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domande sull'alchimia

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2009 17:34
28/09/2008 16:33
 
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caro Marchese di Carabà,
comincio col rivolgermi a Lei perchè mi sembra si dedichi seriamente allo studio dell'alchimia; io ne so davvero poco; poichè da qualche tempo sono incuriosito, ho comperato alcuni scritti (ad esempio quelli di Canseliet e di Fulcanelli da Lei caldeggiati); ho letto una parte di queste opere; ho compreso molto poco; quasi nulla, ad essere franchi.

L'invito a sedere al banco della Natura esercita un fascino notevole, quasi irresistibile; tuttavia mi manca il "la", il senso generale.
Spesso non capisco quel che leggo; qualche altra volta mi sembra di capire senza comprendere.
Esempio: spiritualizzare il corpo, corporificare lo spirito; capisco (o mi sembra di capire) la cosa enorme che può voler significare, tuttavia mi chiedo: perchè ? perchè dovrebbe essere possibile ? perchè nei pressi di un forno, a partire dai più semplici metalli ? perchè il senso della manifestazione e dello stare qui dovrebbe lasciarsi scoprire in un modo così singolare e (mi consenta la sincerità) così assurdo ? perchè battere questa via ?

Nel corso delle inconcludenti e strascicate letture, due volumi mi hanno colpito: "Lettere Musulmane", di P. Lucarelli, ed "Incontri con il Maestro", di Gratianus. Purtroppo, gli echi di fondo che questi due testi sanno evocare non mi aiutano a scalfire la barriera che circonda i lavori di Canseliet, Fulcanelli, Limojon, Ali Puli e molti altri.

Posso osare chiedere, a Lei ed eventualmente anche al Suo gatto, qualche opinione, a proposito di una ragionevole direzione di marcia ?
Mi rivolgo al Marchese in primis, ma ogni suggerimento benevolo sarà naturalmente benvenuto.

ringrazio anticipatamente e porgo i saluti migliori.
semplice-mente
[Modificato da semplice-mente 28/09/2008 16:36]
29/09/2008 13:08
 
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Re:

Caro Amico,
rispondo ben volentieri alle tue garbate domande e considerazioni.
Nutro la speranza di poter essere utile (...se Dio vuole...) a te come anche a qualche utente
volenteroso che si trovasse a passare da queste parti.

Le notevoli difficoltà nel comprendere le parole ed i motti dei Filosofi sia antichi che moderni
costituiscono da subito i poderosi ostacoli nei quali ogni studente si imbatte.

Ci si trova davvero all'interno di un terribile labirinto di termini apparentemente incomprensibili
e fuori da ogni logica ma che acquistano un significato ben preciso nel momento in cui se ne siano
trovate le chiavi di decifratura.

Sul linguaggio degli alchimisti Renè Alleau, nel suo "Aspetti dell'alchimia tradizionale", scrive:

"Per dare un esempio chiaro prendiamo il gioco degli scacchi di cui si conosce la relativa
semplicità delle regole e dei pezzi così come l'infinita varietà delle combinazioni.
Se si suppone che l'insieme dei trattati acroamatici alchemici si presenta a noi come altrettante
parti scritte in linguaggio convenzionale, bisogna ammettere per principio e con estrema onestà
che ignoriamo completamente e le regole del gioco e l'algoritmo di cifra utilizzato.
Altrimenti affermiamo che l'indicazione crittografica è composta da segni direttamente comprensibili
da qualsiasi individuo, che è l'illusione immediata che deve provocare un crittogramma ben strutturato.
Ma la prudenza ci consiglia di non lasciarci sedurre dalla tentazione di un senso chiaro e di studiare
questi testi come se si trattasse di una lingua sconosciuta."

Come accenna Alleau nell'estratto, talvolta capita che qualcuno ritiene d'aver compreso correttamente
talune allegorie interpretandole "alla lettera". E' questo il caso di alcuni moderni chimici che quando
ad esempio si trovano davanti al termine "vetriolo" ritengono si tratti del solfato di ferro della
chimica profana.

