di fronte alla Natura, ci sia sempre, in questo.

Ma tale è, invece, la magnificenza dell'insindacabile Ordine delle cose, che una piccola, apposita speranza, se opportunamente
raccolta, ribalta tutto e dona proprio a queste persone l'oggetto più prezioso delle loro attenzioni, insieme ad una nuova motivazione,
finalmente trovata, valevole in ogni momento o attività.

E' così che mi sembra di vedere, curiosamente, l'Alchimista come il più fortunato, benchè il più colpevole (dando in pieno
ragione alla tradizione) di fronte alla Creazione. E comunque, forse è in genere colui che ha maggior possibilità di riparare,
di riabilitarsi attraverso il comportamento. Ancora non so se sia fondato questo mio modo di vedere, che forse è dovuto al
fatto di non riuscire finora a guardare più completamente le cose. So soltanto che per il momento quel poco che della Natura delle
cose mi pare di intravedere, per frammentario, contorto e frainteso che sia, mi sembra fantastico...[SM=g9073] [SM=g9475]


Ciao
Viola
semplice-mente
00giovedì 13 novembre 2008 17:12
cara Viola,
ho aperto questa discussione rivolgendomi al Marchese perchè - malgrado la sua notevole preparazione - mi sembra abbia un atteggiamento aperto, mite e benevolente; atteggiamento che per me conta molto più di ogni proclamazione di sapere saputo e che fatico ad associare a difetti, handicap o mancanze.
se gli alchimisti sono così, allora viva l'alchimia [SM=g8920].

ciao
semplice-mente
M. di Caraba
00giovedì 13 novembre 2008 17:49
Contrassegno

Caro Amico Semplice,
il tuo giudizio nei miei confronti è davvero troppo buono.

Ti ringrazio e ringrazio anche la nostra Viola per il chiarimento.

Io "alchimista"? Mah... non credo.
Adesso mi guardo bene addosso, chissà che non scovo qualche etichetta sospetta. [SM=g6889]

Salute

MdC
Violaoscura
00giovedì 13 novembre 2008 18:27

Cari, che ne dite di riprendere qualche filo lasciato indietro?

Ad esempio, la questione proposta da Semplice-mente riguardo a quale sia o dovrebbe essere la morale dell'Alchimista.

Giusto per non farci mancare neanche il gusto di un po' di tetro passatempo, vado a riguardare anche qualche agghiacciante
vista gentilmente offerta (secondo me, l'ha fatto apposta):

semplice-mente, 10/11/2008 13.27:


io penso che cifra della creazione - se creazione vi è stata - sia la gratuità


Siamo in ostaggio del caso...


semplice-mente, 10/11/2008 13.27:


Esprimendo l'arbitrio dell'Uno e la necessità degli altri, che tipo di visione morale potrebbero suggerire, queste leggi ?


Nessuna. Se la mettiamo così...
E' bello, non trovate, ogni tanto immaginare (ri-immaginare?) come sarebbe, trovarsi in un orrore di questo tipo.
Come quando si sceglie un certo tipo di film... pur di tornare poi, presto nella realtà, per carità! [SM=g9371]


Ciao
Viola
semplice-mente
00giovedì 13 novembre 2008 19:02
tensione morale dell'alchimia
cara Viola,
ottima idea.

senza dimenticare che le due citazioni riportano parole mie (meno horror di quanto non sembrino), che non so un tubo di alchimia ed appunto per questo domando.

ciao
semplice-mente
Violaoscura
00giovedì 13 novembre 2008 19:07
Re: tensione morale dell'alchimia
semplice-mente, 13/11/2008 19.02:


...le due citazioni riportano parole mie (meno horror di quanto non sembrino), che non so un tubo di alchimia ed appunto per
questo domando.



Allora io, se posso, ti domando: sicuro, che siano meno horror di quanto non sembrino? E ancora: se non sai un tubo,
come fai a saperlo? [SM=g10465]


Ciao
Viola
semplice-mente
00giovedì 13 novembre 2008 19:27
a mio avviso sono meno horror perchè non pretendono di definire la condizione umana in assoluto, bensì entro i confini segnati da quelle leggi e da quei fenomeni materiali che non dipendono dall'esercizio della nostra libertà.

ovviamente ciò non significa che non abbiamo alcuna libertà.

come faccio a sapere che non so un tubo ? perchè non ho studiato un tubo [SM=g9371]

ciao
semplice-mente


M. di Caraba
00venerdì 14 novembre 2008 14:55
Corruzione e Generazione
Violaoscura, 13/11/2008 18.27:


Siamo in ostaggio del caso...


