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domande sull'alchimia

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2009 17:34
10/01/2009 20:00
 
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Cari Amici,
che topic!
e quanti spunti..
Era da tanto che non vedevo topic così lunghi e pur così ricchi di interessanti idee e considerazioni!

Io sono ancora lontano purtroppo.. Ma appena trovo il tempo sono qui tra voi..

Questo mio post è per salutarvi tutti e augurarvi un buon anno (anche se in colpevolissimo ritardo!) e soprattutto per ringraziare tutti coloro che continuano a scrivere qui e negli altri topic!

Grazie di cuore..

A presto.

..AmoN..


....ci vuole il Caos dentro di se..per generare una Stella danzante..
11/01/2009 16:15
 
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Caro Amministratore, mi è venuto da ringraziarti per l'o.t....
ogni tanto ci vuole!

I tuoi Auguri andranno sicuramente a buon fine.[SM=g8429]
Ritardo sì, ma colpevolissimo noo, dai. Anche i ritardi sono belli, perchè possono creare occasione di sorpresa...
detto da una ritardataria cronica.[SM=g9371]

Spero e sono sicurissima che tutti noi aabbiamo davanti un anno di progressi da gigante. [SM=g7799]


Ciao!
Viola
11/01/2009 16:18
 
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Re: Salve

diniax, 08/01/2009 22.22:

Buona sera,
mi presento a questo forum.
Mi interesso della Gran Dama da un pochino e vorrei farvi i complimenti per il forum.

Saluti




Ciao, Diniax. Come estimatore della Gran Dama, tu che considerazioni o che dubbi avresti da offrirci sui suoi sfuggenti
insegnamenti?


Grazie!
Viola
11/01/2009 20:03
 
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ribaltoni
un saluto ed un augurio di buon anno a tutti, per cominciare.

caro Marchese,
riporto di seguito un passo tratto da P. Lucarelli, Il metodo (facilmente recuperabile online), che a mio avviso identifica un punto di scarto, tra visione alchemica e visione di fede autenticamente cristiana (metto tutto tra virgolette perchè non mi funge il comando quota):

<< "Si è detto, giustamente, che per i più la storia del seme di grano che muore nella terra per fruttificare è una raffigurazione di Cristo. Sorridendo il curioso alchimista legge, nella vicenda di Cristo, la rappresentazione allegorica delle avventure del seme di grano.
Chi non incominci a "vedere" in questo senso, come direbbe Artefio, "non è della nostra setta" >>.

è vero che si tratta del punto di vista di un singolo autore.

a presto
semplice-mente

12/01/2009 12:17
 
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Re: ribaltoni
semplice-mente, 11/01/2009 20.03:

caro Marchese,
riporto di seguito un passo tratto da P. Lucarelli, Il metodo (facilmente recuperabile online), che a mio avviso identifica un punto di scarto, tra visione alchemica e visione di fede autenticamente cristiana (metto tutto tra virgolette perchè non mi funge il comando quota):

<< "Si è detto, giustamente, che per i più la storia del seme di grano che muore nella terra per fruttificare è una raffigurazione di Cristo. Sorridendo il curioso alchimista legge, nella vicenda di Cristo, la rappresentazione allegorica delle avventure del seme di grano.
Chi non incominci a "vedere" in questo senso, come direbbe Artefio, "non è della nostra setta" >>.

è vero che si tratta del punto di vista di un singolo autore.


Caro Amico Semplice,
ci sono dei punti comuni, tuttavia i punti di scarto tra fede autenticamente cristiana ed alchimia
sono tanti tanti. [SM=g9215]

Faccio qualche esempio:
Per il cristiano Dio si trova in chiesa per cui bisogna andare a casa Sua almeno una volta a settimana
(la Domenica) "santificando le feste". Per l'alchimista invece la casa di Dio è in ogni dove.

Per il cristiano l'uomo incontra Dio tramite i sacramenti dispensati da un sacerdote... per l'alchimista
è possibile incontrare Dio individualmente senza bisogno di un tramite umano.

Ed ancora (e poi mi fermo, promesso) per il cristiano lo Spirito Santo discende e si incarna
realmente nell'ostia eucaristica... per l'alchimista questo processo di incarnazione è semplicemente
un'allegoria di ciò che avviene in laboratorio.

