M. di Caraba, 23/07/2008 11.43:
Quindi l'alchimista si basa sulla Natura ed i suoi processi e non sulla mente.
Qui la volontà dell'operatore è subordinata alla Natura.
Caro Marchese e caro Elaphe, sono contenta di poter cercare con voi il capo di un gomitolo interessante...
Non è che intendessi dire che in Alchimia la mente umana sia protagonista di qualcosa, ruolo che spetta,
certamente, alla natura. Semplicemente mi riferivo al fatto che nei suoi tentativi di apprendimento il Filosofo usa la
testa maggiormente di quanto avviene, ad esempio, nel caso dello studioso di spiritismo, o di altre discipline in cui
l'aspirante sta lì in attesa che dei suoi sensi e delle sue percezioni avvenga qualcosa, che magari non avverrà
ugualmente il giorno dopo.
E' un po' come basare un rapporto umano (faccio un esempio banalissimo, solo per esser chiara) sulla stima,
che non sarà radicalmente mutata quando ci si sveglierà un po' strani una mattina, oppure solo su una inspiegabile
affezione emotiva.
Certamente per la vera Scienza la mente umana sarebbe un ben povero strumento, senza l'intuito ed altre componenti,
ma l'equilibrio tra queste è importante, quanto il capire cosa si apprende, senza rimanere indietro in nome di
certi irrazionali sconvolgimenti che anche qualunque droga può dare... solo così, credo, le cose apprese diventano
certe ed incancellabili.
A mio modesto parere, è questa una delle cose che si intendono con l'espressione
"fondare una casa sulla roccia", anzichè sulla sabbia, che vede distrutto ogni capolavoro...
Io credo che il punto di vista alchemico sia questo, mentre molte altre pratiche considerano un successo semplicemente
il vedere dei risultati materiali, magari fortuiti, irripetibili, ma emozionanti in quanto "cose strane". Lo strano, in
Alchimia, non ha spazio, in quanto lo studioso si stupisce continuamente di quanto, poco alla volta, capisce di dover
considerare normale.
Per quanto riguarda l'immanenza della Natura in tutte le cose, caro Elaphe, anch'io la vedo in questo modo. Ciò
non toglie che ogni cosa, ed ogni persona, rimanga espressamente se stessa. Dunque quando si considera qualcuno
o qualcosa "tutt'uno con la Natura", ciò non significa essere con Essa intercambiabile. Dunque, quando diciamo che
un avvenimento è dipeso dalla Natura, oppure è stato influenzato dall'intervento di un'altra volontà particolare,
fa differenza, credo. E pur conservando la propria originalità, l'Alchimista nutre, in genere, come desiderio
maggiore, quello di comprendere ed assecondare la volontà della Natura. Riuscirvi sarebbe il successo della
sua impresa.
Non so se ho messo solo disordine tra le carte...
Ciao ciao
Viola
[Modificato da Violaoscura 23/07/2008 18:07]