In un certo senso esiste un "foglietto di regole" non scritto ma fissato nella Natura dal
quale tutti noi, volenti o non volenti, dipendiamo.

Siamo ostaggi (e figli) della Corruzione e non del Caso.
semplice-mente, 13/11/2008 19.27:

come faccio a sapere che non so un tubo ? perchè non ho studiato un tubo


"Sai, Momo, l'uomo a cui Dio non ha rivelato la via direttamente, non troverà certamente
la rivelazione in un libro" (Monsieur Ibrahim)

Non sai un tubero d'alchimia? Fa nulla.
Mi pare però che sai molto bene cosa dice il tuo Corano. [SM=g8954]

Salute a tutti

MdC
semplice-mente
00sabato 15 novembre 2008 09:37
guardando ancora la linea dell'orizzonte

caro Marchese,
magari sapessi.

ma siamo qui per imparare e perciò seguito a chiedere, a te, a Viola a Bimba, a Dragon, ad Amon ed a chiunque abbia un'idea, come pensate che la materia, con i suoi aneliti irriducibili ma silenziosi, possa fare da modello.

ciao a tutti
semplice-mente
Violaoscura
00sabato 15 novembre 2008 16:38
Re: guardando ancora la linea dell'orizzonte
semplice-mente, 15/11/2008 9.37:


...come pensate che la materia, con i suoi aneliti irriducibili ma silenziosi, possa fare da modello.



Irriducibili ma silenziosi... Caro Semplice-mente, io credo che quella contenuta nella tua domanda, ad esempio, sia una
risposta non male. [SM=g8954]

Inoltre, l'osservazione del comportamento inaspettato che sembri attribuire alla materia, secondo me è il passaggio
che nasconde qualunque chiave iniziale dell'Arte.


Ciao
Viola
M. di Caraba
00domenica 16 novembre 2008 10:26
Re: Re: guardando ancora la linea dell'orizzonte

Bell'Amica,
davvero, secondo te, dire che la materia è irriducibile ma silenziosa
nasconde qualunque chiave iniziale dell'Arte?

Mah!!! [SM=g10303]

A me sembra più interessante l'anelito e la questione sul modello.

Salut

MdC
bimbasperduta
00domenica 16 novembre 2008 10:54
Re: guardando ancora la linea dell'orizzonte
semplice-mente, 15/11/2008 9.37:


caro Marchese,
magari sapessi.

ma siamo qui per imparare e perciò seguito a chiedere, a te, a Viola a Bimba, a Dragon, ad Amon ed a chiunque abbia un'idea, come pensate che la materia, con i suoi aneliti irriducibili ma silenziosi, possa fare da modello.

ciao a tutti
semplice-mente




Caro Semplicemente,
purtroppo di alchimia non so quasi nulla, ho letto qualche libricino ma nulla di più, ma le tue domande sono molto stimolanti.
Non seguo la via alchemica ma ne sono interessata e incuriosita come da tutte le religioni e penso che, in quanto religione essa contenga le verità che portano a Dio, io cerco Dio quindi...

Non potendo rispondere da alchimista ti rispond da attrice (non sono ancora una vera attrice, nel senso che non guadagno il pane calcando le scene ma è lo stesso) e chissà che la mia analogia non funzioni.

L'Alchimista si definisce, fra le tante cose, anche artista, dato che l'Alchimia è chiamata Arte ed ha ragione, poichè l'Arte (intesa come scultura, pittura poesia, musica teatro ecc.) è imitazione della Natura, semre, anche nel surrealismo.
L'artista prende brandelli di natura come modello e da lì crea.
L'attore in particolare prende un uomo, un sentimento una situazione reale ne fa il proprio modello, la studia, la sviscera, la conosce la fa sua l'interiorizza e poi la dona rappresentandola, vivendola sul palco.
Per esperienza personale dico che quella porzione è modello della porzione e del tutto al tempo stesso.
Se c'è una cosa che il teatro mi ha insegnato è che la realtà non è frammentaria così come noi la vediamo ma continua.

