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domande sull'alchimia

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2009 17:34
12/11/2008 20:40
 
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cara Viola,
devo confessare che di principio non bado alle etichette; preferisco giudicare le persone per come si comportano e magari anche per quel che dicono.

ciao
semplice-mente
12/11/2008 23:29
 
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semplice-mente, 12/11/2008 20.40:


devo confessare che di principio non bado alle etichette; preferisco giudicare le persone per come si comportano e magari anche per quel che dicono.



Caro Semplice, non so se ho afferrato.
Nel senso che non gradisci che si generalizzi, così come ho fatto io nel caso degli Alchimisti?


Ciao[SM=g10465]
Viola
[Modificato da Violaoscura 12/11/2008 23:31]
13/11/2008 10:50
 
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Re: Re: Concordantia Fidei

Amica Violetta, tu scrivi:
Violaoscura, 12/11/2008 19.36:


Lo fa anche il mio... bisogna aggiustare 'sti cosi. Infatti non riesco a capire quale sia il lato
oscuro in quello che ho scritto...


In effetti speravo d'aver inteso male ed invece...
Violaoscura, 12/11/2008 19.36:


Io credo (e qui azzardo, comunicandovi quello che è sempre stato il mio sospetto) che possa diventare
Alchimista soltanto uno su cui gravi un difetto rispetto alla normalità: per handicap o per colpa, per
propria mancanza o per quant'altro. Gli Alchimisti, insomma, mi paiono derivare dal "ripescaggio" che
accomuna quanti non sono riusciti, per vie normali, a far qualcosa di sensato.

L'abito non fa il Monaco ne lo Scienziato.
La vocazione poi è come il vento, soffia dove vuole a dispetto delle categorie professionali, dei ceti
sociali, dell'aspetto fisico ed eventuali "colpe".
Violaoscura, 12/11/2008 19.36:


Queste, ovviamente, sono considerazioni personali, forse unilaterali... ognuno, in genere, colora dei propri
colori il suo modo di vedere...


Mi dispiace molto Cara. [SM=g10248]

Salut

MdC
[Modificato da M. di Caraba 13/11/2008 10:52]
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Re: Re: Re: Concordantia Fidei
M. di Caraba, 13/11/2008 10.50:


L'abito non fa il Monaco ne lo Scienziato.
La vocazione poi è come il vento, soffia dove vuole a dispetto delle categorie professionali, dei ceti
sociali, dell'aspetto fisico ed eventuali "colpe".



Caro Amico Marchese, ovviamente non mi riferivo a delle apparenze sensibili, come quelle date dalla professione o dal
ceto.

In questa più filosofica sede, quando parlo di "combinare qualcosa di buono", intendo più che altro il saper trovare un
senso alla propria esistenza. Secondo me, per ogni Alchimista di qualunque tempo, l'Arte pian piano rinvenuta non è
stata un optional, ma una necessità irrinunciabile, a differenza di tutto il resto delle cose che passano, che si vengono
a trovare, così, in secondo piano, divenendo anzi strumentali all'apprendimento della Scienza, ed avendo solo in ciò
il proprio valore.

Se proprio si voglia farci caso, il Filosofo è sempre qualcuno che non riesce ad adattarsi come gli altri, a "contentarsi"
serenamente di una fede cieca, o di un beato non pensarci. Io credo che un po' di "distorsione", di presunzione e di
sfrontatezza di fronte alla Natura, ci sia sempre, in questo.

Ma tale è, invece, la magnificenza dell'insindacabile Ordine delle cose, che una piccola, apposita speranza, se opportunamente
raccolta, ribalta tutto e dona proprio a queste persone l'oggetto più prezioso delle loro attenzioni, insieme ad una nuova motivazione,
finalmente trovata, valevole in ogni momento o attività.

