sono gli artisti che danno diverse rappresentazioni
della discendenza di cristo , che non morì in croce
mà quallcun'altro fece una brutta fine al suo posto
Questo è un riflesso di quello che San Paolo riprende con questi versetti:
1Corinzi 1:22 E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza,
1Corinzi 1:23 noi predichiamo Cristo crocifisso,
scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani;
1Corinzi 1:24 ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.
1Corinzi 1:25 Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e
ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
La cosa più scandalosa per i Giudei ed anche per i mussulmani è che Gesù sia visto come il Messia che è morto in croce.
E' qualcosa che viene rifiutato a causa di una visione teodiceica legata ancora ad una "giustizia distributiva".
Cioè a quelle correnti teologiche che si impuntavano nel credere che già da questa vita il giusto non poteva essere abbandonato alla disfatta dal Signore.
Pertanto Gesù crocifisso, il Messia crocifisso, era segno di contraddizione e di scandalo di fronte a questa concezione teologica.
Il Messia doveva essere e rimanere glorioso e vincente, già da questa vita terrena.
NON ESISTEVA che morisse in croce.
Anche per i mussulmani non esiste che il "profeta" Gesù sia morto in croce...
Anche se per loro non è il Figlio di Dio (si apra il cielo se Allah ha un figlio!), non può comunque morire indegnamente in croce.
Vi sono poi altre motivazioni più "romantiche" che negano la morte in croce di Gesù.
Da quanto possiamo leggere negli scritti canonici e dalla storia della Chiesa, vediamo un uomo che è morto abbandonato da tutti i suoi apostoli e discepoli...
E poi, inspiegabilmente, vediamo tutte queste persone che cambiano atteggiamento e che arrivano a versare il sangue nella testimonianza della sua morte e resurrezione.
Ed anche questi elementi contribuiscono a dare veridicità alle narrazioni evangeliche.
Ciao!
Mauri
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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)