Per contro però Canseliet scrive che i miti cristiani non trovano spiegazione convincente se non
nelle operazioni della Grande Opera...

Eh, in effetti...

Salut

MdC



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12/01/2009 13:58
 
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caro Marchese,
quanto alla possibilità di incontrare Dio un pò dappertutto, penso che le distanze tra alchimia e cristianesimo non siano così grandi; concordo invece sul fatto che il divario riguardante l'altro argomento sia molto serio.

la supposizione di Batfroi parrebbe scricchiolare un pò; sembra che ciò che "si vede" nei vasi abbia poco a che fare con l'oggetto della fede cristiana.

ciao
semplice-mente

12/01/2009 15:22
 
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scricchiolii presunti
semplice-mente, 12/01/2009 13.58:

la supposizione di Batfroi parrebbe scricchiolare un pò; sembra che ciò che "si vede" nei vasi abbia poco a che fare con l'oggetto della fede cristiana.


"Alchimisti, fratelli miei, ricordatevi anche che la croce reca l'impronta di tre chiodi
che servirono ad immolare il Cristo-materia, immagine delle tre purificazioni che
devono esser fatte col ferro e col fuoco." (Fulcanelli - Mistero delle Cattedrali - p.38)

MdC
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14/01/2009 17:32
 
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intrecciando qualche filo
prendendo una piccola momentanea distanza dal problema specifico del rapporto tra alchimia e cristianesimo, e tornando a premere il tasto più generale del rapporto tra fede ed alchimia, propongo alla Vostra attenzione un passo del testo di B. J. T. Dobbs, Isaac Newton scienziato e alchimista, (trad. it), Mediterranee, 2002, . 136 e s., che mi sembra abbia il pregio di combinare vari tasselli della nostra discussione.

La citazione non è brevissima [SM=g8800] e perciò spero portiate pazienza ; non userò il comando quote (che stavolta funge) perchè mi sembra riduca la leggibilità; il testo che segue è la trasposizione dello scrtto della Dobbs; le frasi di Newton sono riportate << così >>.

- ecco il brano:

