E fra due che litigano, in genere arriva sempre un terzo a peggiorare il tutto.
Buongiorno a tutti, ragazzi.
Innanzitutto vorrei esprimere la mia simpatia e approvazione per i suggerimenti così piacevolmente parerni
del Marchese.
Poi, non so se sia questo il momento adatto ad introdurre anche dei miei punti di vista, ma... vediamo un po'.
Mi farebbe piacere poter sapere cosa ne pensate voi.
Dunque, secondo me, dai modestissimi risultati che ho potuto trarre finora dalle ricerche che ho avuto
in Grazia di poter intraprendere, una persona che si occupi di materie "esoteriche", e che quindi ritenga di
voler oltrepassare la cortina delle cose visibili per indagare quelle di cui non tutti sono consapevoli, in
reve qualcuno che abbia una coscienza anche leggermente maggiore (o almeno vorrebbe ottenerla) di colui che
non passa il suo tempo a riflettere, è da ritenersi molto maggiormente responsabile di ogni suo atto, fosse anche
solo un pensiero. Tutti sappiamo, infatti, quanto il pensiero stesso sia lontano dall'esser solo un che di
intangibile, e che quindi "non si vede, non viene scoperto, e non esiste".
Secondo alcuni (cito a caso, Mihail Aivanhov), l'essere umano nasce co-creatore dell'Universo, e "mago",
in quanto ogni suo pensiero produce un qualcosa di molto maggiore di un gesto materiale, spandendosi all'
infinito, secondo il grado di intensità, come le increspature attorno al sasso che cade in acqua, e producendo,
infine, spesso risultati anche sul piano visibile (che non sarebbe neppure il fatto più importante).
Ogni uomo sulla Terra, quindi, produce quotidianamente una serie di incantesimi.
Colui che ne è consapevole, ed i cui pensieri, probabilmente, prendono
anche ad esser più efficaci, in
quanto maggiormente in contatto con la Natura e con la Saggezza Cosmica (o Dio, o gli dèi, o gli
Elementi), risponde molto maggiormente di ogni suo pensiero, su cui quindi sarà meglio esercitare
il massimo controllo, attimo per attimo.
Un pensiero, dunque, sarebbe già incantesimo.
Nel caso del Mago (e dell'aspirante) ancora di più.
Il secondo punto di cui personalmente mi sono convinta, e che mi fa piacere sottoporvi, è questo: secondo
molti trattati magici, e cito ad esempio il recente Max Heindel ("Cosmogonia deiRosacroce", dei primi
del '900), colui che in preghiera chiede qualcosa per sè, sta già compiendo un atto di magia nera.
La preghiera che sia rispettosa degli insegnamenti ottenuti, infatti, dovrebbe esser del tenore "spero di trovare il
messaggio racchiuso nei miei mali, e di esser degno di averli ricevuti".
Va da sè che anche di questo è maggiormente colpevole il Mago, che non il fedele "della domenica", istigato spesso
a chieder delle Grazie particolari seguendo le istruzioni di volantini colorati, ecc.
Sono allettamenti che purtroppo son letali per colui che intraprende una strada di consapevolezza, e che dovrebbe
aspirare ad allontanarsi dalle suggestioni del mondo e dei desideri.
Tutto sta, insomma, in un ampliamento di coscienza.
Altrimenti, del resto, perchè desiderare di avvicinarsi alla Magia, e di capirne davvero qualcosa?
Ecco qua, credevo di farcela in quattro parole...
Se mi sono dilungata, è perchè ho dei problemi di chiarezza di esposizione.
Spero di leggervi...
Una buona giornata
Viola