Ci vuole dunque tanta prudenza e paziente studio senza stancarsi ne scoraggiarsi.

E' per questa ragione che tante volte si suggerisce di studiare... daltronde (come sai di certo) è il
consiglio elargito da tutti i migliori autori.

Una lettura reiterata dei migliori testi è dunque condizione necessaria (ma non sufficiente) poichè,
come si dice, "libro apre libro".

La corretta comprensione poi è affidata interamente alla Grazia Divina, è per questo che si
dice che l'Alchimia è un Dono di Dio.
Tutto ciò che possiamo fare noi omuncoli è disporci il più possibile a ricevere eventualmente
questa Concessione.

Tu scrivi:
semplice-mente, 28/09/2008 16.33:


Esempio: spiritualizzare il corpo, corporificare lo spirito; capisco (o mi sembra di capire)
la cosa enorme che può voler significare, tuttavia mi chiedo: perchè ? perchè dovrebbe
essere possibile ? perchè nei pressi di un forno, a partire dai più semplici metalli ?
perchè il senso della manifestazione e dello stare qui dovrebbe lasciarsi scoprire in un
modo così singolare e (mi consenta la sincerità) così assurdo ? perchè battere questa via?



Assurdo? No, grazie.
Le assurdità non si confanno all'Alchimia.

E quindi?
Bisogna capire bene cosa significa "spiritualizzare un corpo" e "corporificare uno spirito".
Per fare ciò bisogna ragionare con la semplicità propria dei fanciulli.

A quanto pare il termine "gas" fu inventato da Van Helmont intorno al 1630; prima di questa data
si usava il termine "spirito". Indi quando parliamo di "spiriti" non dobbiamo pensare ai fantasmi
ma ad una sostanza gassosa, e quando parliamo di spiritualizzare un corpo dobbiamo piuttosto pensare
ad un cambiamento di stato.

Se qualcuno vuole "spiritualizzare" una bacinella d'acqua ne farà evaporare il contenuto...
il passaggio inverso ne costituisce la "corporificazione".

Adesso forse sarà chiaro cosa si intende con "spirito" in alchimia.

Salute

MdC
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29/09/2008 16:30
 
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il senso generale di questa ricerca
caro Marchese,
grazie della risposta, non solo cortese ma benevolente.
Avrei qualcosa da dire e da aggiungere, per spiegare meglio cosa appare in qualche modo assurdo, ai miei occhi, nonostante le tue considerazioni su spiriti e corpi siano efficaci, nel ripristinare una cornice di senso (ma davvero la corporificazione dello Spirito Universale è assimilabile alla condensazione del vapore sull'erba ?)

non vorrei tuttavia sproloquiare senza sapere e perciò permettimi di porre qualche altra domanda; una prima di ogni altra: che cosa il filosofo della Natura cerca e che cosa potrebbe trovare (con la grazia del buon Dio, se occorre) nel suo crogiolo e sul fondo dei suoi alambicchi ?

con i saluti migliori
semplice-mente
[Modificato da semplice-mente 29/09/2008 16:40]
29/09/2008 17:34
 
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semplice-mente, 29/09/2008 16.30:

che cosa il filosofo della Natura cerca e che cosa potrebbe trovare (con la grazia del buon Dio, se occorre) nel suo crogiolo e sul fondo dei suoi alambicchi ?


Caro Semplice-mente,
tu come risponderesti a questa tua domanda?

Lo so che non è simpatico rispondere ad una domanda con un'altra domanda ma mi piacerebbe
apprendere quali idee ti sei fatto dopo le letture cui accennavi.

Per il resto non preoccuparti, sono uno studente anch'io. [SM=g8429]

Salute

MdC


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Caro Semplice-mente, lascia che ti dica tra parentesi che personalmente penso tu sia una persona diversa da
come hai scelto di apparire qui e ora... ma non è sempre un difetto, ed in ogni caso va bene così.

Hai intavolato una discussione interessante che riprende dai cardini la Materia a noi cara... che ci può essere di più
costruttivo?