"La difficoltà sorse quando ci si incominciò a chiedere come operasse la Provvidenza in un universo limitato da leggi, come quello che stava emergendo dalla nuova scienza. La difficoltà era specialmente ardua nel sistema cartesiano, dove le uniche spiegazioni accettabili erano materia e moto. Anche se Descartes aveva affermato che Dio sosteneva costantemente e attivamente l'universo con la Sua volontà, in effetti a Henry More e altri sembrava che il Dio di Descartes corresse il rischio di diventare un latifondista ozioso, che aveva messo in moto la materia all'inizio, ma poi non aveva nessun modo per esercitare la sua sollecitudine provvidenziale.
Newton affrontò con estrema franchezza questa difficoltà teologica. L'azione meccanica della materia in moto non bastava. Anche ammettendo che questa azione meccanica esistesse tra le particelle e potesse spiegare un'ampia classe di fenomeni, tuttavia non poteva spiegare tutto. Non poteva chiarire i processi della vita, dove principi di coesione e progettualità erano evidentemente operanti. Non poteva giustificare la ricca varietà del mondo fenomenico. Tutte le forme di materia, non importa quanto varie, si potevano ridurre a una comune materia primordiale, ma come si erano prodotte inizialmente? La produzione di varietà dall'unità sembrava postulasse un effetto maggiore della sua causa. Il problema di Newton era simile ma più ampio di quello generale dell'origine di forme e qualità nella teoria corpuscolare. Dalle particelle di una materia universale con solo proprietà matematiche primarie, non sembrava che ci fosse una «ragion sufficiente» perché sorgessero forme e qualità. Ma sorgevano, e in una tale incredibile e ben ideata profusione che le spiegazioni causali basate su interazioni meccaniche sembravano del tutto insufficienti. Come Newton giunse infine a dire nello Scolio Generale ai Principia, «La cieca necessità metafisica [cioè l'azione meccanica], che è certamente la stessa sempre e dovunque, non potrebbe produrre una varietà di cose». La varietà richiede una qualche causa ulteriore. È prodotta dalla vegetazione. Come disse nel 1672:
<< Perciò, dato che gli stessi cambiamenti possono essere prodotti da leggeri mutamenti delle tinture dei corpi nella chimica comune e altri esperimenti simili, molti potrebbero ritenere che tali cambia­menti fatti dalla natura avvengano nello stesso modo, cioè solo per mezzo di abili trasposizioni dei cor­puscoli più densi, perché le qualità sensibili dipendono solo dalla loro disposizione. Ma, dato che questi cambiamenti sono prodotti così velocemente per vegetazione da non poterlo essere senza, dob­biamo ricorrere a qualche causa aggiuntiva. E questa differenza è enorme e fondamentale perché niente potrebbe essere mai fatto senza la vegetazione che la natura usa per produrlo >>.
La distinzione di Newton tra chimica meccanica e vegetale perciò appare cruciale per la sua soluzione del problema teologico posto dall'eredità cartesiana. La chimica meccanica si può giustificare semplicemente con materia e moto, quando si ristrutturano solo grandi corpuscoli. Mutamenti in questo dominio possono sembrare «trasmutazioni strane», ma sono solo «addensamenti o separazioni meccaniche di particelle» e non richiedono una spiegazione aggiuntiva. Ma per tutta quella grande classe di esseri che la natura produce per vegetazione - «tutta quella varietà di cose naturali che noi troviamo adattate a tempi e luoghi diversi» - dobbiamo ricorrere a una qualche causa ulteriore. In ultima analisi, la causa è Dio, Dio che nella Sua saggezza e con la Sua autorità, la Sua sollecitudine provvidenziale, e gli scopi finali noti solo a Lui, produce tutta la varietà: la diversità naturale «non può provenire che dalle idee e dalla volontà di un Essere necessariamente esistente». All'interno del regno della chimica vegetale, dove Dio fa queste cose, sta il campo in cui opera la Sua guida continua del mondo, un'area di sollecitudine provvidenziale. Il Dio di Newton, malgrado tutta la sua trascendenza, non era un latifondista ozioso.
Se Dio era la causa ultima, ciò che Newton voleva trovare nel mondo naturale era la causa più prossima dei fenomeni della vita, l'agente di Dio in questo ambito. Gli scritti teologici di Newton, in effetti, rivelano un Dio così totalmente «altro» dalla Sua creazione, che ci si attende un simile agente dovunque la Divinità agisca nel mondo:
<< Che Dio padre è uno spirito infinito, eterno, onnisciente, immortale e invisibile che nessun occhio ha visto o può vedere... e Dio non fa nulla da sé che può fare con un altro >>.
A Newton sembrava giusto che Dio usasse una «creatura» per realizzare la sua volontà, dato che questo accresceva il potere divino (...)
Si è sostenuto che Newton abbia rifiutato decisamente agenti intermedi tra Dio e il mondo, ma sia gli scritti alchemici che quelli teologici sembrano infirmare questa con­clusione. Newton si misurò per molti decenni con la definizione precisa di un tale agente, anche se respinse alcuni tipi di intermediari e rifiutò in modo piuttosto esplicito di ve­dere la Divinità attraverso lenti neoplatoniche come anima del mondo. Ma negli scritti alchemici lo spirito alchemico, l'attivatore vitale universale, secondo il giudizio di Newton agiva in un certo senso per Dio nel mondo. Era un agente intermedio nel continuo go­verno del mondo di Dio.
Newton non aveva scrupoli teologici nei riguardi di un agente universale attivo che agisse per Dio nel mondo, per produrre e guidare i processi della vegetazione; al contrario accoglieva volentieri l'esistenza di questo spirito come forza accertabile della Provvidenza. Era proprio ciò di cui si occupava l'alchimia. Nelle parole di un anonimo alchimista che Newton studiò attentamente all'inizio del diciottesimo secolo, lo spirito alchemico era il «Vicegestore» di Dio, ed era per mezzo dell'alchimia che l'uomo poteva «penetrare attraverso l'involucro esterno delle cose, sino allo spirito interno operante... e così diventare uno che Apre e Manifesta le Meraviglie di Dio nella Natura». Il legame tra chimica vegetale e attività divina era innegabile, e Newton intese l'alchimia come uno tra i più importanti, se non il più importante, dei suoi studi. Se tutto andava bene, avrebbe dimostrato l'azione di Dio nel mondo in modo assolutamente irrefutabile, dimostrando le operazioni dello spirito vegetale non meccanico, e quindi arrestando per sempre lo spettro dell'ateismo".