E' così che mi sembra di vedere, curiosamente, l'Alchimista come il più fortunato, benchè il più colpevole (dando in pieno
ragione alla tradizione) di fronte alla Creazione. E comunque, forse è in genere colui che ha maggior possibilità di riparare,
di riabilitarsi attraverso il comportamento. Ancora non so se sia fondato questo mio modo di vedere, che forse è dovuto al
fatto di non riuscire finora a guardare più completamente le cose. So soltanto che per il momento quel poco che della Natura delle
cose mi pare di intravedere, per frammentario, contorto e frainteso che sia, mi sembra fantastico...[SM=g9073] [SM=g9475]


Ciao
Viola
[Modificato da Violaoscura 13/11/2008 16:29]
13/11/2008 17:12
 
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cara Viola,
ho aperto questa discussione rivolgendomi al Marchese perchè - malgrado la sua notevole preparazione - mi sembra abbia un atteggiamento aperto, mite e benevolente; atteggiamento che per me conta molto più di ogni proclamazione di sapere saputo e che fatico ad associare a difetti, handicap o mancanze.
se gli alchimisti sono così, allora viva l'alchimia [SM=g8920].

ciao
semplice-mente
13/11/2008 17:49
 
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Caro Amico Semplice,
il tuo giudizio nei miei confronti è davvero troppo buono.

Ti ringrazio e ringrazio anche la nostra Viola per il chiarimento.

Io "alchimista"? Mah... non credo.
Adesso mi guardo bene addosso, chissà che non scovo qualche etichetta sospetta. [SM=g6889]

Salute

MdC
[Modificato da M. di Caraba 13/11/2008 17:50]
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13/11/2008 18:27
 
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Cari, che ne dite di riprendere qualche filo lasciato indietro?

Ad esempio, la questione proposta da Semplice-mente riguardo a quale sia o dovrebbe essere la morale dell'Alchimista.

Giusto per non farci mancare neanche il gusto di un po' di tetro passatempo, vado a riguardare anche qualche agghiacciante
vista gentilmente offerta (secondo me, l'ha fatto apposta):

semplice-mente, 10/11/2008 13.27:


io penso che cifra della creazione - se creazione vi è stata - sia la gratuità


Siamo in ostaggio del caso...


semplice-mente, 10/11/2008 13.27:


Esprimendo l'arbitrio dell'Uno e la necessità degli altri, che tipo di visione morale potrebbero suggerire, queste leggi ?


Nessuna. Se la mettiamo così...
E' bello, non trovate, ogni tanto immaginare (ri-immaginare?) come sarebbe, trovarsi in un orrore di questo tipo.
Come quando si sceglie un certo tipo di film... pur di tornare poi, presto nella realtà, per carità! [SM=g9371]


Ciao
Viola
13/11/2008 19:02
 
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tensione morale dell'alchimia
cara Viola,
ottima idea.

senza dimenticare che le due citazioni riportano parole mie (meno horror di quanto non sembrino), che non so un tubo di alchimia ed appunto per questo domando.

ciao
semplice-mente
13/11/2008 19:07
 
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Re: tensione morale dell'alchimia
semplice-mente, 13/11/2008 19.02:


...le due citazioni riportano parole mie (meno horror di quanto non sembrino), che non so un tubo di alchimia ed appunto per
questo domando.



Allora io, se posso, ti domando: sicuro, che siano meno horror di quanto non sembrino? E ancora: se non sai un tubo,
come fai a saperlo? [SM=g10465]


Ciao
Viola
[Modificato da Violaoscura 13/11/2008 19:09]
13/11/2008 19:27
 
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a mio avviso sono meno horror perchè non pretendono di definire la condizione umana in assoluto, bensì entro i confini segnati da quelle leggi e da quei fenomeni materiali che non dipendono dall'esercizio della nostra libertà.

ovviamente ciò non significa che non abbiamo alcuna libertà.

come faccio a sapere che non so un tubo ? perchè non ho studiato un tubo [SM=g9371]

ciao
semplice-mente


14/11/2008 14:55
 
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Corruzione e Generazione
Violaoscura, 13/11/2008 18.27:


Siamo in ostaggio del caso...


In un certo senso esiste un "foglietto di regole" non scritto ma fissato nella Natura dal
quale tutti noi, volenti o non volenti, dipendiamo.

