00 26/11/2008 14:47
Oggi risposte per tutti!
M. di Caraba, 26/11/2008 11.16:


Cara Violetta e Cara Bimba,
personalmente ritengo che una verità disconnessa da manifestazioni materiali non ha molto a che
fare con l'alchimia.

Leggendo i testi Ermetici ci si accorge presto che gli autori (quelli "Veri") parlano di materie
che hanno un colore, un odore, un certo peso e persino un sapore (per chi ha il coraggio d'assaggiare).
Qualcuno dice che lo spirito profuma.

Tutto questo se ho ben capito ciò che ho quotato del tuo discorso.
Diavolo sono due righe!!! Eppure sapete... il mio unico neurone ogni tanto fa cilecca. [SM=g10357]

Questa cosa della manifestazione materiale della Verità è sottolineata anche dall'estratto
riportato generosamente dall'amico Semplice.

Penso che questo meriti d'essere ben meditato e digerito anche per onorare la faticata del "travaso"
di un passo così lungo dal libro sul computer.

In quanto "munifico" ( [SM=g9371] ) non mancherò di dire la mia.

Salute a tutti

MdC



Spiritualità vs manifestazioni materiali

Mio carissimo marchese,
E' fuori di dubbio che ogni progresso o regresso spirituale abbia poi risvolti e implicazioni esteriori
e dunque materiali, ma ciò non vuol dire che i risvolti siano sempre di proporzioni importanti o meglio
enfatiche, come quelli avuti dalla scoperta della polvere da sparo!
Quello che le persone sono interiormente è sempre manifestato dalle loro azioni e dai materiali prodotti
di queste azioni.

Per quel che riguarda l'estratto proposto dal nostro amico semplice due passi mi hanno molto colpita:

E' nato prima l'uovo o la gallina? [SM=g11001]

semplice-mente, 25/11/2008 19.49:


«I praticanti dell'alchimia... formano due scuole. Una è quella di coloro che conoscono la scienza
essoterica e la mettono in opera; il risultato appare loro senza che scoprano i segreti esoterici che
concernono le realtà metafisiche e le verità gnostiche inerenti a questa scienza. La seconda scuola è quella
di coloro che acquisiscono l'aspetto esteriore di questa scienza e che in seguito sono illuminati dal manifesto
per scoprire l'occulto». Qui si afferma quindi che sarebbe teoricamente possibile che un alchimista "essoterico"
pratichi l'arte ottenendone risultati operativi anche importanti, senza accorgersi del suo senso nascosto.
Per ritornare al misterioso fuoco segreto, potrebbe dunque sfuggire alla comprensione anche di chi opera con
successo il suo doppio aspetto, quello per cui, se da un lato è certamente un corpo che appartiene alla realtà
sensibile, dall'altro si colloca in un altro universo



Non vi are che questo passo mostri come il problema che ci stiamo ponendo sia misterioso?
Insomma è come decidere se è nato prima l'uovo o la gallina non vi pare?
Perchè se non ho mal capito, la sostanza della domanda che Semlicemente ci pone è la seguente:
"vedere per credere o credere per vedere?"
Caro amico, tu sei proprio come i fanciulli, che con l'eccessiva semplicità e la meravigliosa
ingenuità delle loro domande mettono in crisi noi adulti!
Comunque ancora una volta mi viene in soccorso l'Arte (quella profana, intendiamoci, io posso parlare solo di quella)
Dunque, voi tutti saprete che esistono tecniche accessibili a chiunque per imparare a dilettarsi
in qualsiasi tipo di arte si desisderi.
Esiste una tecnica per imparare a scrivere romanzi, una per imparare a scrivere drammi,
una tecnica per dipingere, scolpire suonare, esiste una tecnica persino per imparare a comporre musica.
Tutti, davvero tutti, possono imparare questa tecnica e possono impararla tanto bene da produrre anche cose belle
tuttavia, pochi sono i Tolstoy, i Mozart, i Beethoven, i Picasso, gli Edoardo.
Perchè?
Perchè l'arte per essere tale ha in se qualcosa in più della perfetta esecuzione tecnica, alcuni
chiamano questo qualcosa genio, altri ispirazione, ma l'unico nome appropriato a questo qualcosa
è mistero.
Così credo sia per tutto il resto, alchimia compresa, anzi soprattutto per l'alchimia.
Le cose divine sono tali perchè misteriose e non tanto perchè non vengono diffuse, quanto
per l'impossibilità di farlo.
Chiedetemi di insegnarvi una tecnica per recitare ed io lo farò, chiedetemi cosa mi accade,
nel profondo del cuore, quando recito come e perchè il teatro abbia mutato tutto il mio essere
quali Verità mi abbia insegnato, di quali misteri mi abbia reso partecipe ed io, aprirò invano la
mia bocca, cercherò parole in tutte le lingue del mondo ma non potrò spiegare, perchè ciò è un mistero.