- fine del brano

per non abusare, mi limito ad un telegrafico ed opinabile commento personale; non so fino a che punto il pensiero riportato sia di Newton, piuttosto che della Dobbs, ma vorrei notare che, a mio avviso, tra percezione di una inspiegata "chimica vegetativa" (diversa da quella meccanica) e supposizione dell'azione continua di un agente straordinario, emanazione di Dio, esiste un vero e proprio salto logico; come la pensate ? siete in disaccordo ? pensate che non esista alcun salto ? oppure pensate che il salto si faccia ma sia del tutto giustificabile ? e come ?

ciao
semplice-mente

[Modificato da semplice-mente 14/01/2009 17:33]
16/01/2009 11:12
 
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Re: intrecciando qualche filo
semplice-mente, 14/01/2009 17.32:


prendendo una piccola momentanea distanza dal problema specifico del rapporto tra alchimia
e cristianesimo


Bell'Amico, mi spiace che prendi distanza.
Speravo che la citazione di Fulcanelli (che non è un unicum nel suo genere) fosse chiara
nel stabilire un rapporto analogico tra ciò che succede nei vasi degli alchimisti ed i
miti cristici.

Beh, pazienza, attendiamo tempi migliori. Magari apriremo un topic ad hoc, nel quale scriveremo
solo noi due, naturalmente. [SM=g9371]

semplice-mente, 14/01/2009 17.32:


per non abusare, mi limito ad un telegrafico ed opinabile commento personale; non so fino a che punto il
pensiero riportato sia di Newton, piuttosto che della Dobbs, ...


Questa rivolta alla Dobbs (ossia quella d'aver plagiato Newton) è un'accusa pesante.
Hai qualche prova in merito?
semplice-mente, 14/01/2009 17.32:


ma vorrei notare che, a mio avviso, tra
percezione di una inspiegata "chimica vegetativa" (diversa da quella meccanica) e supposizione dell'azione
continua di un agente straordinario, emanazione di Dio, esiste un vero e proprio salto logico; come la pensate ?
siete in disaccordo ? pensate che non esista alcun salto ? oppure pensate che il salto si faccia ma sia del
tutto giustificabile ? e come ?


La seconda che hai detto. Per me non v'è alcun salto logico.
Trovo perfettamente logico che l'opera della Natura abbia derivato il suo ordine da un Ordinatore che
spesso viene chiamato Dio. Insomma se c'è un ordine c'è chi ordina.
Se c'è moto c'è qualcuno che ha mosso (un Primo Motore) e se questo moto è ordinato il Motore
è intelligente. Logico, no?

A meno che non ritieni che una supposta ed indefinita teoria dell'emergenza (cui hai accennato)
possa in qualche modo sostituire Dio.

Salute

MdC
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16/01/2009 19:26
 
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caro Marchese,
provo a risponderti per punti:

- il distanziamento è solo momentaneo, comunque nei paraggi.
- non mi passava nemmeno per l'anticamera del cervello di rivolgere un'accusa di plagio alla brava Dobbs; devo essermi spiegato male; poichè il libro è dedicato al pensiero di Newton, sarebbe strano non riportasse il pensiero di Newton, senza plagiare alcunchè; mi chiedevo piuttosto se, nel passo scelto, l'autrice si fosse limitata a riferire o avesse anche interpretato ed integrato, con valutazioni sue;
- non c'è salto perchè registriamo ordine ? sinceramente fatico a star dietro a Teilhard de Chardin, anche (non solo) per riflessioni sui fenomeni di emergenza; comunque, evoluzione a parte, qui esiste un problema aggiuntivo, un fattore che resterebbe non necessario, dal punto di vista logico, quand'anche applicassimo il binomio moto/motore all'ordine naturale: lo "Spiritus Mundi".

ciao
semplice-mente
19/01/2009 11:13
 
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semplice-mente, 16/01/2009 19.26:

- non c'è salto perchè registriamo ordine ? sinceramente fatico a star dietro a Teilhard de Chardin, anche (non solo) per riflessioni sui fenomeni di emergenza; comunque, evoluzione a parte, qui esiste un problema aggiuntivo, un fattore che resterebbe non necessario, dal punto di vista logico, quand'anche applicassimo il binomio moto/motore all'ordine naturale: lo "Spiritus Mundi".


