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Il Tempio dell'Esoterismo

La Wicca: cos'è ,cosa non è

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    elaphe
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    00 23/07/2008 15:07
    Maiuscole a parte è proprio ciò che intendevo... [SM=g9073]

    Baci.

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    00 23/07/2008 15:58
    Re:
    elaphe, 23/07/2008 15.07:

    Maiuscole a parte è proprio ciò che intendevo... [SM=g9073]


    Caro Amico,
    adesso mi è anche più chiaro il perchè per un Wiccan fare riferimento ad una divinità
    vale tanto quanto far riferimento ad un'altra.

    Tutto questo naturalmente a prescindere dall'essere d'accordo o meno con questa visione
    del mondo. [SM=g8954]

    Salute

    MdC


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    elaphe
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    00 23/07/2008 17:15

    adesso mi è anche più chiaro il perchè per un Wiccan fare riferimento ad una divinità vale tanto quanto far riferimento ad un'altra.

    E da quando??? Personalmente la penso in modo MOLTO diverso... Questa idea ti viene da qualcosa che ho affermato io??? [SM=g10285]

    Baci.

    E.
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    Re:
    elaphe, 05/07/2008 9.47:

    Per quanto riguarda il discorso "Divinità", ogni praticante ha la sua idea. Il che non significa che siano tutte valide, necessariamente, ma quantomeno che sono tutte idee operativamente fruttuose. Vi sono quindi Wiccan duoteisti ("Tutte le Dee sono un'unica Dea e tutti gli Dei sono un unico Dio..."), monoteisti ("...E c'è un solo Iniziatore"), politeisti "puri", etc. Questo per quanto riguarda la "classificazione" dell'oltreumano. Per quanto riguarda invece l'operatività, vi sono praticanti che lavorano con pressochè qualunque Divinità concepita dall'Uomo, anche se alcune sono più "vicine" al pensiero Neopagano, per così dire.



    MdC

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    Violaoscura
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    00 23/07/2008 17:50
    Re: sottigliezze
    M. di Caraba, 23/07/2008 11.43:


    Quindi l'alchimista si basa sulla Natura ed i suoi processi e non sulla mente.
    Qui la volontà dell'operatore è subordinata alla Natura.



    Caro Marchese e caro Elaphe, sono contenta di poter cercare con voi il capo di un gomitolo interessante...

    Non è che intendessi dire che in Alchimia la mente umana sia protagonista di qualcosa, ruolo che spetta,
    certamente, alla natura. Semplicemente mi riferivo al fatto che nei suoi tentativi di apprendimento il Filosofo usa la
    testa maggiormente di quanto avviene, ad esempio, nel caso dello studioso di spiritismo, o di altre discipline in cui
    l'aspirante sta lì in attesa che dei suoi sensi e delle sue percezioni avvenga qualcosa, che magari non avverrà
    ugualmente il giorno dopo. [SM=g10357]

    E' un po' come basare un rapporto umano (faccio un esempio banalissimo, solo per esser chiara) sulla stima,
    che non sarà radicalmente mutata quando ci si sveglierà un po' strani una mattina, oppure solo su una inspiegabile
    affezione emotiva.

    Certamente per la vera Scienza la mente umana sarebbe un ben povero strumento, senza l'intuito ed altre componenti,
    ma l'equilibrio tra queste è importante, quanto il capire cosa si apprende, senza rimanere indietro in nome di
    certi irrazionali sconvolgimenti che anche qualunque droga può dare... solo così, credo, le cose apprese diventano
    certe ed incancellabili. [SM=g9073] A mio modesto parere, è questa una delle cose che si intendono con l'espressione
    "fondare una casa sulla roccia", anzichè sulla sabbia, che vede distrutto ogni capolavoro... [SM=g9215]

    Io credo che il punto di vista alchemico sia questo, mentre molte altre pratiche considerano un successo semplicemente
    il vedere dei risultati materiali, magari fortuiti, irripetibili, ma emozionanti in quanto "cose strane". Lo strano, in
    Alchimia, non ha spazio, in quanto lo studioso si stupisce continuamente di quanto, poco alla volta, capisce di dover
    considerare normale.

    Per quanto riguarda l'immanenza della Natura in tutte le cose, caro Elaphe, anch'io la vedo in questo modo. Ciò
    non toglie che ogni cosa, ed ogni persona, rimanga espressamente se stessa. Dunque quando si considera qualcuno
    o qualcosa "tutt'uno con la Natura", ciò non significa essere con Essa intercambiabile. Dunque, quando diciamo che
    un avvenimento è dipeso dalla Natura, oppure è stato influenzato dall'intervento di un'altra volontà particolare,
    fa differenza, credo. E pur conservando la propria originalità, l'Alchimista nutre, in genere, come desiderio
    maggiore, quello di comprendere ed assecondare la volontà della Natura. Riuscirvi sarebbe il successo della
    sua impresa.

    Non so se ho messo solo disordine tra le carte... [SM=g10248]


    Ciao ciao [SM=g10465]
    Viola
    [Modificato da Violaoscura 23/07/2008 18:07]
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    elaphe
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    00 24/07/2008 14:15
    Viola, comprendo (almeno credo) e concordo in pieno... Non capisco però perchè tu ritieni che quanto tu affermi sull'Alchimia non valga (o non venga applicato) nella Magia come concepita e praticata in ambito Wiccan.

    MdC: temo ti sfugga un punto abbastanza fondamentale, ossia che la "libertà d'interpretazione" di cui parlo non si applica in campo "operativo" (dove al contrario si riscontrano interessanti convergenze) ma in ambito diciamo "speculativo"... Mi rendo conto che nella visione religiosa che tutti noi siamo abituati ad avere questo rappresenta la quasi totalità del contesto, ma stiamo parlando di un approccio totalmente differente...

    Baci.

    E.
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