Detto ciò, visto che apri la domanda a tutti... nel crogiolo? La Pietra dei Filosofi, o anche l'Elisir. Secondo il grado
di condensazione. Forse non ve lo aspettavate. [SM=g8954]
Da me, intendo. Che sapessi queste cose.

Domanda: davvero domandi se sia vero il fatto della rugiada? Vorresti dire che gli antichi Filosofi, cui ti sei dedicato
tu stesso, potrebbero anche aver mentito? E... cosa ancora più interessante: assurdo il senso di cose che stai
studiando già da tempo, e con un certo rispetto, senza però sapere se hanno un senso? Ma qui, anzi, ho già trasgredito,
perchè questa domanda mi ero ripromessa di non farla. Ritirata. [SM=g9215]

Semplice-mente fantastico, dissodare un po' il terreno dalle fondamenta.[SM=g8429]


Ciao
Viola
[Modificato da Violaoscura 29/09/2008 20:18]
30/09/2008 00:31
 
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a ruota libera
cara Violaoscura,
puoi chiedere quello che vuoi; davvero non c'è trucco e non c'è inganno; concordo con te, è paradossale, ma per ora non desisto e continuo a scavare, sintanto che l'irragionevole richiamo a mettere a fuoco si fa sentire; la posizione è un pochetto scomoda, tra i fischi di quelli che ragionano (me compreso) ed i pernacchi di quelli che sragionano; potrei alla fine scoprire di aver perso del gran tempo; ma chi se ne importa ?

caro Marchese,
mi piacerebbe saper rispondere alla nostra domanda, con un pizzico di senno. Ora mi vengono in mente soltanto enormità, come questa: il filosofo cerca di intravedere, di toccare, di assaporare, di imbrigliare quell'amore divino che ostinato ed irriducibile sostiene tutte le cose.

ma proprio qui, forse, sta l'assurdo e la follia.

beh, ora non lamentatevi; l'avete voluto Voi.

con i saluti migliori
semplice-mente

30/09/2008 10:58
 
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Caro Semplice - Mente e cari Amici tutti,
Scrivo anche io con piacere in questo topic davvero interessante, e ne approfitto per dare il benvenuto a questo nuovo Amico nel Foro!

Le tue domande sono sensate, e non ti nego che anche per me all'inizio era non poco difficile capire gli scritti alchemici. Non che adesso li capisca appieno, ma qualche passetto avanti nella comprensione, l'ho fatto.

Il merito ovviamente è della persona a cui tu in primis ti sei rivolto.

I testi che mi ha consigliato (e anche regalato [SM=g6889] ), sono stati illuminanti e di notevole aiuto.

Quando ho iniziato a leggere i primi testi alchemici, ritenevo l'Alchimia una pseudo disciplina morale, cioè qualcosa che servisse (che brutta parola), solo ed esclusivamente ad una evoluzione interiore. Insomma, un insieme di metafore, dove l'elemento principale era la rinascita dell'uomo verso Dio.

Niente di più sbagliato.

Nel senso che , si, nell' Alchimia, ritroviamo Dio, ma considerarla una disciplina solo morale e non pratica è un errore enorme.

Gli antichi Alchimisti tutti quanti praticavano l'arte del fuoco e della trasmutazione dei metalli, con anni e anni di studio e di lavoro. Purtroppo con la nascita della Chimica, gli alchimisti sono stati messi da parte e non ebbero più una "buona pubblicità".

Si dovette aspettare il 900, dove Fulcanelli e Canseliet, con i loro scritti, riuscirono a far tornare nuovamente alla visibilità di tutti, la vera Alchimia.

Scritti che ancora oggi, con difficoltà riesco a comprendere appieno.

E' strano pensare, che ad esempio,nelle antiche cattedrali gotiche si possa riscoprire il sapere Alchemico.

Eppure è cosi, bisogna solo avere le chiavi.
Il difficile è "incontrare" l'unico Fabbro capace di darcele.

A presto..

..AmoN..