Caro Amico Semplice,
in effetti si, hai ragione, lo "Spiritus Mundi", ossia quell'interfaccia che collega l'alto ed il
basso, è un fattore sicuramente aggiuntivo.
Prova ne sia che la scienza moderna ne fa tranquillamente a meno.

Penso che il concetto di "Spiritus" sia l'ennesimo "modello", un'idea cioè creata dall'uomo per
spiegarsi le cose. L'uomo ha bisogno di darsi una spiegazione logica (o verosimile), di collocare
nell'ordine mentale le fenomenologie naturali.
Per questo si creano dei modelli, delle teorie, che mai però corrispondono alla realtà sperimentale.

Tornando allo "Spiritus" sappiamo che in primavera il fenomeno "vita" si manifesta potentemente,
sappiamo che spesso questo fenomeno segue (per così dire) le fasi lunari, ecc., ecc.

Esisterà un ente spirituale che fa tutto questo? O vi sono più enti?
Oppure le cause della vita sono da ricercarsi altrove?

Nessuno lo saprebbe dire con assoluta certezza poichè:

"La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi...
Tu la spingi, la tiri e lei non basta mai, anche se ti dibatti, non riesci a coprirti tutto...
Dal momento in cui nasci piangendo al momento in cui esci morendo, ti copre solo la faccia e tu
piangi e gridi e gemi." (dal film: "L'attimo fuggente")

Salute

MdC


[Modificato da M. di Caraba 19/01/2009 11:14]
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19/01/2009 11:46
 
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umana-mente

caro Marchese,
che bel post; mi sento di condividerlo dalla prima all'ultima riga.
su queste basi, ora non ci resta che stabilire se quel modello sia un buon modello [SM=g9371].
forse dovremmo intenderci prima sulle parole "spirito" e "spirituale". Queste parole hanno un significato oltremodo ambiguo, soprattutto se calate all'interno di una dimensione in senso lato "religiosa"; una dimensione, cioè, di ricerca delle cause ultime e, attraverso di esse, del senso della vita (a me pare che l'alchimia abbia le caratteristiche di questa ricerca).

un caro saluto
semplice-mente


19/01/2009 21:09
 
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chiosa

caro Marchese,
il Dizionario italiano Giunti offre una labile sponda alla nostra difficile conversazione; ecco le indicazioni tratte con l'aiuto di books.google.it:


Spirito
1. La parte non materiale dell'uomo e dell'esperienza umana, che si manifesta come pensiero, sentimento e volontà (in contrapposizione a corpo e materia);
2. Nelle religioni, l'anima individuale, spec. in quanto sopravvive al corpo (...). La manifestazione e l'essenza della Divinità: lo spirito di Dio (...); Essere soprannaturale, privo di corpo. Gli spiriti celesti / infernali = angeli, demoni. In mitologie e credenze primitive, potenza, divinità che anima una realtà naturale o esercita un influsso (...);
3. Animo, stato d'animo, disposizione d'animo (...);
4. Vivacità, prontezza di ingegno (...);
5. Il significato profondo, più vero di un testo (spec. contrapposto alla lettera).





Spirituale.
1. Dello spirito, che si riferisce allo spirito (contrapposto a fisico, materiale) (...);
2. Formato di solo spirito.



a presto
semplice-mente
19/01/2009 22:58
 
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Re: Re: ribaltoni
semplice-mente, 11/01/2009 20.03:


<< "Si è detto, giustamente, che per i più la storia del seme di grano che muore nella terra per fruttificare è una
raffigurazione di Cristo. Sorridendo il curioso alchimista legge, nella vicenda di Cristo, la rappresentazione
allegorica delle avventure del seme di grano.
Chi non incominci a "vedere" in questo senso, come direbbe Artefio, "non è della nostra setta" >>.