Siamo ostaggi (e figli) della Corruzione e non del Caso.
semplice-mente, 13/11/2008 19.27:

come faccio a sapere che non so un tubo ? perchè non ho studiato un tubo


"Sai, Momo, l'uomo a cui Dio non ha rivelato la via direttamente, non troverà certamente
la rivelazione in un libro" (Monsieur Ibrahim)

Non sai un tubero d'alchimia? Fa nulla.
Mi pare però che sai molto bene cosa dice il tuo Corano. [SM=g8954]

Salute a tutti

MdC
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15/11/2008 09:37
 
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guardando ancora la linea dell'orizzonte

caro Marchese,
magari sapessi.

ma siamo qui per imparare e perciò seguito a chiedere, a te, a Viola a Bimba, a Dragon, ad Amon ed a chiunque abbia un'idea, come pensate che la materia, con i suoi aneliti irriducibili ma silenziosi, possa fare da modello.

ciao a tutti
semplice-mente
15/11/2008 16:38
 
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Re: guardando ancora la linea dell'orizzonte
semplice-mente, 15/11/2008 9.37:


...come pensate che la materia, con i suoi aneliti irriducibili ma silenziosi, possa fare da modello.



Irriducibili ma silenziosi... Caro Semplice-mente, io credo che quella contenuta nella tua domanda, ad esempio, sia una
risposta non male. [SM=g8954]

Inoltre, l'osservazione del comportamento inaspettato che sembri attribuire alla materia, secondo me è il passaggio
che nasconde qualunque chiave iniziale dell'Arte.


Ciao
Viola
[Modificato da Violaoscura 15/11/2008 16:50]
16/11/2008 10:26
 
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Re: Re: guardando ancora la linea dell'orizzonte

Bell'Amica,
davvero, secondo te, dire che la materia è irriducibile ma silenziosa
nasconde qualunque chiave iniziale dell'Arte?

Mah!!! [SM=g10303]

A me sembra più interessante l'anelito e la questione sul modello.

Salut

MdC
[Modificato da M. di Caraba 16/11/2008 10:26]
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16/11/2008 10:54
 
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Re: guardando ancora la linea dell'orizzonte
semplice-mente, 15/11/2008 9.37:


caro Marchese,
magari sapessi.

ma siamo qui per imparare e perciò seguito a chiedere, a te, a Viola a Bimba, a Dragon, ad Amon ed a chiunque abbia un'idea, come pensate che la materia, con i suoi aneliti irriducibili ma silenziosi, possa fare da modello.

ciao a tutti
semplice-mente




Caro Semplicemente,
purtroppo di alchimia non so quasi nulla, ho letto qualche libricino ma nulla di più, ma le tue domande sono molto stimolanti.
Non seguo la via alchemica ma ne sono interessata e incuriosita come da tutte le religioni e penso che, in quanto religione essa contenga le verità che portano a Dio, io cerco Dio quindi...

Non potendo rispondere da alchimista ti rispond da attrice (non sono ancora una vera attrice, nel senso che non guadagno il pane calcando le scene ma è lo stesso) e chissà che la mia analogia non funzioni.

L'Alchimista si definisce, fra le tante cose, anche artista, dato che l'Alchimia è chiamata Arte ed ha ragione, poichè l'Arte (intesa come scultura, pittura poesia, musica teatro ecc.) è imitazione della Natura, semre, anche nel surrealismo.
L'artista prende brandelli di natura come modello e da lì crea.
L'attore in particolare prende un uomo, un sentimento una situazione reale ne fa il proprio modello, la studia, la sviscera, la conosce la fa sua l'interiorizza e poi la dona rappresentandola, vivendola sul palco.
Per esperienza personale dico che quella porzione è modello della porzione e del tutto al tempo stesso.
Se c'è una cosa che il teatro mi ha insegnato è che la realtà non è frammentaria così come noi la vediamo ma continua.

Noi vediamo la realtà come un insieme ordinao di cose distinte ma non è così. Nulla è distinto, tutto fa parte del Tutto, noi e l'erba siamo la stessa cosa nel senso che facciamo parte di un unico corpo.