[Modificato da ..AmoN.. 30/09/2008 11:02]
....ci vuole il Caos dentro di se..per generare una Stella danzante..
30/09/2008 12:14
 
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metafisica applicata
caro ..AmoN..,
grazie del benvenuto e del contributo sincero ed amichevole; sono conscio del lato operativo ed è proprio questo che mi sconcerta; se mi fossi accontentato di Jung tutto sarebbe stato più facile; impostare una ricerca di senso mettendo mano ad un forno ??? eppure, eppure ...; è così incredibile che potrebbe anche esserci del vero ...; dopotutto, nella materia siamo immersi.

sarebbe bello avere quelle indicazioni bibliografiche, se adatte anche ad osservatori con le fette di salame sugli occhi, come sono io.

con i saluti più cordiali
semplice-mente

[Modificato da semplice-mente 30/09/2008 12:18]
30/09/2008 14:47
 
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Occhi nuovi
Violaoscura, 29/09/2008 20.14:


Detto ciò, visto che apri la domanda a tutti... nel crogiolo? La Pietra dei Filosofi, o anche l'Elisir. Secondo il grado
di condensazione. Forse non ve lo aspettavate. [SM=g8954]
Da me, intendo. Che sapessi queste cose.


Cara Violetta,
si, d'accordo sul Lapis Philosophorum o Elisir, diversi nella maturità più che per il
grado di condensazione. [SM=g8954]

Però non hai scritto cosa è "in soldoni" questa fantomatica Pietra dei Filosofi...

semplice-mente, 30/09/2008 0.31:


...il filosofo cerca di intravedere, di toccare, di assaporare, di imbrigliare quell'amore
divino che ostinato ed irriducibile sostiene tutte le cose.

ma proprio qui, forse, sta l'assurdo e la follia.



Non così assurdo se, come dici, quest'Amore sostiene tutte le cose; è in te, in me,
e tutt'intorno. E' nel cibo che ingeriamo, è nell'aria che respiriamo... senza questi apporti
esterni non ci sarebbe "Vita".
E' per questo che nella tradizione cristiana a tavola si ringrazia sempre Dio per il cibo
che ci dona.

Tutto ciò è folle? No.
Basta semplicemente vedere con occhi nuovi ogni cosa, ogni elemento di ciò che chiamiamo "realtà".

Dopo sarà possibile capire meglio cosa metterci dentro i nostri crogioli ed alambicchi.

..AmoN.., 30/09/2008 10.58:


Niente di più sbagliato.

Nel senso che, si, nell'Alchimia, ritroviamo Dio, ma considerarla una disciplina solo morale
e non pratica è un errore enorme.

Gli antichi Alchimisti tutti quanti praticavano l'arte del fuoco e della trasmutazione dei metalli,
con anni e anni di studio e di lavoro.


Caro AmoN,
mi ha fatto un immenso piacere leggere questo tuo bell'intervento non tanto per prendermi meriti che
non ho ma semplicemente perchè quando il campo è di buona qualità i frutti non tardano mai a
manifestarsi. [SM=g6906]



Salute a tutti

MdC

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30/09/2008 15:06
 
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Nel Crogiuolo

M. di Caraba, 30/09/2008 14.47:


Però non hai scritto cosa è "in soldoni" questa fantomatica Pietra dei Filosofi...



E' vero... [SM=g8954] ci ho provato! [SM=g9215]

semplice-mente, 30/09/2008 0.31:


caro Marchese,
mi piacerebbe saper rispondere alla nostra domanda, con un pizzico di senno. Ora mi vengono in mente soltanto enormità, come questa: il filosofo cerca di intravedere, di toccare, di assaporare, di imbrigliare quell'amore divino che ostinato ed irriducibile sostiene tutte le cose.

ma proprio qui, forse, sta l'assurdo e la follia.




Caro Semplice-mente, ricordando che la Domanda è: cosa sta nel crogiuolo...

Partendo da quell'Amore Divino di cui tu parli, io credo che, ora come in ogni tempo, uomini comuni o Alchimisti di
buona volontà, siamo noi che Ne siamo imbrigliati... [SM=g10132]

E se il lavoro fosse cercare di mantenere gli occhi bene aperti, pur standocene imbrigliati come salami, con l'unico
tentativo di intravedere qualche spiraglio, quando si può, attraverso le "fette" che abbiamo sugli occhi?