Noi vediamo la realtà come un insieme ordinao di cose distinte ma non è così. Nulla è distinto, tutto fa parte del Tutto, noi e l'erba siamo la stessa cosa nel senso che facciamo parte di un unico corpo.

Secondo questo ragionamento un po' astruso, l'intera Natura è in ogni cosa, l'intera Natura è nella materia alchemica, la materia è la Natura in piccolo, ecco perchè fa da modello in tutte le accezioni del termine.

Scusate il post lungo, ma al riguardo non riesco in modo semplice e coinciso a spiegare il mio pensiero, spero di essere stata chiara, spero che il marchese mi suggerisca una visione più veritiera al riguardo, ma volevo proporre la mia visione delle cose, provare...

Grazie tante amico semplice per la bella opportunità che ci dai con le tue domande, mi piacerebbe tanto, a volte, leggere anche qualche tuo parere, grazie anche per avermi fatto conoscere "Monsieur Hibraim e i fiori del Corano" è semplicemente stupendo.

Buona Domanica a tutti, ora scappo baci
Bimba.

semplice-mente
00domenica 16 novembre 2008 18:20
girotondi
cari amici,
condivido col Marchese l'impressione che i nostri discorsi siano condizionati da una questione comune ad esplorazioni e ricerche che vanno oltre l'alchimia; il punto, con una sorta di slogan, potrebbe essere riassunto da un interrogativo: "fare per capire o capire per fare ?" [SM=g10132]

qualcuno, salomonicamente, potrebbe notare: "occorrono tutt'e due, fare e capire; l'uno alimenta l'altro"; se avesse ragione (com'è probabile) resterebbero comunque da stabilire priorità e dosi relative.

io penso che, se l'azione, l'impegno e l'investimento di tempo e di energie fossero richiesti in quantità considerevoli "al buio", cioè prima della comprensione del pensiero alchemico, nella speranza di arrivare a questa comprensione un giorno (come di consueto accade in ambito religioso), occorrerebbe perlomeno convincersi della bontà e della validità della direzione operativa da intraprendere, in forza di argomenti tratti da una visione o da un sistema di pensiero diversi da quelli sottoposti a scrutinio, più comprensivi (o almeno come tali avvertiti, al momento della "scommessa"); anche per questo motivo mi interrogo sul "programma complessivo" dell'alchimia e degli alchimisti.

cara Bimba,
immaginavo che il film ti sarebbe piaciuto; è vero che sono riluttante ad esprimere posizioni personali, ma tieni conto che si tratta soprattutto della forma di pudore che un pizzico di autocritica mi impone; d'altra parte, le domande raccontano molto del modo di pensare.

cara Viola,
piacerebbe anche a me imparare a guardare le cose con occhi nuovi ed imparare a dare loro nomi nuovi; in questo mi sembra ci accomuni la curiosità per l'alchimia.

ciao a tutti
semplice-mente
M. di Caraba
00lunedì 17 novembre 2008 14:23
Frankenstein Junior

Cara Bimba Sperduta... attrice eh?! [SM=g8954]

Lo siamo un po tutti in fondo. O forse sarebbe meglio dire che ogni cosa lo è.

Le materie utilizzate per le manipolazioni di laboratorio non fanno eccezione a
questa costante tendenza nell'assumere un ruolo, ad impersonare una parte.

A proposito di ciò nel 1652 un certo Elias Ashmole pubblicò una raccolta di testi intitolata
"Theatrum Chemicum".



Un nome che è di per se tutto un programma giacchè il termine "Teatro" è imparentato con il greco
"théatron", (che indica il luogo destinato agli spettacoli), con "théa" (ossia il guardare, vista) e con
"thayma" (ammirazione, meraviglia).

Indi: Teatro si ma Chimico.

L'analogia si completa se pensiamo che anche l'alchimista recita la sua di parte.
Ma l'attore principale ci sarà?