Secondo questo ragionamento un po' astruso, l'intera Natura è in ogni cosa, l'intera Natura è nella materia alchemica, la materia è la Natura in piccolo, ecco perchè fa da modello in tutte le accezioni del termine.

Scusate il post lungo, ma al riguardo non riesco in modo semplice e coinciso a spiegare il mio pensiero, spero di essere stata chiara, spero che il marchese mi suggerisca una visione più veritiera al riguardo, ma volevo proporre la mia visione delle cose, provare...

Grazie tante amico semplice per la bella opportunità che ci dai con le tue domande, mi piacerebbe tanto, a volte, leggere anche qualche tuo parere, grazie anche per avermi fatto conoscere "Monsieur Hibraim e i fiori del Corano" è semplicemente stupendo.

Buona Domanica a tutti, ora scappo baci
Bimba.

*****************************
Nec spe, nec metu

www.cronacheesoteriche.com I Tarocchi di Bimbasperduta
16/11/2008 18:20
 
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girotondi
cari amici,
condivido col Marchese l'impressione che i nostri discorsi siano condizionati da una questione comune ad esplorazioni e ricerche che vanno oltre l'alchimia; il punto, con una sorta di slogan, potrebbe essere riassunto da un interrogativo: "fare per capire o capire per fare ?" [SM=g10132]

qualcuno, salomonicamente, potrebbe notare: "occorrono tutt'e due, fare e capire; l'uno alimenta l'altro"; se avesse ragione (com'è probabile) resterebbero comunque da stabilire priorità e dosi relative.

io penso che, se l'azione, l'impegno e l'investimento di tempo e di energie fossero richiesti in quantità considerevoli "al buio", cioè prima della comprensione del pensiero alchemico, nella speranza di arrivare a questa comprensione un giorno (come di consueto accade in ambito religioso), occorrerebbe perlomeno convincersi della bontà e della validità della direzione operativa da intraprendere, in forza di argomenti tratti da una visione o da un sistema di pensiero diversi da quelli sottoposti a scrutinio, più comprensivi (o almeno come tali avvertiti, al momento della "scommessa"); anche per questo motivo mi interrogo sul "programma complessivo" dell'alchimia e degli alchimisti.

cara Bimba,
immaginavo che il film ti sarebbe piaciuto; è vero che sono riluttante ad esprimere posizioni personali, ma tieni conto che si tratta soprattutto della forma di pudore che un pizzico di autocritica mi impone; d'altra parte, le domande raccontano molto del modo di pensare.

cara Viola,
piacerebbe anche a me imparare a guardare le cose con occhi nuovi ed imparare a dare loro nomi nuovi; in questo mi sembra ci accomuni la curiosità per l'alchimia.

ciao a tutti
semplice-mente
[Modificato da semplice-mente 16/11/2008 20:11]
17/11/2008 14:23
 
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Frankenstein Junior

Cara Bimba Sperduta... attrice eh?! [SM=g8954]

Lo siamo un po tutti in fondo. O forse sarebbe meglio dire che ogni cosa lo è.

Le materie utilizzate per le manipolazioni di laboratorio non fanno eccezione a
questa costante tendenza nell'assumere un ruolo, ad impersonare una parte.

A proposito di ciò nel 1652 un certo Elias Ashmole pubblicò una raccolta di testi intitolata
"Theatrum Chemicum".



Un nome che è di per se tutto un programma giacchè il termine "Teatro" è imparentato con il greco
"théatron", (che indica il luogo destinato agli spettacoli), con "théa" (ossia il guardare, vista) e con
"thayma" (ammirazione, meraviglia).

Indi: Teatro si ma Chimico.

L'analogia si completa se pensiamo che anche l'alchimista recita la sua di parte.
Ma l'attore principale ci sarà?

X Semplicemente.
semplice-mente, 16/11/2008 18.20:


io penso che, se l'azione, l'impegno e l'investimento di tempo e di energie fossero richiesti in quantità
considerevoli "al buio", cioè prima della comprensione del pensiero alchemico, nella speranza di arrivare
a questa comprensione un giorno (come di consueto accade in ambito religioso), occorrerebbe perlomeno convincersi
della bontà e della validità della direzione operativa da intraprendere...