Carissimo,
Prima di tutto buon Anno a te ed al resto del Forum. [SM=g6552]
Dunque, credo che l'estratto di Lucarelli mostri un vero e proprio ribaltamento di pensiero rispetto
alla visione Cristiana.
Infatti, come si evince da questo passo, per il Cristiano Dio si manifesta attraverso il mondo mentre
per l'Alchimista, il Mondo è manifestazione di Dio. Ne consegue che la realtà, per l'Alchimista è densa di
significato divino, questo ci riallaccia a quanto posta il caro Marchese:

M. di Caraba, 12/01/2009 12.17:


Per contro però Canseliet scrive che i miti cristiani non trovano spiegazione convincente se non
nelle operazioni della Grande Opera...



Infatti, se la realtà che ci circonda è espressione di Dio, è indubbio che essa possa spiegarci il
divino, così, svelandoci il divino essa è l'unica capace di farci intendere non solo le parabole evangeliche
ma quelle appartenti a qualsiasi altra professione di fede, e difatti gli alchimisti trovano spesso simboli adatti
a parlare della proria Arte anche in molte altre religioni, tenedo soprattutto conto che l'Alchimia è
praticamente presente in tutto il mondo da tempi remoti...

Spero di aver apportato idee utili al presente topic, per quel che riguarda il resto mi riprometto
di applicarmi a nuove riflessioni più avanti, data la lunga assenza mi ci vorrà un po' per rimettermi al passo.

Un abbraccio, [SM=g8322] Bimba.



*****************************
Nec spe, nec metu

www.cronacheesoteriche.com I Tarocchi di Bimbasperduta
20/01/2009 12:51
 
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Re: Re: Re: ribaltoni
semplicemente:


Spirito
1. La parte non materiale dell'uomo e dell'esperienza umana, che si manifesta come pensiero,
sentimento e volontà (in contrapposizione a corpo e materia);
2. Nelle religioni, l'anima individuale, spec. in quanto sopravvive al corpo (...).
La manifestazione e l'essenza della Divinità: lo spirito di Dio (...);
Essere soprannaturale, privo di corpo. Gli spiriti celesti / infernali = angeli, demoni.
In mitologie e credenze primitive, potenza, divinità che anima una realtà naturale o
esercita un influsso (...);
3. Animo, stato d'animo, disposizione d'animo (...);
4. Vivacità, prontezza di ingegno (...);
5. Il significato profondo, più vero di un testo (spec. contrapposto alla lettera).


Caro Amico Semplice,
essendo che secondo il "modello" alchemico lo spirito è semplicemente materia rarefatta e la
materia è spirito condensato ne segue che le definizioni di spirito che il dizionario Giunti
ci fornisce non sono propriamente compatibili alla teorica.
bimbasperduta, 19/01/2009 22.58:


Dunque, credo che l'estratto di Lucarelli mostri un vero e proprio ribaltamento di pensiero rispetto
alla visione Cristiana.


Cavoli Bimba,
sai che non avevo fatto caso al sottile ribaltone?
Ti ringrazio infinitamente per aver ovviato alla mia sbadatagine. [SM=g10248]

In questo modo si da più importanza alla materia di cui Cristo è un allegoria,
nell'altro (quello cristiano) si da invece la preminenza al Cristo.
Il punto di vista è certamente diverso. [SM=g10132]

Che il concetto di "Dio" faccia parte del modello di cui parlavamo?
bimbasperduta, 19/01/2009 22.58:


Infatti, se la realtà che ci circonda è espressione di Dio, è indubbio che essa possa spiegarci il
divino, così, svelandoci il divino essa è l'unica capace di farci intendere non solo le parabole evangeliche
ma quelle appartenti a qualsiasi altra professione di fede


Oh mamma!!! Qui c'è qualche sintomo sospetto... attenta a non buscarti l'"alchimite". [SM=g9371]