Misera ed estrema fatica, eppure non ne abbiamo una più nobile...

Ma il crogiuolo, che posto ha in questo? E l'alambicco di vetro, più volte attorcigliato? Il forno? E il fuoco, perchè quello
ci vuole: ci sarà permesso di giocare col fuoco?

Perchè a me sembra di avere l'impressione che si faccia lo stesso lavoro di quando i piccoli, indifesi dal mondo che
non conoscono e di cui non trovano la chiave, imitano le cose che non conoscono, fingendo con se stessi di saperle fare
benissimo... tazzine da the di pochi centimetri, macchine scavatrici, pentole e satelliti che stanno in una mano...

A me sembra che nel crogiuolo si cerchi di avere quello che, in grande, bolle anche nella pentola della Sapienza dell'
Universo...

Ma forse, anche qui ecco di nuovo la follia, come tu la chiami... (e a dire il vero, potrebbe esser sempre in agguato, lei
e il rischio dell'assurdo, o no?). Allora il tentativo estremo per non perdere il risultato di un attimo di lucidità
(o di follia, chissà)... cercare di prendere le misure, di far tornare i conti, di stabilire dei punti fermi, di
non farsi trasportare lontano dal ragionamento... finchè, a volte, si può finire col perdere ogni risultato proprio durante la
caccia al troppo capire, al troppo calcolare.
Secondo me, è un casino.

Anzi, a occhio e croce, per me è proprio quest'ultima cosa, che c'è nel Crogiuolo.


Ciao, chiedo perdono per il sopravanzo di parole, e aspetto di leggerVi...
Viola
30/09/2008 18:29
 
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RE: occhi nuovi
cari Amici,
i Vostri interventi sono profondi ed incoraggianti; stamane ho riaperto un buon testo e mi ha colpito un passaggio, che riporto qui di seguito, perchè meglio non saprei dire:

P. Lucarelli, Lettere Musulmane, Promolibri Magnanelli ed., Torino, 1998, p. 18:
"Tra queste sabbie (...) non cerco i misteri delle operazioni, gli arcani segreti dell'Arte. Cerco l'indicazione primordiale, la parola iniziale, la traccia del primo passo".

a presto
semplice-mente
[Modificato da semplice-mente 30/09/2008 18:34]
01/10/2008 10:34
 
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Re: RE: occhi nuovi
semplice-mente, 30/09/2008 18.29:

"Tra queste sabbie (...) non cerco i misteri delle operazioni, gli arcani segreti dell'Arte. Cerco l'indicazione primordiale, la parola iniziale, la traccia del primo passo".


Lo stesso Paolo Lucarelli in un articolo pubblicato per la prima volta
sulla rivista Abstracta, (n° 19 - ottobre 1987) scrive:

I Filosofi hanno troppo insistito sull'importanza del regno minerale e metallico per gli
scopi della Grande Opera, perché possano sussistere ragionevoli dubbi su dove ci si debba
volgere per la preparazione della Pietra Filosofale. Sappiamo bene che molti preferiscono
leggere allegoricamente, certe affermazioni, interpretando le parole degli Adepti secondo
una supposta Alchimia spirituale o adattandole a certe teorie di origine esotica o altro ancora.
Non discuteremo queste convinzioni, seguendo in questo il Cosmopolita che ricorda:

"...ma se qualcuno non presta fede (agli antichissimi Filosofi) allora abbiamo imparato che
non si deve parlare con chi nega i princìpi..." (Novum Lumen, op. cit, tractatus XII)


(http://www.airesis.net/ArsRegia/ars%20regia%201/Lucarelli%203.htm)

Più chiaro di così... [SM=g9215]

Riguardo poi alla frase dello stesso autore che Semplice-mente ha postato
secondo me fa riferimento implicito a quest'immagine (famosa) dell'Atalanta Fugiens.