Caro Amico,
a proposito di teatro mi viene in mente una scena del film "Frankenstein Junior" nel quale il dottor frankenstin,
dopo un'attenta analisi e studio del diario di suo nonno riferisce quanto segue:



Salut [SM=g9371]

MdC
[Modificato da M. di Caraba 17/11/2008 14:28]
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19/11/2008 12:08
 
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donum Dei

caro Marchese,
il video è davvero gustoso e scherzando dice cose impegnative, con enfasi suggestiva.
forse inconsciamente condizionato dall'invito a tornare alle origini, riprendo un segmento della tua prima risposta alla mia prima domanda:

la corretta comprensione (...) è affidata interamente alla Grazia Divina, è per questo che si dice che l'Alchimia è un Dono di Dio. Tutto ciò che possiamo fare noi omuncoli è disporci il più possibile a ricevere eventualmente questa Concessione

.
ma se è così, cioè se si può fare, ma solo con la grazia, perchè criptare tutto ? se è vero che le operazioni descritte dagli alchimisti non compongono una tecnica, i cui risultati siano garantiti dalla corretta esecuzione materiale, mi è difficile comprendere l'ansia di occultare tutto ai potenziali male-intenzionati.

forse c'è altro, a giustificazione di una logica e di un linguaggio tanto indecifrabili.

ciao
semplice-mente
19/11/2008 15:32
 
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Re: donum Dei
semplice-mente, 19/11/2008 12.08:


ma se è così, cioè se si può fare, ma solo con la grazia, perchè criptare tutto ? se è vero che le operazioni descritte dagli alchimisti non compongono una tecnica, i cui risultati siano garantiti dalla corretta esecuzione materiale, mi è difficile comprendere l'ansia di occultare tutto ai potenziali male-intenzionati.


Caro Amico Semplice,
quella della necessaria segretezza mi pare una questione di notevole interesse.

Tra l'altro sembra che la segretezza sia condizione necessaria anche in magia come attesta Cornelio
Agrippa
(sempre lui) nel suo De Occulta Philosophia (Libro Terzo, Caput II):

"Chiunque voi siate che intendete dedicarvi a questa scienza, custodite in fondo al vostro cuore una
dottrina tanto eccelsa, occultatela con ferma costanza, non arrischiatevi a parlarne.
Perché, disse Mercurio, è un offendere la religione il confidare al pensiero irreligioso delle masse
parole impregnate della maestà divina e Platone proibì di divulgare tra la plebe i secreti contenuti
entro i misteri. Anche Pitagora e Porfirio obbligavano i loro discepoli al segreto intorno alla religione
e Orfeo esigeva da coloro che iniziava alle cerimonie delle cose sacre il giuramento del silenzio, per
impedire che i segreti della religione giungessero sino alle orecchie profane.

Perciò, nel suo inno al verbo consacrato, egli canta:
Io esorto voi, amici della virtù, ad ascoltate le mie parole e a tendere le vostre menti.
E voi invece che disprezzate le leggi sante, allontanatevi, profani disgraziati!"

Comunque ci rifletto un po su e rispondo volentieri. [SM=g8429]

Salute a tutti

MdC
[Modificato da M. di Caraba 19/11/2008 15:33]
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19/11/2008 16:46
 
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Cari Amici, mi unisco volentieri alla conversazione dando una risposta semplice a modo mio... forse davvero troppo semplice,
non so.

Dunque, è vero che con la semplice "rivelazione" da parte di qualcuno, nessuno arriverebbe a qualcosa. Ma è vero anche che
per una inspiegabile questione di Rispetto, è alquanto preferibile che non si sappia "in giro" neppure che un qualche
cosa da sapere ci sia. Che esista qualche mistero, o meglio che la maggior parte di noi è troppo ignorante anche per
intuire questo. Meglio non dire nemmeno, inomma, che "si può fare", e che noi, per di più, saremmo propensi a credere
una cosa del genere.[SM=g10285] Vi pare?


Spero di leggervi presto.
Viola
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