Salute a tutti

MdC
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20/01/2009 18:53
 
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rarefazioni e condensazioni

caro Marchese,
quale soglia di "rarefazione" determina il passaggio dalla materia allo spirito ? e quale soglia di condensazione corporifica lo spirito ? i gas sono "spirituali", secondo gli alchimisti ? sono spirituali nello stesso senso dello spirito universale ? eppoi, il fatto che lo spiritus mundi sia emanazione dell'ein sof e suo speciale intermediario non rileva ? non dobbiamo allora riconoscere che esistono categorie di spiriti piuttosto diverse, per l'alchimia, e che non tutte hanno la stessa importanza ed influenza ? lo spirito universale cos'ha di speciale ?

confido che la tua solida armatura sappia reggere questa mitragliata di domande.

ciao
semplice-mente
20/01/2009 19:08
 
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ribaltamenti e controribaltamenti
cara Bimba,
grazie degli auguri; concordo; parrebbe trattarsi di un ribaltone; mi chiedo però se le due prospettive - quella alchemica, che cerca le tracce del divino nella materia, e quella cristiana ortodossa, che considera Cristo uomo-Dio - non possano al limite combinarsi, senza che l'una sia condannata a sfumare in allegoria dell'altra.

[SM=g10132]

ciao
semplice-mente

20/01/2009 22:41
 
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Alchimite, Cristiansimo vs Alchimia e Spirito Universale
M. di Caraba, 20/01/2009 12.51:


Oh mamma!!! Qui c'è qualche sintomo sospetto... attenta a non buscarti l'"alchimite". [SM=g9371]

Salute a tutti

MdC




Miei carissimi,
quoto il Marchese ma in realtà rispondo ad entrambi.

Carissimo, se Alchimite deve essere che sia la ben venuta, se invece ella è solo una bella Dama
con la quale fare un po' di strada... andrà benissimo ugualmente.
Non mi chiedo molto, accetto la strada che Dio ha scelto per me. Credo che non sia importante
quale percorso escatologico si scelga ma come.
E' così difficile per me ora parlare, vi prego cari amici, abbiate pazienza con la mia goffa esposizione
ma l'argomento è davvero più grande di me eppure è qui, fisso nel mio cuore, da sempre e chiede di uscire
anche se non so come.

Le mie sono idee nate dalle mie riflessioni, non ho libri e autori ad avallarle, ma spero che andranno bene
lo stesso per un sereno e costruttivo confronto, sebbene nascano dalla mia esperienza soltanto.

Credere che la realtà sia emenazione di Dio porta a credere che egli sia sempre presente, accanto a noi
che Egli ci parli e ci guidi, ci insegni attraverso il mondo, fiori, alberi, persone, strade, films
divengono la voce divina, ci si ritrova a scorgere segni, a sentire che la realtà è vibrante, viva, si sente
reale, uno Spirito, una Forza qualcosa di inneffabile che io chiamai una volta Musica Ancestrale che che
cercai di spiegare definendola l'Anima del Mondo che pervade ogni cosa, la rende viva e vibrante come ho già
detto, da qui si comincia un viaggio, come quando da bambini si impara a camminare o parlare, con la stessa
naturalezza si apprendono i segreti della Natura...

Noi siamo come bambini di pochi mesi di fronte a Dio, per me pregare e avere fede significa affidarsi a Dio
come il bambino si affida alle mani che lo sostengono durante i suoi primi passi, alla voce che sillaba
amorevole le parole che pronuncerà.

Caro amico semplice, certo che possono combinarsi, senza
che una debba essere allegoria dell'altra. A dire il vero Lucarelli scrive:

semplice-mente, 11/01/2009 20.03:


<< "Si è detto, giustamente, che per i più la storia del seme di grano...



Dunque non si parla di visione Cristiana Vs visione Alchemica bensì di senso
comune Vs senso alchemico.

Sapete, leggendo tutto questo lunghissimo topic mi viene in mente il Coro dell'"Enrico V" di shakespeare:

"Coro: Oh, avere una Musa di fuoco, che si levasse al più fulgido cielo dell'immaginazione... Un regno per
palcoscenico, dei prìncipi come attori, e dei sovrani che assistono alla rutilante azione. Allora il bellicoso
Enrico assumerebbe da par suo il portamento di Marte, e alle sue calcagna, come segugi al guinzaglio, la fame,
il ferro e il fuoco smanierebbero per entrare in azione. Ma,,, Perdonate, gentili Signori, le basse e pedestri
menti che hanno l’ardire di voler rappresentare su questo indegno tavolato un argomento così grande."