Salute

MdC


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01/10/2008 13:01
 
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caro Marchese,
le tue indicazioni sono caritatevoli e penso di comprenderle: i primi passi dietro madre natura non possono essere altri che quelli più semplici . Ho riletto per intero il breve articolo sulla Cosmologia che hai segnalato, riscoprendone tutta l'importanza; l'autore descrive l'alternanza di "solve et coagula" dal quale origina la manifestazione e, dopo aver brevemente richiamato il Timeo, commenta:

"Queste cose deve ripetere l'Artista, scimmia di Dio, nel suo laboratorio".

ed ecco la mia domanda, importuna, sfacciata, precedente le altre mille sul se, sul come e sul quando: perchè ?

con i saluti migliori
semplice-mente
01/10/2008 13:51
 
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Re:
semplice-mente, 10/1/2008 1:01 PM:

caro

ed ecco la mia domanda, importuna, sfacciata, precedente le altre mille sul se, sul come e sul quando: perchè ?

con i saluti migliori
semplice-mente



Caro Amico,
penso sia opportuno che ognuno dia la sua risposta. Le cause possono essere varie, è il Fine che è comune.

E se mi permetti un gioco di pensieri, credo proprio che sia quel Fine il perchè!

..AmoN..




....ci vuole il Caos dentro di se..per generare una Stella danzante..
01/10/2008 15:16
 
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perchè intermedi
caro ..AmoN..,
certo, hai ragione; ognuno deve cercarsi un perchè ultimo; non mi sogno di sollecitare una risposta così privata e personale su un pubblico forum; era mia intenzione porre un interrogativo diverso, più asettico e "teorico": perchè il filosofo della natura scimmiotta (come farebbero i bimbi, suggerisce Violaoscura) ? cosa lo induce a credere che quella forza che sostiene ogni cosa si lasci imbrigliare e comprendere in quel modo ? cosa lo induce a supporre che sia un modo possibile ? non è comunque un modo piuttosto "impersonale"?

sono queste le domande che pongo, anzitutto a me stesso.

ciao
semplice-mente
01/10/2008 15:34
 
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Re: perchè intermedi
semplice-mente, 01/10/2008 15.16:

e "teorico": perchè il filosofo della natura scimmiotta (come farebbero i bimbi, suggerisce Violaoscura) ? cosa lo induce a credere che quella forza che sostiene ogni cosa si lasci imbrigliare e comprendere in quel modo ? cosa lo induce a supporre che sia un modo possibile ? non è comunque un modo piuttosto "impersonale"?



Non sono Amon, ma questa domanda tira in ballo una questione su cui ho riflettuto molto in quest'ultimo periodo..

L'unica risposta che per ora mi sono dato l'ho trovata nella frase "Dio creò l'uomo a Sua immagine e somiglianza".

Ora, a parte che se fanno fiction TV tipo Sex&The City il povero buon Dio dev'essere uno complicato e paranoico niente male pure lui, se tanto ci dà tanto possiamo perchè... possiamo!

E' come il libero arbitrio: ci è stato dato per essere usato, sta a noi decidere come, quando, se e perchè.

Quindi, a sto punto, si ritorna alla saggia risposta del caro Amon, cioè che è il nostro perchè a muovere tutto.

Sulla questione dello scimmiottare mi rifaccio a una frase che mi ha detto un caro amico reincontrato durante queste vacanze, che faceva più o meno

"io non so il perchè ultimo delle cose, so solo che questa interpretazione della realtà ne spiega molte. Magari è fallace, magari è stata creata dagli uomini senza alcun motivo di fondo, magari non darà tutte le risposte..
Ma sono un uomo, e questo è il massimo a cui posso aspirare"

Saluti!

"Ogni cosa in terra è la manifestazione tangibile dell'azione intangibile delle supreme intelligenze: chi conosce l'evolversi delle prime capirà l'agire delle altre, e legherà il molteplice nell'Uno e al contempo gli sarà svelato come l'Uno debba necessariamente essere molteplice."