Io penso che dovremmo accettare tale mistero, chiedere a Dio di accompagnarci nel tragitto che
lo svela e ringraziare per tale dono, nulla di più.
Dio non si può comprendere lo si può solo amare e venerare.

Jinn, una sola parola per svelare Iside [SM=g10631]

semplice-mente, 25/11/2008 19.49:


Per ritornare al misterioso fuoco segreto, potrebbe dunque sfuggire alla comprensione anche di chi opera con
successo il suo doppio aspetto, quello per cui, se da un lato è certamente un corpo che appartiene alla realtà
sensibile, dall'altro si colloca in un altro universo(Jaldakì dice che ha la natura dei Jinn), quel mesacosmo
che sta tra il mondo manifestato e quello dell'Intelletto divino.



ciao a tutti
semplice-mente



La prima volta che ho sentito il termine Jinn è stato leggendo "Le Mille e una Notte", ricordavo che la
traduzione letterlale è "genio" e che essi erano nella mitologia musulmana delle creature simili agli angeli
almeno per il fatto di essere intermediari fra la dimensione terrena e quella ultraterrena ma guardate un po'
cosa ho trovato su Wikipedia:

Il termine arabo jinn (pl. ja-nn, in italiano spesso tradotto come "genio") indica, nella religione preislamica
e in quella islamica, un'entità soprannaturale, intermedia fra mondo angelico e umanità, che ha per lo più
carattere maligno, anche se in certi casi può esprimersi in maniera del tutto benevola e protettiva.

L'etimologia della parola è stata a lungo discussa e, se c'è qualcuno che la vorrebbe collegare semplicisticamente
al termine latino genius, la maggioranza degli studiosi concorda invece nel rifarsi alla radice linguistica aramaica
che significa "nascondersi, occultarsi".


In età preislamica ( ja-hiliyya ) i jinn erano accreditati di notevole potenza, quasi sempre in grado di esprimere
una devastante e spesso mortale cattiveria. Gli storici della religione islamica credono che tali entità fossero
direttamente ricollegabili all'ostilità dell'ambiente fisico in cui vivevano
gli Arabi della Penisola Arabica, tanto
sedentari quanto nomadi (beduini), senza in alcun modo rifarsi a modelli allogeni.
Loro caratteristica generale sarebbe stata e rimarrebbe la loro estrema mutevolezza e la loro totale inafferrabilità.
inafferrabilità.


L'Islam accetta l'esistenza dei jinn, anche se ne disattiva pressoché tutte le potenzialità malefiche principali,
limitandole a un fastidio più o meno accentuato. Secondo la cultura islamica esistono anche jinn buoni e in grado
di beneficare l'essere umano. Ciò perché, già all'epoca del profeta Muhammad, alcuni jinn si sarebbero convertiti
all'Islam ascoltando le parole rivelate dal Profeta stesso.

Un tipico esempio di jinn è quell'essere che, nella favolistica collegata alle Mille e una notte, Aladino libera da una
lampada, al cui interno è rimasto prigioniero, in cambio dell'accoglimento di tutti i suoi desideri. Nelle favole, in
logico collegamento a una diffusa credenza non solo islamica, un totale potere sui jinn sarebbe stato espresso a suo
tempo da Salomone (in arabo Sulayma-n) che è considerato come uno dei più grandi profeti precursori di Muhammad.

Nel Corano è scritto che i geni si originarono all'inizio dei tempi, come tutte le altre creature, grazie all'intervento di
Allah. Essi, a differenza degli umani che avrebbero natura di terra e degli angeli la cui natura sarebbe di luce, ebbero
origine dal fuoco.


Ai jinn, secondo lo stesso Corano e alcuni trattati demonologici islamici, apparterrebbe Iblis, termine certamente adattato
dal greco diabolos per indicare Satana (che, peraltro, viene chiamato Shayta-n).

I modernisti islamici hanno tentato di adattare la fede nei jinn al portato della moderna scienza e qualcuno (come Muhammad
'Abduh) ha ipotizzato che batteri e microbi non fossero ad esempio altro che jinn, in grado di produrre talora risultati
fatali sul corpo umano, ma tale "lettura" non ha incontrato grande favore fra i credenti musulmani.


Alcune loro caratteristiche non vi ricordano un tipo strano che gira con le ali ai piedi?
Ma io ci vedo molto di più, nn solo quello...
Ora basta, ho scritto troppo e chissà se avrete mai voglia di leggere tutto
Un abbraccio
Bimba.
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Nec spe, nec metu

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