Buona notte a tutti,
un saluto affettuoso, Bimba


[Modificato da bimbasperduta 20/01/2009 22:56]
*****************************
Nec spe, nec metu

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21/01/2009 10:35
 
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cari Amici,
stimolato dalle notevoli considerazioni di Bimba e del Marchese, propongo alla vostra attenzione un brano che trovo assai suggestivo.
Si tratta di E. Canseliet, Due luoghi alchemici (trad. it.), ed. Mediterranee, 1998, p. 89, nel capitoletto dedicato a "la Materia e lo Spirito" (l'A. trae spunto dalla descrizione di Villa Palombara):


"sempre sull'architrave, vediamo in ebraico RUACH ELOHIM, cioè lo Spirito di Dio, senza il quale le operazioni ermetiche non si differenzierebbero dalle manipolazioni correntemente effettuate dai chimici nei laboratori. Un alchimista tedesco nel suo bel volume, dove l'ermeneutica biblica, l'astrazione mistica, il discorso ampolloso e il gusto della parola rara si disputano il carattere di eccessiva impenetrabilità, pronuncia tuttavia questa breve affermazione, che è tutta la Verità:
LAPIS PHILOSOPHORUM - La Pietra dei Filosofi è RUACH ELOHIM"



saluti
semplice-mente

p.s. segnalo che il testo tradotto di Canseliet, nel capitolo su Materia e Spirito, è reperibile anche via books.google.it
[Modificato da semplice-mente 21/01/2009 12:03]
21/01/2009 12:15
 
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Re: rarefazioni e condensazioni

Caro Amico Semplice,
alle tue mitragliate istruttive mi sono abituato... anzi ti dirò che adesso le trovo
davvero irrinunciabili. [SM=g9215]

Cercherò di rispondere con ordine alle tue domande seguendo le vaghe idee che mi son
fatto nello studio.
semplice-mente, 20/01/2009 18.53:


quale soglia di "rarefazione" determina il passaggio dalla materia allo spirito ?
e quale soglia di condensazione corporifica lo spirito ?


Direi che "rarefazione" e "condensazione", essendo fenomeni fisici che si verificano in natura
sotto gli occhi di tutti, vengono usati convenzionalmente anche riguardo allo spirito universale.
Sono degli escamotage che fanno parte del nostro modellino.
Invero non esiste nessuna condensazione o rarefazione dello spirito universale alla maniera
comunemente intesa.
semplice-mente, 20/01/2009 18.53:


i gas sono "spirituali", secondo gli alchimisti ?
sono spirituali nello stesso senso dello spirito universale ?


Si, sono spirituali ma non nello stesso senso dello spirito universale.
Considerando il caso specifico dell'aria, essendo questa (a quanto si dice) veicolo dello
"spiritus mundi" penso sia naturale considerla "spirituale".
semplice-mente, 20/01/2009 18.53:


eppoi, il fatto che lo spiritus mundi sia emanazione dell'ein sof e suo speciale intermediario non rileva ?


Beh, se Ein-Sof è un'altro nome per indicare Dio ritengo che sia certamente rilevante giacché questo
spirito sarebbe una sorta di veicolo che estende e realizza la volontà di "Colui che non ha fine".
semplice-mente, 20/01/2009 18.53:


non dobbiamo allora riconoscere che esistono categorie di spiriti piuttosto diverse, per l'alchimia,
e che non tutte hanno la stessa importanza ed influenza ?


Prima accennavo all'aria e questa è una categoria di spiriti.
Poi ci sarebbe uno spirito più sottile e penetrante che non solo feconda l'aria ma ogni
cosa appartenente alla Natura compresi i minerali che si trovano nelle viscere della terra.
Canseliet talvolta lo assimila alle così dette "onde elettromagnetiche". [SM=g10303]
semplice-mente, 20/01/2009 18.53:


lo spirito universale cos'ha di speciale ?


E' speciale per il fatto che in potenza possiede i semi di tutte le cose "particolari"
ed è diffuso in ogni dove.

Salute

MdC
[Modificato da M. di Caraba 21/01/2009 12:16]
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