"The answer cannot be found in the writings of others, or in the words of a trained mind" - Chuck Schuldiner [R.I.P.]
01/10/2008 16:11
 
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Re: perchè intermedi

Caro Semplicemente,
le tue domande sono sempre poste con una precisione che oserei definire "chirurgica"...
sono davvero un bell'esempio sulla maniera corretta di interrogarsi.

Per Bacco!!! Esiste davvero un modo corretto per porsi le domande?
Ebbene Signori, sembrerebbe proprio di "si". [SM=g8954]

Una domanda ben posta, con tutta la semplicità di cui disponiamo, è davvero
una sorta di ponte tra noi e la verità; questo perchè in parte contiene già
la risposta ricercata.

Prima di azzardare una possibile replica vorrei lasciare i tuoi interrogativi li,
a bella posta, nella speranza che questo temporeggiare sia apportatore di
feconde riflessioni.

I "Perchè Intermedi"? Eccoli:
semplice-mente, 01/10/2008 15.16:


1) perchè il filosofo della natura scimmiotta (come farebbero i bimbi, suggerisce Violaoscura)?
2) cosa lo induce a credere che quella forza che sostiene ogni cosa si lasci imbrigliare e comprendere in quel modo?
3) cosa lo induce a supporre che sia un modo possibile?
4) non è comunque un modo piuttosto "impersonale"?


Li quoto e ci rifletto anch'io. [SM=g6889]

Salute a tutti

MdC
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Filone d'Alessandria, noto anche come l'ebreo
caro Marchese,
sei un vero filone.

riflettiamo assieme
semplice-mente
02/10/2008 13:56
 
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Caro Semplicemente,
sfruttando la tecnica del "dividi et impera" comincio a rispondere all'ultima delle
quattro tue proposizioni, ossia:
semplice-mente, 01/10/2008 17.28:


4) non è comunque un modo piuttosto "impersonale"?


"E' attraverso la sua vigorosa stretta che il gladiatore della polvere le trasmette il suo
magnetismo" (Atorene, Il Laboratorio Alchemico, p.200)

L'estratto si riferisce ad un processo nominato "Levigazione" che consisterebbe nel
triturare la materia minerale usata nell'Opera con un mortaio adatto sino ad ottenere una
polvere impalpabile.



Questo processo ha anche lo scopo di imprimere l'"energia magnetica" dell'operatore nella
materia per cui la sostanza in un certo senso si impregna della personalità dell'operatore
per diventare con lui (in senso lato) una cosa sola.

Dunque v'è una sorta di "soggettività" conferita alla materia in base alla quale due differenti
operatori ottengono due prodotti diversi... diversità che certamente non sono percepibili
dai nostri sensi, almeno non in tale fase operativa.

In base a questo processo i materiali diventano assolutamente "personali".

Ad un livello più comune la stessa cosa accade quando a parità di pietanza cucinata si cambia
cuoco. Un palato fine scorge delle differenze più o meno percepibili.
Un cuoco imprime la propria personalità ai suoi piatti.

Questa è l'idea che me ne sono fatto dai miei studi libreschi e dalle esperienze da
provetto Chef. [SM=g9215]

Salute

MdC

Ps:
semplice-mente, 01/10/2008 17.28:

caro Marchese,
sei un vero filone.


Questa si che è bella. [SM=g9369]
[Modificato da M. di Caraba 02/10/2008 13:57]
________________________________


    www.cronacheesoteriche.com
02/10/2008 21:54
 
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a 200 manca un bel pò
caro Marchese,
mi è venuto spontaneo associare la tua ultima citazione all'esordio del mattino dei maghi, ove il narratore racconta del padre, sarto di professione:

"Nei gesti rapidi e umili del suo mestiere, aveva introdotto un metodo di concentrazione e di purificazione spirituale su cui ha lasciato centinaia di pagine. Facendo occhielli, stirando stoffe, irradiava la sua personalità". (L. Pauwels, J. Bergier, Il mattino dei maghi, trad. it., Oscar Mondadori, I ed., p. 20)

però è singolare che - malgrado non sia la qualità dell'inchiosto a far bella la poesia - si parli così tanto di inchiostro.

grazie ed a presto, spero.
semplice-mente
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