X Semplicemente.
semplice-mente, 16/11/2008 18.20:


io penso che, se l'azione, l'impegno e l'investimento di tempo e di energie fossero richiesti in quantità
considerevoli "al buio", cioè prima della comprensione del pensiero alchemico, nella speranza di arrivare
a questa comprensione un giorno (come di consueto accade in ambito religioso), occorrerebbe perlomeno convincersi
della bontà e della validità della direzione operativa da intraprendere...


Caro Amico,
a proposito di teatro mi viene in mente una scena del film "Frankenstein Junior" nel quale il dottor frankenstin,
dopo un'attenta analisi e studio del diario di suo nonno riferisce quanto segue:



Salut [SM=g9371]

MdC
semplice-mente
00mercoledì 19 novembre 2008 12:08
donum Dei

caro Marchese,
il video è davvero gustoso e scherzando dice cose impegnative, con enfasi suggestiva.
forse inconsciamente condizionato dall'invito a tornare alle origini, riprendo un segmento della tua prima risposta alla mia prima domanda:

la corretta comprensione (...) è affidata interamente alla Grazia Divina, è per questo che si dice che l'Alchimia è un Dono di Dio. Tutto ciò che possiamo fare noi omuncoli è disporci il più possibile a ricevere eventualmente questa Concessione

.
ma se è così, cioè se si può fare, ma solo con la grazia, perchè criptare tutto ? se è vero che le operazioni descritte dagli alchimisti non compongono una tecnica, i cui risultati siano garantiti dalla corretta esecuzione materiale, mi è difficile comprendere l'ansia di occultare tutto ai potenziali male-intenzionati.

forse c'è altro, a giustificazione di una logica e di un linguaggio tanto indecifrabili.

ciao
semplice-mente
M. di Caraba
00mercoledì 19 novembre 2008 15:32
Re: donum Dei
semplice-mente, 19/11/2008 12.08:


ma se è così, cioè se si può fare, ma solo con la grazia, perchè criptare tutto ? se è vero che le operazioni descritte dagli alchimisti non compongono una tecnica, i cui risultati siano garantiti dalla corretta esecuzione materiale, mi è difficile comprendere l'ansia di occultare tutto ai potenziali male-intenzionati.


Caro Amico Semplice,
quella della necessaria segretezza mi pare una questione di notevole interesse.

Tra l'altro sembra che la segretezza sia condizione necessaria anche in magia come attesta Cornelio
Agrippa
(sempre lui) nel suo De Occulta Philosophia (Libro Terzo, Caput II):

"Chiunque voi siate che intendete dedicarvi a questa scienza, custodite in fondo al vostro cuore una
dottrina tanto eccelsa, occultatela con ferma costanza, non arrischiatevi a parlarne.
Perché, disse Mercurio, è un offendere la religione il confidare al pensiero irreligioso delle masse
parole impregnate della maestà divina e Platone proibì di divulgare tra la plebe i secreti contenuti
entro i misteri. Anche Pitagora e Porfirio obbligavano i loro discepoli al segreto intorno alla religione
e Orfeo esigeva da coloro che iniziava alle cerimonie delle cose sacre il giuramento del silenzio, per
impedire che i segreti della religione giungessero sino alle orecchie profane.

Perciò, nel suo inno al verbo consacrato, egli canta:
Io esorto voi, amici della virtù, ad ascoltate le mie parole e a tendere le vostre menti.
E voi invece che disprezzate le leggi sante, allontanatevi, profani disgraziati!"

Comunque ci rifletto un po su e rispondo volentieri. [SM=g8429]

Salute a tutti

MdC
Violaoscura
00mercoledì 19 novembre 2008 16:46
Cari Amici, mi unisco volentieri alla conversazione dando una risposta semplice a modo mio... forse davvero troppo semplice,
non so.

Dunque, è vero che con la semplice "rivelazione" da parte di qualcuno, nessuno arriverebbe a qualcosa. Ma è vero anche che
per una inspiegabile questione di Rispetto, è alquanto preferibile che non si sappia "in giro" neppure che un qualche
cosa da sapere ci sia. Che esista qualche mistero, o meglio che la maggior parte di noi è troppo ignorante anche per
intuire questo. Meglio non dire nemmeno, inomma, che "si può fare", e che noi, per di più, saremmo propensi a credere
una cosa del genere.[SM=g10285] Vi pare?


Spero di leggervi presto.
Viola
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